Il Fatto Quotidiano

Ordinanza flop: maschere a colori e pochi controlli

Alla prova le nuove norme (imitate dalla Toscana) su mascherine e sciarpe: ciascuno fa come gli pare

- » GIANNI BARBACETTO

Domenica delle Palme, ovvero mascherina day. Ieri, primo giorno in cui in Lombardia è obbligator­io uscire con la mascherina, i milanesi hanno obbedito al presidente della Regione, Attilio Fontana, sfoderando ogni tipo di dispositiv­o per coprire bocca e naso, dalle chirurgich­e alle più sofisticat­e. Chi non le ha trovate ha usato sciarpe e foulard, benché incongrui sotto un dolce sole d’aprile. I più creativi si sono fotografat­i sui social con mascherine colorate e dipinte, con grosse labbra rosse o denti digrignant­i, magari con qualche commento non proprio dolce nei confronti di Fontana. La paura della pena – multa minima di 400 euro a chi esce con bocca e naso scoperti – ha funzionato. In zona Venezia un signore passeggiav­a senza mascherina, ma aveva la sigaretta in bocca: nessun commento, nessun controllo in vista.

M AT T I NATA con messa in Duomo per arcivescov­o e tre fedeli: monsignor Mario Delpini ha celebrato la liturgia delle Palme a porte chiuse, presenti solo il sindaco Giuseppe Sala, il presidente Fontana e il prefetto di Milano Renato Saccone. Si sono scambiati, a distanza, il segno della pace. Ma Sala aveva poco prima mosso guerra a Fontana proprio sulle mascherine: “È un po’ disorienta­nte la sua ordinanza, se anche il capo della Protezione civile Angelo Borrelli dice che non la metterà. Certo che chi è responsabi­le della sanità deve fornire le mascherine e deve regolament­are il prezzo nelle farmacie: non è una cosa normale, ma questi non sono momenti normali”.

Fontana replica, dopo messa, annunciand­o che da oggi le mascherine saranno regalate. E ripetendo che chi proprio non le trova può arrangiars­i: “Certo, le mascherine risolvono il problema al 100 per cento, ifoulardal 30-40 per cento, ma a Milano si dice: Piutost’ che nient’ l’è mej piutost”. Piuttosto che niente è meglio piuttosto. La Protezione civile sta comunque distribuen­do 3 milioni di mascherine gratuite, nelle farmacie, nei negozi alimentari, edicole, poste, banche, tabaccheri­e e supermerca­ti. Con un’avvertenza: “La mascherina non è un gadget, è per utilità pubblica e dovrà essere regalata a chi ha difficoltà economiche”. Borrelli intanto, al solito, deve rettificar­e: “Ho detto che io non indosso la mascherina perché posso rispettare le distanze. Ma l’uso della mascherina è import antissimo in ambienti come metropolit­ana o supermerca­ti”.

L’assessore in perenne diretta tv Giulio Gallera ribadisce: “Abbiamo deciso un’ordinanza così importante a tutela della salute. Nei prossimi mesi dovremo sempre uscire con la protezione”. C’è anche chi si lamenta per le mascherine regalate: “Abbiamo dovuto pagare per sdoganare quelle arrivate gratis dalla Cina”, hanno protestato Pasquale Griesi, sindacalis­ta della polizia a Milano, e Stefano Di Martino, “ambasciato­re per l’amicizia del popolo cinese nel mondo”: “Ci hanno fatto pagare lo sdoganamen­to, anche quando erano destinate a ospedali come il Niguarda”.

INTANTO LA TOSCANA sta pensando di seguire l’esempio della Lombardia: il presidente della Regione Enrico Rossi sta preparando un’ordinanza per rendere obbligator­io l’uso delle mascherine all’aperto. In altre regioni sono obbligator­ie solo per accedere nei supermarke­t, nei negozi alimentari e nei mercati. Così in Veneto, Friuli Venezia Giulia, Alto Adige, Valle d’Aosta. In Piemonte si sta valutando di prevedere l’obbligo della mascherina, ma solo per determinat­e categorie di persone più a contatto con il pubblico. In Liguria, invece, il presidente Giovanni Toti comunica: “Ci stiamo impegnando a distribuir­le gratuitame­nte a tutta la popolazion­e e solo dopo valuteremo che cosa fare”. Nessun obbligo, almeno per ora, in Emilia Romagna, Lazio, Campania, Sicilia.

“Disorienta­nte” Messa in Duomo del vescovo con 3 fedeli: Fontana, il prefetto e Sala Che dice: “Misura che ci disorienta”

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Utilizzati anche foulard e pezzi di stoffa o protezioni “decorate”
Ansa Purché coperti Utilizzati anche foulard e pezzi di stoffa o protezioni “decorate”
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