“Chiamavo la Asp e dicevano: ‘Avete già troppe mascherine’”
Messina, battaglia sui tamponi e 20 morti
Settantuno
anziani ospiti della casa di riposo “Come d’incanto” di Messina, 41 a tutt’oggi i positivi (erano 45, 4 sono guariti) e venti morti, il bilancio di una strage finito in una denuncia in questura: l’ha presentata la proprietaria della struttura, Donatella Martinez, secondo cui molti dei suoi ospiti “si potevano salvare’’. “La Rsa si è trasformata in un reparto di malattie infettive – dice con un groppo in gola – ma nessuno ha preso in mano la situazione’’. E racconta: “Il 17 marzo ho telefonato al numero verde 1500, mi hanno detto che mi avrebbero messo in contatto con un dottore, ma non è arrivato nessuno, l’indomani ho fatto partire mail e Pec per tutti, dal prefetto, alla protezione civile, all’Asp. Sono arrivati il 19 marzo a fare 23 tamponi, ne volevano fare solo 10, ma io mi opposi. Il referto è arrivato solo a voce: 21 positivi. Ma non succedeva nulla, gli operatori sono rimasti al lavoro, distrutti. Chiedevo le mascherine, ma l’Asp mi rimproverava: ‘Gliene abbiamo date troppe’. Ho comprato 18 dispositivi che erogano ossigeno per sei mesi’’. E conclude: “La Protezione civile e il sindaco hanno capito fin da subito, con un team attrezzato altri anziani si sarebbero salvati: lo sa che una nonnina negativa al tampone si è aggravata ed è morta perché contagiata da altri positivi?”