Lavoro, donazioni e affitti: ecco come ottenere i bonus
Il Fisco ha risposto ai dubbi più frequenti su alcune misure a sostegno di famiglie e imprese
Bonus, cassa integrazione, sospensione dei termini per i versamenti e decine di altre misure sono state previste nel Cura Italia, che vale 25 miliardi di euro, a sostegno di famiglie, imprese e lavoratori per affrontare la spaventosa sfida occupazionale ed economica causata dall’em ergenza Coronavirus. Ma, mentre si parla già del nuovo decreto di aprile che, tra le altre cose, estenderà lo stop ai licenziamenti, con tutele anche per gli assunti dopo il 23 febbraio, rifinanziando il reddito di emergenza per tre milioni di italiani con importanti investimenti per dare liquidità alle imprese, sono ancora troppi i dubbi sulle misure previste a marzo. Oltre al corposo capitolo delle forme di integrazione salariale che vanno richieste all’Inps e che coinvolgono più di 5,8 milioni di beneficiari, ci sono infatti anche le misure fiscali previste sempre in soccorso di famiglie e lavoratori che restano troppo ostiche. Così l’Agenzia delle Entrate, nella circolare n. 8/E, ha risposto a un po’di domande presentate dalle associazioni e dai professionisti. Si tratta sì di un testo ostico, ma che dà risposte concrete ai tanti cittadini che in questi giorni si ritrovano smarriti. Facciamo un po’ di chiarezza almeno sulle misure fiscali più comuni.
BONUS PER CHI VA A LAVORO. Ai lavoratori dipendenti che continuano a lavorare in ufficio, in fabbrica, nei supermercati, negli ospedali, in trasferta presso clienti o in missioni presso sedi secondarie dell’impresa, non potendo farlo in smart working, viene riconosciuto un bonus 100 euro da calcolare in base al numero di giorni lavorativi svolti presso la propria sede di lavoro nel mese di marzo 2020. Ma ne hanno diritto solo i lavoratori che hanno un reddito fino a 40.000 euro. Le Entrate, inoltre, spiegano che bisogna considerare esclusivamente il reddito di lavoro dipendente assoggettato a tassazione progressiva Irpef e non anche quello assoggettato a tassazione separata o a imposta sostitutiva. I sostituti d’imposta riconosceranno il premio in via automatica a partire dalla retribuzione del mese di aprile o comunque entro il termine di effettuazione delle operazioni di conguaglio di fine anno. Poi il datore di lavoro potrà recuperare la somma in compensazione.
SOLIDARIETÀ ALIMENTARE.
La corsa alla solidarietà in favore delle famiglie trova un supporto nel Fisco. Mentre i Comuni stanno iniziando a distribuire, tra non poche difficoltà, i buoni spesa e si moltiplicano nelle città i banchi alimentari che gratuitamente danno sostegno a chi non riesce più a fare la spesa, c’è una certezza fiscale: spetta una detrazione dall’imposta lorda ai fini dell’imposta sul reddito pari al 30% alle donazioni effettuate dalle persone fisiche, dagli enti non commerciali e dai titolari di reddito d’impresa aventi ad oggetto le misure di solidarietà alimentare effettuate a favore dello Stato, delle Regioni, degli enti locali territoriali, di enti o istituzioni pubbliche, di fondazioni e associazioni legalmente riconosciute senza scopo di lucro. Le Entrate precisano che la deduzione non è parametrata al reddito. Pertanto l’agevolazione spetta anche in presenza di una perdita fiscale realizzata nel periodo d’imposta in cui è stata effettuata l’erogazione liberale.
AFFITTI DEI NEGOZI. Il “Cura Italia” ha previsto un credito d’imposta pari al 60% del canone di locazione di cui beneficiano gli esercenti di attività commerciali i cui negozi o botteghe sono in affitto come risarcimento parziale della spesa sostenuta per la locazione di un locale rimasto inutilizzato a causa dell’emergenza. Il Fisco spiega che il credito è utilizzabile dallo scorso 25 marzo esclusivamente in compensazione, utilizzando il modello di pagamento F24 e che il bonus maturerà solo a seguito dell’avvenuto pagamento del canone stesso. Una precisione i m po r t an t e visto che la n o r m a t estu alme nte non lega il bonus all’effett i v o p a g amento, per cui potrebbe capitare che un inquilino che non paga il canone di marzo richieda comunque il credito d’imposta. Gli immobili oggetto di locazione per cui è possibile fruire del credito d’imposta devono essere classificati nella categoria catastale C/1 e restano esclusi tutti gli altri contratti di locazione di immobili rientranti nelle altre categorie catastali anche se aventi destinazione commerciale come, ad esempio, i contratti di affitto di rami d’azienda.
VIDIMAZIONE LIBRI SOCIALI.
In risposta al dubbio formulato sullo lo slittamento dei termini di paga mento della tassa annuale di vidimazione dei libri sociali, l’Agenzia conferma che l’a d e mpimento è tra quelli la cui scadenza è stata rinviata dal 16 al 20 marzo 2020. La proroga è più lunga – dall’8 marzo al 31 marzo – per i soggetti con domicilio fiscale, sede legale o operativa negli 11 comuni della Lombardia e del Veneto, la ex zona rossa.
In via automatica Sempre per marzo, sono riconosciuti 100 euro per chi è andato ogni giorno in ufficio