Quando la quarantena sarà finita partirà la sfida per la supremazia
I trilioni di dollari ed euro, lanciati da balconi mediatici, sono risorse prese allegramente a prestito dalle future generazioni
Tra le truppe al fronte serpeggia il sospetto che la situazione sia grave, quando i generali invece di organizzare un piano d’azione coerente e mobilitare le risorse, rilanciano ossessivamente il grido di battaglia della guerra precedente. Ormai ad ogni Whatever it takes scatta una sirena d’allarme.
I TRILIONI di dollari ed euro lanciati dai balconi mediatici, come coriandoli dai carri del Carnevale di Rio, al momento sono fake money, al pari delle news che ne magnificano gli effetti. Sono risorse spropositate, prese allegramente a prestito dalle future generazioni. Non a caso sui mercati, dopo l’euforia per i bazooka monetari, si evoca il raffronto con gli otto milioni baionette. Le illusioni di una ripresa rapida sono evaporate e la verità ha varcato i confini dell’incredibile: il sistema finanziario, i modelli di asset pricing, le strategie di portafoglio, le previsioni economiche, riflettono un mondo inghiottito dal marasma, come Atlantide dall’Oceano. La pandemia è un planetario frullatore di certezze e di equilibri consolidati. Un cataclisma di schumpeteriana, vorticosa distruzione creativa mai sperimentato nella storia dell’umanità.
Esaurita la fase in cui ci si affida alle misure di stampo medievale, tra quarantene e grida manzoniane, partirà la competizione frenetica per la supremazia futura in un mondo sconvolto. Le rendite di posizione finora acquisite sono destinate a frantumarsi. L’effetto distruttivo del virus si esaurirà solo una volta scoperto il vaccino e buona parte della popolazione mondiale sarà al riparo dal contagio, cioè non prima di 18-24 mesi. In questo arco di tempo si ristruttureranno tutte le catene del valore dalla manifattura, all’intelligenza artificiale. Le direttrici ruoteranno attorno ai sistemi paese. Prevarranno quelli con migliore capitale umano, più organizzati, più tecnologicamente avanzati, più strategicamente reattivi. Agli aspetti sanitari (la capacità di eseguire test sulla popolazione e il tracciamento dei contagiati) andranno aggiunte la flessibilità del sistema economico, la snellezza del quadro legale, l’affidabilità delle infrastrutture, l’efficienza della burocrazia, la solidità del quadro politico, la capacità di mobilitare ingenti capitali per le riconversioni.
COREA, TAIWAN, Giappone, Germania, Olanda, Svezia, Canada, Australia, attualmente sembrano destinati ad attestarsi nel gruppo di testa. Gli Usa usciranno ammaccati economicamente ma soprattutto nella loro immagine di efficienza. Parimenti la Cina non si scrollerà tanto presto di dosso la reputazione di paese a forte rischio. L’Italia avrebbe un vantaggio. Essendo stata colpita prima potrebbe venirne fuori prima. Su tutti gli altri aspetti rimane tragicamente deficitaria. Sarebbe il caso di concentrarsi su queste deficienze, invece di cianciare sul Mes e comprare pagine della Faz.