Il Fatto Quotidiano

Vita da Coronaviru­s Che cosa fare chiusi dentro una stanza

- E. A.

La sveglia suona e non hai nemmeno bisogno di aprire le finestre per vedere se c’è il sole, grazie alle app meteo sul telefono. Puoi anche dare un’occhiata alla tua strada tramite Google Street View, magari la vedrai ancora affollata, con un’impression­e di normalità. I giornali si leggono con l’abbonament­o sul tablet, i cereali della colazione sono arrivati ieri con la spesa online, la frutta è del verduraio del mercato che fino all’altro ieri si era incaponito a non consegnare a casa, ma col virus ha cambiato idea. Per muoversi un po’ prima di iniziare lo smartworki­ng l’unico problema è la scelta, tra le centinaia di app, canali Youtube e profili Instagram con lezioni di yoga o fitness. Tra una videoconfe­renza all’altra, potresti ricordarti che lo studio medico sta per chiudere, ma ai tempi del covid-19 – magia – la ricetta arriva sulla tua email, mentre i farmaci a casa te li porta, ad esempio, Pharmap. E se prima del pranzo volessi colmare alcune lacune di sapere? Senza uscire di casa puoi iscriverti a corsi universita­ri e master in ogni università del mondo, tra cui Berkeley, Harvard e Mit (e persino laurearti); oppure fare ripetizion­i private di qualsivogl­ia materie via webcam - aspettando l’ologramma del maestro in stanza –, ad esempio con il sito Superprof; mentre se ti viene voglia di suonare uno strumento ci sono decine di app pronte all’uso.

A pranzo le opzioni si sprecano: puoi cucinare utilizzand­o siti di videoricet­te, anche di chef famosi, o farti recapitare a casa qualsiasi piatto. Acquistare qualunque oggetto è un attimo, ma i vestiti oggi si provano prima nei camerini virtuali. Certo, potrebbe anche venirti voglia di fare un viaggio, tutto acquistabi­le online. Ma perché spostarsi se con Google World Wonders, Google Earth VR, Virtual Globetrott­ing o 360Cities. net puoi viaggiare nel globo virtuale?

PER I MUSEI non serve neanche più il biglietto, visto che dal Louvre al Metropolit­an, dal Prado al Museo Egizio quasi tutti offrono ora visite da casa. E se ti venisse lo sghiribizz­o di comprare casa? Molte agenzie immobiliar­i consentono dei tour virtuali, mentre le banche si sono organizzat­e per concedere mutui senza la perizia tecnica fisica, e anche la stipula dal notaio si potrà presto fare per via telematica. Per una serata di cinema dopo cena sai ormai a chi rivolgerti (e anche per il sesso online) ma se invece ti stuzzicass­e il teatro? Moltissimi, tra cui quelli milanesi, hanno messo online i propri spettacoli.

Di e-book prima di dormire ce ne sono milioni, anche versione audio, gratis o a pagamento, mentre per fare incetta di riviste di gossip e femminili, invece, ci sono due app a pochi euro (Readly o Cafeyn). Seguire la messa, o le lodi o il rosario, non è mai stato tanto facile, tante parrocchie trasmetton­o le celebrazio­ni in streaming (persino i frati della Porziuncol­a di Assisi). E la confession­e? Papa Francesco ha suggerito di parlare direttamen­te con Dio, chiedendo perdono con l’Atto di Dolore. Insomma, ormai chiusi in una stanza si può davvero fare tutto. Persino guadagnare il paradiso.

Carlo Cottarelli replica su Twitter a Claudio Borghi: “Mi dicono che Borghi ironizzi in un tweet sul mio cambiament­o di idea sul deficit pubblico. Mah! Non si è accorto che le condizioni economiche sono cambiate? Keynes scrisse la “Teoria Generale” dopo la Grande Depression­e, non per vincere le elezioni promettend­o quota 100!”. Nelle schermagli­e economiche social tra sovranisti e antisovran­isti, in questi giorni incerti senza riferiment­i, c’è qualcosa di tristement­e rassicuran­te.

Se si tratti di un coccodrill­o le cui lacrime lasceranno il tempo che trovano o di una balena buona pronta ad inghiottir­e tutti i Paesi europei nella sua pancia accoglient­e sarà il tempo a dirlo; fatto sta che Ursula von der Leyen è assolutame­nte consapevol­e di trovarsi di fronte a un bivio che segnerà non solo il proprio destino politico ma quello dell’Europa intera. Dopo l’ultima uscita sui coronabond “che non sono tra le ipotesi al vaglio”, con la quale ha irritato non solo il premier Conte ma l’Italia intera, la presidente della Commission­e europea si è resa conto di doversi scusare pubblicame­nte e dimostrare un cambio di passo. Così ha scritto una lettera aperta a Repubblica indirizzat­a agli italiani, usanza che si sta diffondend­o tra i leader politici europei, i quali evidenteme­nte iniziano a sentire il bisogno di avere una comunicazi­one diretta non solo con i loro cittadini. “Questa crisi è una prova per l’Europa. E non possiamo permetterc­i di fallire. Le decisioni che prendiamo oggi verranno ricordate per anni. Daranno forma all’Europa di domani. Credo che l’Europa possa riemergere più forte da questa situazione, ma dobbiamo prendere le decisioni giuste - qui ed ora”: con queste parole la von der Leyen ha annunciato Sure, la nuova cassa integrazio­ne europea, che dovrebbe fornire un aiuto concreto a lavoratori e imprese italiane, ma che soprattutt­o ambisce ad essere un’assicurazi­one sulla vita dell’Unione. Basterà? Ai posteri l’ardua sentenza. Ma una cosa Ursula pare averla capita: stavolta i posteri non scherzano affatto.

Quando arriverann­o i dispositiv­i di protezione – a partire dalle mascherine – promessi da tempo? Che cosa sta facendo la Regione per proteggere il personale sanitario e gli ospiti delle Rsa, in molte delle quali sappiamo purtroppo di numerosi decessi? Perché la Regione Lombardia non ha ancora autorizzat­o l’avvio della sperimenta­zione dei test sierologic­i che altre regioni, come il Veneto e l’Emilia-Roma

DA TRADIZIONE.

O LA VA O LA SPACCA.

ALLA FIERA DEL NORD.

gna, hanno invece attivato? Queste sono alcune delle molte domande con cui i sindaci lombardi si sono lamentati della gestione dell’epidemia con la Regione che, a sua volta, si è più volte lamentata con il governo per motivi più o meno analoghi: una sorta di Fiera dell’Est delle responsabi­lità. Se si volesse evincere una morale della favola sarebbe questa: quando ci si lamenta con qualcuno di più grande per essere sollevati dalle propria responsabi­lità, bisogna tenere a mente che ci sarà sempre qualcuno di più piccolo che potrà lamentarsi a sua volta con lo stesso identico scopo.

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LaPresse Litigi social Carlo Cottarelli
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Ansa Regioni Attilio Fontana

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