Il Fatto Quotidiano

“Mascherine obbligator­ie”. Ma sono merce rara

Al Nord sono indispensa­bili per fare la spesa e salire sul bus. I prezzi? Lievitati

- » MARCO PASCIUTI

Le

hanno rese obbligator­ie. La Lombardia per chiunque esca di casa. In Val d’Aosta e Alto Adige per entrare nei negozi. In Veneto e Friuli Venezia Giulia sono richieste anche a chi viaggia sui mezzi pubblici. Ma nelle farmacie, primo luogo in cui le si cerca, le mascherine si trovano con difficoltà. “In questo momento non è automatico”, spiega Marco Cossolo, presidente­di Federfarma, che riunisce oltre 16 mila farmacie in tutta Italia.

La Lombardia ha indicato la strada, prevedendo l’obbligo di indossarne una, o almeno di coprirsi il volto, quando si esce di casa. L’Oms ieri ha espresso seri dubbi: “Ci preoccupa che l’uso di massa possa aggravarne la carenza.” Come non detto, tra i primi a seguire il Pirellone era già stato il Friuli, dove l’uso di protezioni è d’obbligo nei mercati e negli alimentari. Ma “l’ap p r o v vi g i onamento rimane ancora molto difficolto­so”, spiega Luca Degrassi, presidente regionale di Federfarma. Lo sa pure il governator­e leghista Massimilia­no Fedriga, che ieri ha chiesto alle aziende locali di “creare una rete di protezione per la produzione interna di dispositiv­i di protezione individual­e”. Chiudendo il recinto una volta che i buoi sono scappati.

Anche Renzo Testolin, presidente della Val d’Aosta, vuole che i suoi cittadini le portino quando entrano in un negozio. “Ora cominciano ad arrivare, ma in quantità insufficie­nte – racconta Cesare Quey, presidente dei farmacisti locali – fatto 100 il fabbisogno delle nostre 48 farmacie, manca ancora il 50%”. La Regione ha fatto distribuir­e quelle di stoffa – p ro se gu e Quey – sono simili a quelle rifiutate dalla Lombardia (il 14 marzo l’assessore al Welfare Giulio Gallera le definì “di carta igienica”, ndr). Vengono consegnate a domicilio e 10 mila pezzi li distribuir­emo anche noi. È un segno di attenzione, un certo grado di protezione lo garantisco­no”.

IL VENETOha allungato la lista dei luoghi in cui è obbligator­ia: fino a ieri solo in supermarke­t e mercati rionali, da oggi e fino al 13 aprile anche su treni, bus, taxi e vaporetti. Ma “si fa fatica a reperirle – spiega Alberto Fontanesi, presidente di Federfarma Veneto – la domanda è enorme e l’offerta è ridotta. Le Ffp2 ormai sono merce rara, per le chirurgich­e ci arrabattia­mo, ma riusciamo a trovarne meno di quante ne servirebbe­ro. Spesso, poi, ci vengono offerte e prezzi troppo alti e le rifiutiamo”. Il prezzo, altra nota dolente. “Se uno vende una chirurgica tra gli 1,5 e i 2 euro non gli si può dir niente – riprende Cossolo – a noi le portano a costi molto più alti di quelli pre-Covid”. Un esempio: “Mi sono arrivate da poco due forniture da un migliaio di pezzi a 1,40 euro più Iva l’uno, per un totale di circa 1,70”. Alla Farmacia Igea, tra le più grandi di Roma, un pacco da 10 costa 24 euro. “Per averle bisogna fare le capriole – spiega la dottoressa Maria Catena Ingria – abbiamo iniziato un mese fa a ordinarle da Londra,

Farmacia a Roma “Un mese fa ne abbiamo ordinate 10 mila da Londra, Spagna e Francia Non le abbiamo ancora viste”

dalla Spagna, dalla Francia. Ci hanno promesso due forniture da 10 mila pezzi e non le abbiamo mai viste. Ora abbiamo trovato un fornitore serio, ma c’è ancora tanta confusione”.

Dulcis in fundo, per ora, è arrivata la Toscana, che però ci metterà i Dpi: 8,5 milioni di Ffp1 monouso gratuite, tre a famiglia. Ma l’obbligo scatterà solo dopo che l’ultima sarà stata consegnata. In ritardo, invece, è proprio la Lombardia: nelle sue farmacie non ci sono particolar­i criticità ma la Regione ha comprato 3,3 milioni di pezzi e ne darà 300 mila a Federfarma che le darà gratis agli over 65 con multipatol­ogie e ad altre categorie vulnerabil­i. Però arriverann­o solo nel fine settimana.

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LaPresse Protezione A Milano, in fila per lal spesa, con la mascherina

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