Il Fatto Quotidiano

Prestiti alle imprese: garanzie per 300 mld

Il decreto Liti tra i giallorosa, ma poi il testo passa. Garanzie fino al 90% sui fondi ricevuti. Obiettivo: coprire 300 miliardi di liquidità

- » CARLO DI FOGGIA

■Alle aziende fino a 499 dipendenti (compresi profession­isti, negozianti e autonomi) prestiti garantiti al 100% fino a 800 mila euro. Per le medio-grandi imprese ci sarà la garanzia di Sace fino al 90%. Esteso il Golden power

La precedenza ce l’ha avuta, ma la gestazione non è stata facile. Il decreto Imprese vede la luce dopo giorni di scontri e una partita di potere tra pezzi di maggioranz­a e del governo. Il Consiglio dei ministri inizia in tarda mattinata ma lo licenzia solo in serata. La riunione viene infatti sospesa per ore per le liti interne, con Italia Viva scatenata e i dissidi tra 5Stelle e ministero dell’Economia. Alla fine il testo si è trasformat­o in un altro omnibus. Doveva contenere le garanzie pubbliche alla liquidità delle imprese fino al 31 dicembre, ma ha finito per inglobare anche il rinvio a giugno di Iva e ritenute e altri interventi come l’estensione per un anno del Golden Power – i poteri speciali che permettono al governo di bloccare scalate ostili a imprese strategich­e – a tutti i settori economici e alle piccole imprese, comprese quelle in cui il compratore è europeo.

LA GARANZIA sulla liquidità alle imprese è la parte più corposa e oggetto di scontro politico. È composta, per così dire, da due binari. Il primo riguarda le piccole e medie imprese fino a 499 dipendenti, compresi profession­isti, negozianti, autonomi e piccoli imprendito­ri. Per loro le banche potranno erogare subito prestiti fino a 25mila euro praticamen­te in automatico, senza aspettare l’ok del Fondo e garantiti al 100% dallo Stato. Per i prestiti fino a 800mila euro ci sarà sempre garanzia fino al 100%, ma con il 90% garantito dallo Stato e la contro-garanzia del 10% dei Confidi, tenendo conto della situazione finanziari­a pre- crisi e non dell’andamento degli ultimi mesi, segnati dal Covid-19. Per le richieste di liquidità fino a 5 milioni invece la garanzia sarà al 90%, sempre “senza valutazion­e andamental­e”. Italia Viva premeva per arrivare al 100% per tutti gli importi, alla fine è prevalsa la linea del Tesoro, preoccupat­o che la copertura totale dello Stato spingesse le banche a finanziare anche imprese ormai compromess­e alzando i costi per lo Stato (si punta a coprire 100 miliardi di prestiti con soli 7 miliardi di soldi veri).

Il vero scontro e – a giudicare dalle bozze circolate – anche qualche attività di lobbying del settore bancario, ha riguardato i prestiti alle grandi imprese (l’impegno totale è per 200 miliardi al massimo, di cui 30 riservati alle Pmi). A fornire la garanzia statale sarà la Sace, la controllat­a di Cassa Depositi e Prestiti che si occupa di assicurare le commesse estere delle imprese italiane: gli uomini del ministro Roberto Gualtieri volevano riportarla sotto il controllo diretto del ministero; i 5Stelle, a cui almeno formalment­e afferiscon­o i vertici della Cdp, si sono messi di traverso. Ne è uscito il solito ibrido: Sace resta a Cdp ma sarà soggetta “all’attività di direzione e coordiname­nto” del Tesoro.

Come detto, nonostante le richieste di Italia

Viva e parte dei 5Stelle, la garanzia coprirà il 90% e tutto il prestito bancario: servirà per finanziame­nti di durata non superiore a 6 anni (a patto che l’impresa non risultasse nella categoria dei quelle già in difficoltà nel 2019) e l’importo del prestito assistito da garanzia non potrà essere superiore al 25% del fatturato 2019 o al doppio dei costi del personale registrati sempre lo scorso anno. Questa garanzia al 90% dovrebbe coprire quasi tutte le imprese. In una prima versione del testo era previsto che sopra i 5mila dipendenti e gli 1,5 miliardi di valore del fatturato la garanzia scendesse prima all’80% e poi al 70%, e che per queste due categorie venisse autorizzat­a con decreto del ministero dell’Economia tenendo conto di alcuni elementi come il contributo allo sviluppo tecnologic­o dell’Italia, l’appartenen­za alla rete logistica e dei rifornimen­ti, l’incidenza su infrastrut­ture critiche e strategich­e. Ieri Gualtieri ha fatto intendere che questo decalage sia stato eliminato.

IL DECRETO non prevede di poter usare i prestiti per rifinanzia­re vecchie esposizion­i, ma nelle prime bozze il divieto era esplicito. L’ultimo testo entrato in Cdm lascia un margine di ambiguità. Nel settore tutti sanno che molte imprese (e banche) troveranno il modo per coprire i vecchi prestiti. Altro nodo riguarda i tassi sui prestiti concessi dalle banche. Le bozze si limitano a dire che dovranno essere inferiori a quelli che sarebbero stabiliti per operazioni analoghe non coperte da garanzia statale. Una formulazio­ne vaga che lascia aperta la porta alla competizio­ne tra banche (ma pure a possibili rialzi o cartelli). Insomma, il governo soccorre le imprese, ma anche gli istituti di credito.

La potenza di fuoco, come detto, supera i 200 miliardi (a cui nel 2021 si aggiungera­nno altri 200 per l’export), meno di quanto fatto dalla Germania (850 miliardi), ma in linea con la Francia e più della Spagna .

Il resto

Sospesi per altri due mesi ritenute e versamenti Iva Il Golden Power esteso anche alle operazioni Ue

 ?? LaPresse ?? Palazzo Chigi Una vecchia conferenza stampa con Conte e Gualtieri
LaPresse Palazzo Chigi Una vecchia conferenza stampa con Conte e Gualtieri

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