4. INDAGINI A DISTANZA: NUOVA NORMA M5S
Anche il pm video-interrogherà
Quello che non ha potuto la logica del progresso e del risparmio delle risorse l’ha fatto l’emergenza coronavirus. In ambito Giustizia, le videoconferenze saranno allargate fino al 30 giugno anche alle indagini. Data la delicatezza della materia, il governo ha messo a conoscenza il Quirinale, che al momento non avrebbe ravvisato dubbi di costituzionalità.
Secondo quanto risulta al Fatto, a breve, inoltre, sarà decisa anche una proroga della legge sulle intercettazioni che dovrebbe entrare in vigore dal 2 maggio.
LA NOVITÀ delle “indagini online” è contenuta in un subemendamento presentato dal M5S in Senato, dove domani e giovedì si voterà la conversione in legge del decreto del mese scorso. Questo testo è frutto degli input al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede da parte delle procure di Milano, Roma, Napoli e Firenze, preoccupate, in tempo di Covid-19, di non poter condurre a pieno le indagini e in sicurezza. Nel decreto legge, infatti, le videoconferenze sono previste solo per udienze preliminari o dei processi che sono esclusi dalla sospensione fino all’11 maggio perché rientrano nei “casi urgenti”. Invece, il subemendamento prevede che fino al 30 giugno il pm e il giudice delle indagini preliminari “possono avvalersi di collegamenti da remoto” anche “pe r compiere atti che richiedano la partecipazione della persona sottoposta a indagini, della persona offesa, di consulenti, di esperti o di altre persone nel caso in cui la presenza fisica non può essere assicurata senza mettere a rischio le esigenze di contenimento” del virus. Cosa vuol dire in concreto?
Che se un pm deve interrogare un indagato o deve ascoltare un testimone può farlo in videoconferenza. Il magistrato resta nel suo ufficio, l’indagato detenuto in carcere e quello non agli arresti o un’altra delle parti si reca “al più vicino ufficio di polizia giudiziaria” per fare un collegamento da remoto. Il difensore può, altra novità, restare in studio e collegarsi anche lui con il pc. Saranno, inoltre, assicurate, modalità tali da garantire ad avvocato e indagato di “potersi consultare” sia pure a distanza “riservatamente”. Il difensore, però, se vuole, può andare dov’è il suo assistito. Per le firme, sarà “il pubblico ufficiale che redige il verbale” a dare atto dell’impossibilità di firmare per “i soggetti non presenti fisicamente”.
In realtà, per ridurre al minimo il rischio contagio, ci risulta che la Procura di Roma abbia già condotto in videoconferenza interrogatori di indagini urgenti come quelle per violenza sulle donne anche con indagati a piede libero, facendole recare in un ufficio di polizia giudiziaria, con la presenza del difensore, naturalmente.
Lo stesso ha fatto la Procura di Napoli grazie alla collaborazione degli avvocati, ma le indagini sono comunque fortemente rallentate, in mancanza di una normativa ad hoc. A Napoli, ci risulta, che le informative siano calate dell’80-90%.
La Procura di Milano, invece, ha evitato interrogatori da remoto per non correre il rischio di atti nulli. Ecco perché è stata la capofila delle procure che hanno sollecitato l’intervento normativo.
La richiesta era venuta anche dall’Anm che ha pure chiesto al ministro Bonafede di rinviare l’entrata in vigore della nuova disciplina sulle intercettazioni. Le procure, infatti, stavano organizzandosi per avere gli strumenti tecnologici necessari quando è deflagrata l’emergenza coronavirus che ha bloccato tutto.
BONAFEDE è d’accordo sulla proroga che vogliono anche gli avvocati, ma deve dribblare i mugugni del Pd che non ha mai visto in vigore la legge a firma dell’ex ministro Andrea Orlando e per salvare l’onore a dicembre, pur di evitare il quarto differimento, ha accettato di approvare la legge modificata nella sua essenza: non sarà la polizia giudiziaria, in linea gerarchica dipendente dal governo, a stabilire quali siano le registrazioni rilevanti da trascrivere e quali no, ma sarà sempre il pm, come adesso, ad avere l’ultima parola. Sarà ancora garantito il diritto della difesa a fare copia del materiale rilevante e a chiedere al giudice di acquisire altre intercettazioni ritenute irrilevanti dal pm.
Intercettazioni Decisa pure la proroga alla legge Orlando che doveva entrare in vigore il 2 maggio