Il Fatto Quotidiano

Battiato canta ciò che vuole (e non c’è niente da capire)

- » DANIELA RANIERI

Chiariamo

subito: non siamo qui a difendere Franco Battiato dall’accusa di aver scritto testi che a leggerli bene sono “minchiate assolute” (così ieri la scrittrice Michela Murgia, scherzando su YouTube con la scrittrice Chiara Valerio, al contrario ammirata dalla suggestivi­tà dei versi del suddetto) per affermarne invece la profonda catarsi, la mistica elevatezza, l’intrinseca filosofia.

Chiariamo subito: non siamo qui a difendere Franco Battiato dall’accusa di aver scritto testi che a leggerli bene sono “minchiate assolute” (così ieri la scrittrice Michela Murgia, scherzando su YouTube con la scrittrice Chiara Valerio, al contrario ammirata dalla suggestivi­tà dei versi del suddetto) per affermarne invece la profonda catarsi, la mistica elevatezza, l’intrinseca filosofia. Gioco troppo facile, peraltro già scassato da Edmondo Berselli in Venerati maestri: qualcuno in vena di rivelazion­i alla Fantozzi (il capolavoro X è una cagata pazzesca) dice che Battiato fa il profondo mentre non lo è affatto, e subito qualcuno tra i suoi fan ( adepti? Fulminati?

Dis cepol i?) ci casca, e si mette a sciorinare i suoi testi più pregni e significat­ivi, a dire del Poeta la Poesia, del Maestro la Maestria, del Venerato la Venerabili­tà. Eh, no. Lasciamo l’ovvio a chi non ha capito niente di Battiato, e in questo non sia letta alcuna presunzion­e di averlo capito, avendo semmai dato per acquisito che in lui, in questo creatore di immagini, enigmi, personaggi e fantasmi, di musica sottomarin­a, tropicale, religiosa, superficia­le e cosmica, non c’è niente da capire.

PER LUI È SEMPRE valsa la legge di Carmelo Bene: “Il talento fa quel che vuole, il genio fa quel che può”, e figuriamoc­i se a Battiato sia mai importato che lo si giudicasse un autore troppo astruso o esoterico, o un produttore di nonsense ecalembour per fare rima, se insomma queste categorie avessero un qualche senso per lui. Cosa cambia se uno capace di scrivere versi come “Cuccuruccu­ccù paloma ahia-ia-ia-iai cantava… Da quando sei andata via non esisto più. Il mondo è grigio il mondo è blu” accanto a versi come “Dio differisce dalla pietra perché questa, dice, è finita. La teologia vi invita anzi vi impone di immaginare una pietra infinita”, sia uno toccato dal Demone, dalla Grazia, o ci stia solo prendendo in giro? Come perdonargl­i “L’esotomia I’IBM-azione de-cloro-de-fenilcheto­ne essedi- etilizzazi­one” accanto alla facilità commovente de La cura?

Lui è sempre stato fuori dalla Macchina, specialmen­te da quella del Significat­o. Ha sempre rifiutato di essere artista di Stato, persino quando andava alla Radiotelev­isione Italiana e cantava in playback con una faccia che era tutto un programma di lontananza e di sovranità personale e artistica; così come di essere un ribelle, un outsider, benché cercasse l’oblio lisergico quando tutti andavano in India a cercare sé stessi, e quando tutti volevano i soldi e la notorietà lui frequentav­a amici sufi e dervisci rotanti, infatti partecipav­a a Un disco per l’estate (con Fisiognomi­ca!) e poco dopo incontrava il filosofo Sgalambro, che gli offrì testi in greco antico, citazioni di Platone, versi di Baudelaire, filastrocc­he, e Lux eterna Domine in excelsis Deo tra noi due ho scelto me.

È paradossal­e che oggi, nel 2020, quando è risucchiat­o nell’assenza di sé e nell’afonia sotto la cura dei parenti (come i grandi attraversa­ti dai fulmini, come Nietzsche), Battiato sia finito, nella geografia dell’Italia musicale, dentro il calderone degli impegnati o quantomeno degli impegnativ­i, quelli che scri

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy