La satira ha sempre profanato i tabù, il che la rende magica
Penso che la marijuana dovrebbe essere legale. Penso anche che se tua cugina è una strafiga, dovresti potertela scopare, prima o poi. – Dave Attell
VENDETTA E RELIGIONE. Come abbiamo visto, violenza e sacro sono collegati. Il sacrificio del capro espiatorio ristabilisce l’armonia nella comunità; ha un significato rituale, e diventa un mito fondativo. La novità della religione giudeo- cristiana è nell’abolizione dell’ ordine sacrificale attraverso il racconto di vittime innocenti: Abele, Giobbe, Gesù (Girard, 1972). Il primitivo non punisce: si vendica, mosso da collera. La vendetta è una pena primordiale; ed è cieca (certe tribù uccidono il primo venuto): sacrificio rituale. L’antropofagia è un rito della stessa natura: il pasto crea comunione, lo spirito della vittima si mescola al sangue del clan e non si vendicherà sui nuovi fratelli. Dato che le faide familiari indebolirebbero il clan, il clan regola le contese in due modi: la composizione (riscatto in denaro) e il duello. Il duello diventa, presso certi popoli, ordalia, la lotta del canto satirico: la contesa, come fra i pastori di Teocrito, è risolta con scherzi in pubblico, e il diritto è del vincitore ( Douglas, 1966). Ne sono un’eco la pratica moderna dei dozens, la gara di insulti nella comunità dei neri americani (“Tua mamma è così brutta che non scopa da quando è morto il suo bassotto, dieci anni fa.”) e del dissing, le offese tra artisti hip-hop/rap. I latini le chiamavano velitationes:
TOSSILO: Rumenta ruffianesca, cesso pubblico impiastricciato di schifezze, sporcaccione, disonesto, iniquo, fuorilegge, rovina del popolo, avido, invidioso, depredatore del pubblico denaro, rapace, ladro (...)
DORDALO: Lasciami respirare per poterti rispondere. Stalla degli schiavi, liberatore di puttane, cote dello staffile, logoratore di ceppi, iscritto alle macine, servo perenne, vorace, edace, furace, fugace (…) (Plauto, Il Persiano, 406-410, 417-421)
LEGGI, TABÙ, SATIRA. I primi crimini puniti dall’autorità del clan sono la magia, l’incesto, il sacrilegio e il tradimento: crimini che si dice sollevino la collera degli dei. Chi viola un tabù si ammala o muore. Se questo non succede, all’individuo è riconosciuto un potere superiore, magico o divino. La satira profana i tabù: parte della sua forza persuasiva deriva dall’a p pr op ri azione della potenza magica di origine superstiziosa.
Dallo stadio primitivo, mitico e magico, non siamo del tutto emancipati. Miti e fiabe raccontano famiglie disfunzionali e riti di passaggio: sono archetipi narrativi ai cui temi (amore, sesso, morte, famiglia, vendetta, rinascita) ritorna ogni cultura, in ogni epoca. Il contenuto violento e mostruoso di miti e fiabe è quello perturbante degli incubi: viene ripetuto e cercato per il bisogno psicologico di cimentarsi con la nostra capacità di violenza, o con una perdita; e di controllare l’ansia che ne deriva (Bettelheim, 1975). Per questi motivi, il carattere fondamentale del mito e della fiaba è di venire riappropriato incessantemente (Barthes, 1970). Succede anche ai miti contemporanei. La Casa Bianca della presidenza Kennedy sarà definita C a me lo t da Jackie, nell’intervista pubblicata da Life un mese dopo l’assassinio del marito. Trascorso il tempo necessario, la satira ridurrà la propagandistica analogia arturiana del mito kennedyano al più prosaico Come-A-Lot (“eiacula molto”); Marilyn finirà in una serigrafia di Warhol e in un romanzo della Oates ( Blonde, 1999); e Lee Harvey Oswald in un romanzo di DeLillo ( Libra , 1988). Ri-raccontare le storie le rende immortali; a questa immortalità accede, grazie all’arte, il pubblico.
MITO E SATIRA. Nel mito indo-europeo, le due figure che incarnano il potere sono il mago-re e il giurista-sacerdote. Chi fa satira le impersona entrambe in forma parodistica, dentro un mondo rovesciato, carnevalesco, che gli conferisce il potere della vittima espiatoria. Se un giullare decide di intronarsi per davvero, però, abdica a questo ruolo, perdendo all’istante ogni potere satirico. È il caso di Grillo.
RAPPORTO DELLA PRASSI DIVERTENTE CON L’IDEOLOGICO. Le relazioni fra gli elementi della realtà sono provvisorie: è l’ideologia dominante ad articolarle, determinando il sapere un’epoca. Per esempio, nelle farse di Feydeau, che satireggiano l’ipocrisia borghese di fine ’800-primi ’900, i personaggi femminili ricorrenti sono la cocotte spregiudicata, la bisbetica, e la moglie desiderosa di un adulterio vendicativo; l’uomo, di solito, è un libertino, un fedifrago, e un bugiardo:
PRINCIPE (attirandola a sé) Siete molto carina, per essere una cameriera!
CARLOTTA (in piedi, fra le gambe divaricate del principe) Be’, sì, ma se voi rimanete sul letto, non potrò mai cambiare le lenzuola.
PRINCIPE Io sono il principe Nicola di Palestrìa!
CARLOTTA Non dico di no, ma non riesco a cambiarle lo stesso. (Feydeau, Occupati di Amelia!, 1908).
IL MODELLO RETORICO DEL GRUPPO DI LIEGI (1972; 1977) divide l’universo del senso n e l l’opposizione A nt h r opos/Cosmos (Cultura/Natura, Razionale/Irrazionale). La prassi divertente è una parodia della razionalità logica che separa uomo e mondo: presuppone un universo caotico e violento, e contribuisce a renderlo vivibile. Roseanne Barr: “Gli esperti dicono che non devi picchiare i figli quando sei arrabbiato. E allora quando? Quando sei di buon umore?”.
FUNZIONE SOCIALE DELLA PRASSI DIVERTENTE. Come tutta l’arte, comicità e satira ci servono per costituire e ricostituire la nostra natura di esseri umani coinvolti in pratiche sociali; e per una critica continua di tali costituzioni. Bill Hicks: “Il tema dell’aborto divide. Anche i miei amici – e siamo tutti molto intelligenti – sono divisi: alcuni credono che gli anti-abortisti siano solo idioti fastidiosi, altri credono che siano dei cazzoni malvagi. Come trovare un accordo? Sono combattuto. Userò un punto di vista panoramico: io credo che siano dei fastidiosi cazzoni malvagi”. Comicità e satira sono una pratica e un sapere che rendono possibile l’emancipazione, personale e sociale, dalle pretese di ogni ideologia, dall’ordine simbolico che imprigiona. Lenny Bruce: “Se non puoi dire ‘fanculo’, non puoi dire ‘fanculo il governo’”. Gli equivoci comico-satirici, come abbiamo visto, non sono casuali: rimuoverli con azioni censorie è assurdo, dannoso, e alla lunga inutile. La prassi divertente introduce nel mondo qualcosa di nuovo: un modo più umano di interagire con il mondo. In questo senso, la satira è rabbia ottimistica (Auden, 1972).
(3. Continua)
DAI GRECI AL RAP: RITUALIZZARE LE OFFESE Il duello è risolto con scherzi in pubblico, e il diritto è del vincitore, come nei “dozens” o nel “dissing”
LA RABBIA OTTIMISTICA GENERA IL NUOVO La prassi divertente introduce qualcosa di nuovo: un modo più umano d’interagire col mondo
Tua mamma è così brutta che non scopa da quando è morto il suo bassotto, dieci anni fa
INSULTO TRA AFROAMERICANI