Il Fatto Quotidiano

CLIMA SCALDATO E SANTI DI GHIACCIO

- » LUCA MERCALLI

In Italia – Maggio è cominciato con un assaggio d’estate sotto l’a nt i c ic l on e Paul. Cieli in gran parte soleggiati, e caldo più avvertito in Sardegna e Sicilia, dove martedì e mercoledì si sono superati i 30 °C – prima volta quest'anno – fino ai 35 °C di Siracusa, circa 10 °C sopra media. Mercoledì un momentaneo sbuffo fresco da Nord-Est ha interessat­o il Nord e l’Adriatico, limitandos­i a portare qualche rovescio o temporale sul Cuneese e tra Abruzzo e Puglia, ma già venerdì c’erano 29 °C nel Mantovano. Piogge e temporali anche forti sono in arrivo tra oggi e domani al Settentrio­ne, seguiti da un raffrescam­ento. Invece caldo intenso al Sud verso il weekend.

NEL MONDO – La precoce ondata di calore che ha lambito l’Italia nei giorni passati ha avuto il suo centro tra Spagna e Francia, direttamen­te raggiunte dall’aria nordafrica­na: lunedì 4 maggio temperatur­a massima di 36,5 °C presso Siviglia, martedì 36,3 °C ad Almeria, ma più straordina­ri ancora erano i 35,3 °C causati dal foehn a Santander (nella solitament­e fresca Cantabria) e i 35,4 °C di Cambo-les-Bains (Pirenei Atlantici), nuovo record nazionale francese per la prima decade di maggio. Ora invece è in arrivo un intenso fronte freddo in Europa centrale, proprio in linea con i “Santi di ghiaccio” (Mamerto, Pancrazio, Servazio e Bonifacio) che la tradizione mitteleuro­pea colloca dall’11 al 14 maggio per marcare la ricorrenza di ritorni invernali ancora elevata in questo periodo: domani sulle Alpi nord-orientali la neve potrà scendere sotto i 1000 metri. Ma intanto il servizio Eu-Copernicus segnala l’ennesimo estremo di caldo globale: con 0,7 °C sopra media, aprile 2020 si è collocato pari merito con il record dell’aprile 2016. Alluvioni continuano a funestare molti Stati africani e asiatici, dal Ruanda ( 65 vittime), all’Afghanista­n, all’Indonesia, ma particolar­mente grave è la situazione in Kenya, dove da aprile, all’apice delle long rainsquest’anno più intense del solito (fino a +50 per cento), sono morte almeno 200 persone. Intanto l’Organizzaz­ione meteorolog­ica mondiale ribadisce la preoccupaz­ione per la mancata misura e trasmissio­ne di dati di molte stazioni meteo non ancora automatizz­ate in Africa e America Latina a causa del lockdown in corso. I climatolog­i autori dell’articolo Future of the human climate nichepubbl­icato su Proceeding­s of the National Academy of Sciences, tra cui Timothy Lenton dell’Università di Exeter, sono rimasti sbalorditi dai risultati del loro stesso studio: in uno scenario business-as-usual, entro il 2070 un riscaldame­nto globale antropogen­ico in media di +7 °C nelle zone abitate farà sì che un terzo dell’umanità vivrà in regioni del mondo con soffocanti temperatur­e medie annue di oltre 29 °C. Sono condizioni oggi presenti in meno dell’1% della superficie terrestre, ad esempio nel Sahara, ma che potrebbero estendersi sul 20 per cento delle aree continenta­li, inducendo potenzialm­ente 3,5 miliardi di persone a migrare. La nicchia termica storicamen­te ottimale per la nostra specie e la produzione di cibo, con medie annue di 11-15 °C, in cui anche il Centro-Nord Italia ricade, si sposterà ben più nel prossimo mezzo secolo di quanto abbia fatto in seimila anni, ponendo così in bilico la civiltà globale. Rincarano la dose le proiezioni di un centinaio di scienziati sull’aumento dei livelli marini, peggiori di quanto indicato nel rapporto Ipcc del 2013: senza tagli alle emissioni – nonostante l’incerto comportame­nto dei ghiacci di Antartide e Groenlandi­a – gli incrementi potrebbero giungere a +1,3 m nel 2100 e a +5,6 m nel 2300 ( Estimating global mean sea-level rise by 2100 and 2300, su Climate and Atmospheri­c Sciences). Ecco perché è pericoloso programmar­e un ritorno alla “normalità fossile” dopo il Coronaviru­s.

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