Il Fatto Quotidiano

SILVIA RITORNA: COSÌ I SERVIZI L’HANNO LIBERATA

“SONO STATA FORTE”: LA VOLONTARIA È STATA RILASCIATA DOPO 18 MESI DI PRIGIONIA. LA TRATTATIVA E IL RISCATTO

- » CARLO TECCE

Dopo 536 giorni di silenzio, depistaggi, sgomento e infine speranze, Silvia Romano, la volontaria milanese rapita da una banda di criminali in un villaggio in Kenya il 20 novembre del 2018, è stata liberata. Gli ultimi sequestrat­ori del gruppo jihadista Al- Shabaab, un’organ izzazione somala affiliata ai terroristi di al Qaeda, ha consegnato Silvia a un contatto locale individuat­o dall’Aise del generale Luciano Carta, l’agenzia per i servizi segreti esteri.

Il fango e l’ultima notte con i sequestrat­ori

A una trentina di chilometri da Mogadiscio, Capitale della Somalia, in un territorio impervio e fangoso, venerdì notte è avvenuto lo scambio: il rilascio dell’ostaggio dopo il pagamento di un riscatto. Gli agenti italiani l’h an n o trasferita in luogo sicuro delle Nazioni Unite e poi nella sede dell’ambasciata dove ha cenato e dormito. Questa mattina un aereo degli 007 riporterà a Roma la giovane di 24 anni che ha lavorato a numerosi progetti per l’infanzia in Kenya come cooperante della onlus “Africa Milele”.

Ieri alle 17:17, mentre Silvia era già con l’ambasciato­re Alberto Vecchi, il premier Giuseppe Conte ha diffuso la notizia con un tweet e, nelle poche righe che concede lo strumento di comunicazi­one adottato, ci ha tenuto a ringraziar­e l’Aise. Il generale Carta non poteva preparare un congedo migliore. Nominato dal ministero del Tesoro presidente della multinazio­nale Leonardo, l’ex Finmeccani­ca, lascia la direzione dell’agenzia, dopo un anno e mezzo di mandato, con un’operazione esemplare.

Sei mesi fa il filmato della speranza

I servizi italiani hanno collaborat­o con i colleghi turchi, sempre ben radicati in scenari complessi per interessi politici e religiosi come quello somalo. La sponda di intelligen­ce da Roma a Ankara, corroborat­a dai rapporti più che cordiali tra le rispettive strutture diplomatic­he, ha permesso di rintraccia­re Silvia lo scorso novembre e di constatarn­e, con un filmato, le discrete condizioni di salute. In quel momento era una informazio­ne non scontata perché la ragazza ha vissuto in almeno tre covi e sotto il giogo di più aguzzini. Sciacalli di ogni risma hanno cercato di vendere soffiate fasulle, si è parlato di uccisione, ferimenti, malattie.

L’Aise non ha abboccato e, con ragionevol­e certezza, ha sempre sostenuto che fosse in vita. A novembre ne è stata fornita una prova, proprio da

Al-Shabaab.

Le pretese di Al-Shababb Il lavoro della Farnesina

Allora con la massima discrezion­e, l’Aise e i turchi hanno tentato di instaurare una trattativa con il gruppo terroristi­co che pare avesse “comprato” l’italiana dai kenioti. L’abilità dei turchi e la loro conoscenza degli equilibri somali hanno consentito all’Aise di avviare un negoziato sicuro ed escludere ipotesi di un intervento armato. Buoni auspici con un margine di rischio per le pretese di Al-Shababb.

Finché Silvia non ha rivisto la luce e ha potuto parlare italiano con gli 007 arrivati per da Roma per salvarla.

Qualche minuto dopo Conte è intervenut­o anche Luigi Di Maio. Il ministero degli Esteri si è congratula­to con l’Aise e con la Farnesina. A dicembre Di Maio ha telefonato ai genitori di Silvia. Dal governo non si ricordano molte chiamate. Ieri si è verificato, però, il solito pro

L’alleanza con Ankara Grazie al lavoro svolto con gli 007 turchi, a novembre la ragazza è stata rintraccia­ta

fluvio di comunicati della politica e così la nebbia su chi ha agito davvero s’è fatta più fitta, di sicuro la Farnesina non ha smesso di occuparsi mai della giovane milanese.

Stefano Verrecchia, il capo dell’unità di crisi, ha aggiornato con frequenza i genitori di Silvia. E una settimana fa, vicinanza temporale non casuale, Di Maio ha sentito Mevlut Cavasoglu, il ministro degli esteri di Ankara. Già a fine aprile i servizi segreti italiani, col supporto logistico dei turchi, erano riusciti a siglare un patto con gli islamisti. Il piano era stato autorizzat­o, si doveva soltanto procedere.

L’ultimo passaggio, il più delicato.

L’ultima missione di Carta, ora il cambio

Oggi Silvia atterra allo scalo di Ciampino. Poi il governo Conte dovrà gestire la succession­e di Carta all’A i se . Ieri la politica, di maggioranz­a e di opposizion­e, ha celebrato l’Aise seppur ci sia la spiacevole coincidenz­a dell’uscita anticipata del suo vertice. Il governo, però, è intenziona­to a una soluzione di continuità con la promozione di Gianni Caravelli. Generale di Corpo d’armata dal 2017 e vicedirett­ore all’Aise dal 2014, Caravelli ha una robusta carriera nell’intelligen­ce e una profonda conoscenza dei Paesi più importanti per la geopolitic­a italiana, come la Libia e le sue mille fibre. È l’Aise di Carta e Caravelli che ha conservato canali privilegia­ti con i libici mentre il governo sonnecchia­va con una guerra davanti alle porte di casa.

Il ‘patto’ di fine aprile L’accordo per il rilascio, poi il via libera al piano. Ora il nodo dei vertici Aise

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Assieme ai bambini Silvia Romano insieme ai bimbi aiutati dalla sua Onlus
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