L’Italia non può permettersi di dare fiducia a chi l’ha tradita
I l governo della crisi rappresenta il meccanismo che consentirà o meno di avviare la ripresa economica. Al netto della retorica dell’unità nazionale, ci si chiede come sia possibile pretendere sgravi, incentivi e garanzie sulla liquidità da chi negli ultimi anni non solo si è sottratto ai fondamenti minimi della responsabilità democratica – il prelievo fiscale sui diversi cespiti – ma spesso l’ha fatto dopo aver ricevuto dalle casse pubbliche massicci investimenti in risanamento produttivo. Gli stessi che hanno goduto della fiscalità generale nei periodi di crisi, come tuttora avviene con la cassa integrazione, senza restituire un progetto industriale di medio-lungo periodo, ma pensando solo ai profitti di breve. Reiterare la fiducia a chi l’ha già tradita è un progetto politico che l’Italia non può più permettersi. Non si può ignorare che l'austerità imposta dall'Europa è stata aggravata dall’avarizia di chi ha spostato le sedi in Paesi a tassazione agevolata, rendendo l’Italia vulnerabile alla pandemia e alla crisi in cui siamo.