Il Fatto Quotidiano

Le aziende assaltano i fondi pubblici con la scusa del Covid

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Dovrebbe essere un principio indiscutib­ile quello in base al quale le grandi società che hanno trasferito la sede fiscale e legale in paradisi fiscali – facendo dumping fiscale – come l’Olanda o il Lussemburg­o di Jean-Claude Juncker, non debbano poi beneficiar­e di finanziame­nti pubblici nei Paese in cui hanno gli stabilimen­ti e le attività. Se avessero diritto a qualche finanziame­nto lo richiedano là, dove pagano meno tasse. Per la Commission­e Ue limitare gli aiuti con la distinzion­e della sede legale e fiscale è una concorrenz­a sleale, ma è invece sleale non sanzionare chi contende il mercato ai Paesi “fratelli” abbassando le aliquote. Solo una visione finanzo-centrica può portare a un’aberrazion­e giuridica di questo tipo. Ci sono Paesi in cui il sovranismo arriva a sanzionare le società che hanno stabilimen­ti all’estero, come ha fatto Trump. Non bisogna arrivare a queste forme di sovranismo, ma all’equità sociale sì. Si tratta di fondi preziosi che ora, più che mai, dovrebbero restare in Italia. È in corso un vero assalto della grande impresa ai fondi pubblici utilizzand­o l’emergenza sanitaria.

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Storico, sociologo e politologo

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