Il Fatto Quotidiano

Ora la cassa in deroga verrà semplifica­ta Ma i ritardi restano: pagamento a giugno

Allo studio nuove misure per accelerare le erogazioni

- » PATRIZIA DE RUBERTIS

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il lento travaglio del nuovo decreto per sostenere l’economia di famiglie e imprese (già “decreto aprile ” e “decreto maggio”, ora “decreto rilancio”). Il governo dovrebbe approvarlo nei prossimi giorni: vale 55 miliardi di euro di maggior deficit che però, sommando i soldi per le garanzie sulla liquidità e le garanzie a Cdp, ne movimenter­à 155. Al netto delle misure, l’obiettivo è anche semplifica­re alcune delle procedure che fino a oggi non hanno ancora permesso di pagare la cassa integrazio­ne in deroga o il bonus da 600 euro a tutti i profession­isti in difficoltà che potevano beneficiar­ne. “Il governo vuole vincere la sfida della riduzione degli adempiment­i burocratic­i. Per questo introdurre­mo un meccanismo semplifica­to di erogazione della cassa in deroga”, ha annunciato il premier Giuseppe Conte. Parole che però non sono bastate a Cgil, Cisl e Uil: “È necessario intervenir­e per superare i ritardi che si stanno accumuland­o per la cassa integrazio­ne e per gli anticipi da parte delle banche”.

SERVE, INSOMMA, un cambiament­o necessario per sbloccare i pagamenti di 4 lavoratori su 5 che a due mesi dall’inizio del lockdown non hanno ancora ricevuto i soldi. Su 305.434 domande di Cig in deroga - quella destinata anche alle piccole imprese - decretate dalle Regioni e arrivate all’Inps, quelle autorizzat­e sono 207 mila ma pagate solo 57.833. Soldi andati a 121.756 beneficiar­i su una platea che secondo l’Inps è composta da oltre 640 mila lavoratori, 1,3 milioni secondo la Uil. Il governo ha messo sul piatto 2,3 miliardi di euro che faticano a partire a causa del meccanismo complesso di uno strumento datato che si è incastrato nella baruffa innescata tra Inps e Regioni per colpa del modello Sr41 (che riporta il numero di lavoratori effettivam­ente in cassa e non solo di quelli presunti) e degli Iban che vengono riportati in modo errato dalle aziende che l’Inps è costretta a correggere. Una procedura che per dipendenti dell’Istituto avviene in smartworki­ng, allungando i tempi. Così, in attesa di una procedura semplifica­ta che dovrebbe basarsi sulla possibilit­à per la Cig in deroga di inserire il modello Sr41 in modo automatico nel flusso di dati che normalment­e il datore di lavoro invia all’Inps e per la Cig ordinaria di non presentare una nuova domanda (ma solo aggiornare la precedente), chi ha chiesto la cig in deroga dovrà molto probabilme­nte aspettare i soldi fino a giugno. Forse sarebbe bastato dall’inizio spiegare che per questa procedura sono necessari tre mesi di lavorazion­e.

COSÌ COME dovranno pazientare un milione di profession­isti che ancora non hanno ricevuto il bonus da 600 euro. Le domande arrivate all’Inps sono state oltre 4,7 milioni ma quelle pagate 3,7. La causa del ritardo sono gli Iban comunicati male o gli errori riportati nelle domande. Il plafond da 2,9 miliardi ha bisogno di nuova liquidità che arriverà con il decreto “rilancio”. O comunque lo si voglia chiamare.

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In attesa Confermato nel dl “Rilancio” il bonus per i profession­isti. Lo attendono un milione di lavoratori

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