Ora la cassa in deroga verrà semplificata Ma i ritardi restano: pagamento a giugno
Allo studio nuove misure per accelerare le erogazioni
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il lento travaglio del nuovo decreto per sostenere l’economia di famiglie e imprese (già “decreto aprile ” e “decreto maggio”, ora “decreto rilancio”). Il governo dovrebbe approvarlo nei prossimi giorni: vale 55 miliardi di euro di maggior deficit che però, sommando i soldi per le garanzie sulla liquidità e le garanzie a Cdp, ne movimenterà 155. Al netto delle misure, l’obiettivo è anche semplificare alcune delle procedure che fino a oggi non hanno ancora permesso di pagare la cassa integrazione in deroga o il bonus da 600 euro a tutti i professionisti in difficoltà che potevano beneficiarne. “Il governo vuole vincere la sfida della riduzione degli adempimenti burocratici. Per questo introdurremo un meccanismo semplificato di erogazione della cassa in deroga”, ha annunciato il premier Giuseppe Conte. Parole che però non sono bastate a Cgil, Cisl e Uil: “È necessario intervenire per superare i ritardi che si stanno accumulando per la cassa integrazione e per gli anticipi da parte delle banche”.
SERVE, INSOMMA, un cambiamento necessario per sbloccare i pagamenti di 4 lavoratori su 5 che a due mesi dall’inizio del lockdown non hanno ancora ricevuto i soldi. Su 305.434 domande di Cig in deroga - quella destinata anche alle piccole imprese - decretate dalle Regioni e arrivate all’Inps, quelle autorizzate sono 207 mila ma pagate solo 57.833. Soldi andati a 121.756 beneficiari su una platea che secondo l’Inps è composta da oltre 640 mila lavoratori, 1,3 milioni secondo la Uil. Il governo ha messo sul piatto 2,3 miliardi di euro che faticano a partire a causa del meccanismo complesso di uno strumento datato che si è incastrato nella baruffa innescata tra Inps e Regioni per colpa del modello Sr41 (che riporta il numero di lavoratori effettivamente in cassa e non solo di quelli presunti) e degli Iban che vengono riportati in modo errato dalle aziende che l’Inps è costretta a correggere. Una procedura che per dipendenti dell’Istituto avviene in smartworking, allungando i tempi. Così, in attesa di una procedura semplificata che dovrebbe basarsi sulla possibilità per la Cig in deroga di inserire il modello Sr41 in modo automatico nel flusso di dati che normalmente il datore di lavoro invia all’Inps e per la Cig ordinaria di non presentare una nuova domanda (ma solo aggiornare la precedente), chi ha chiesto la cig in deroga dovrà molto probabilmente aspettare i soldi fino a giugno. Forse sarebbe bastato dall’inizio spiegare che per questa procedura sono necessari tre mesi di lavorazione.
COSÌ COME dovranno pazientare un milione di professionisti che ancora non hanno ricevuto il bonus da 600 euro. Le domande arrivate all’Inps sono state oltre 4,7 milioni ma quelle pagate 3,7. La causa del ritardo sono gli Iban comunicati male o gli errori riportati nelle domande. Il plafond da 2,9 miliardi ha bisogno di nuova liquidità che arriverà con il decreto “rilancio”. O comunque lo si voglia chiamare.