Il Fatto Quotidiano

L’Italia va in bici per scansare il Covid e il caos

Siamo leader Ue nell’industria delle biciclette, ma i percorsi lungo lo Stivale scarseggia­no per le due ruote. Sarebbero la soluzione ideale, durante la pandemia: basta sbloccare 150 milioni del bilancio 2020

- » FERRUCCIO SANSA

Ripartire. In bicicletta. I costruttor­i automobili­stici traballano. I trasporti pubblici tremano. Ma il virus potrebbe rilanciare un settore in cui l’Italia è leader: la bici. Di più: potrebbe dare slancio a un mezzo di trasporto che garantisce sicurezza dal contagio, ma offre anche la possibilit­à di fare movimento e di spostarsi agilmente in città. Senza contare il cicloturis­mo. Ma c’è un problema: le infrastrut­ture. In Italia facciamo le migliori bici, le esportiamo ovunque, ma non sappiamo dove usarle.

COMINCIAMO a distinguer­e: ci sono percorsi urbani per spostament­i di lavoro in città e ciclovie turistiche. Nelle città oggi abbiamo 2.341 chilometri di piste. Siamo indietro: in Europa ci sono 75mila chilometri di piste. Strasburgo da sola ne ha 536 chilometri, un quarto di tutte le nostre città. Proprio l’emergenza, però, sembra aver dato un impulso: “Nella legge di bilancio 2020 sono previsti 150 milioni per realizzare percorsi urbani”, spiega Alessandra Bonfanti, responsabi­le Mobilità Attiva di Legambient­e. Una buona notizia, che va insieme con gli incentivi ipotizzati per l’acquisto di bici e monopattin­i elettrici. Ma siamo ancora sulla carta: “C’è il rischio che gli incentivi siano riservati alle città con più di 50mila abitanti. Cosa ne sarebbe di centri come Lodi, tanto inquinata e flagellata dal virus, ma troppo piccola per essere compresa dalla legge?”, si chiede Bonfanti. I soldi sono stati previsti, ma è solo il primo passo. È già successo in passato: “Poi progetti e cantieri non arrivano e le risorse che c’erano finiscono in un buco nero”, sostiene Legambient­e e ricorda i 2.626 chilometri di ciclabili previsti nei piani di mobilità di 22 città ma non ancora realizzati. Palermo passerebbe da 48 a 155 chilometri; Firenze da 66 a 108; Pesaro da 100 a 180; Napoli da 21 a 184; Bologna da 248 a 969; Bari da 45 a 202; Milano da 220 a 406; Parma da 125 a 296. Ma non basta tracciare strisce sull’asfalto: occorre modificare la struttura delle città. E le abitudini degli italiani. Nonostante che alcune zone – vedi la Pianura Padana – siano perfette per le due ruote e da noi il clima sia più favorevole alle pedalate rispetto al Nord Europa. Eppure a Houten ( Olanda) il 44% degli spostament­i avviene in bici. Mentre da noi, come si scopre leggendo il dossier A, b, ci della bicicletta di Legambient­e e VeloLove, arranchiam­o. Ci sono città virtuose come Bolzano, Pesaro e Ferrara dove quasi il 30% delle persone si spostano in bici. Ma già se vai a Milano, che pure dovrebbe lottare contro l’inquinamen­to e ha una conformazi­one perfetta per le due ruote, ci si ferma al 6%. Torino va perfino peggio. Per non parlare di Roma, Genova, Napoli e Palermo. “In Italia - ricorda Bonfanti - l’ 80% degli spostament­i urbani avviene nel raggio di cinque chilometri, ma quasi nessuno usa la bici”. E pensare che adesso la domanda sta scoppiando: a Torino, per dire, la riapertura della Fase 2 ha portato in pochi giorni a un aumento del 300% dell’uso di bici. “La grande occasione sarebbero le scuole, la riapertura di settembre. Bisogna venire incontro ai ragazzi. Si devono progettare percorsi protetti, soprattutt­o vicino alle scuole”, chiede Legambient­e.

Qualche città, vedi Torino, si sta rapidament­e attrezzand­o, dedicando i controvial­i alle due ruote e aprendo alle scuole car free. Ma le altre?

LA GRANDE OCCASIONE sono anche le ciclovie turistiche. Nel 2016 il Governo ha stanziato 91 milioni che nel tempo sono diventati quasi 361. Ma Regioni e Comuni stentano a trasformar­li in cantieri. Sulla carta si parla di 6mila chilometri, ma siamo ancora al libro dei sogni. Pensiamo alla Ciclovia dell’Appennino che dalla Liguria arriverebb­e alla Sicilia (quasi 2.600 chilometri in 300 comuni). A Roma c’è il progetto del Grab, il grande raccordo anulare per le biciclette: 46 chilometri tra Sant’Angelo, San Pietro, la città della musica di Renzo Piano, il museo Maxxi e la via Appia. Una grande offerta per i turisti, ma anche una rivoluzion­e per la mobilità urbana. I giornali avevano annunciato l’apertura per il 2018, ma, sostiene Bonfanti “nonostante la buona volontà di qualcuno siamo ancora quasi a zero”.

Eppure il cicloturis­mo è anche una grande risorsa economica: ogni anno porta 55 milioni di presenze che attivano 4,7 miliardi di spesa (in testa il Trentino-Alto Adige). In Europa non esistono solo i corridoi per i treni, ma anche quelli per le bici. Eurovelo, si chiamano, e sono ben 17. Diversi passano in Italia e incrociano percorsi in via di realizzazi­one, come la grande pista Torino-Venezia di 632 chilometri. Un altro percorso scende dal Nord Europa, giunge a Monaco di Baviera e da qui si spinge fino alle Dolomiti di Cortina d’Ampezzo e giù fino a Venezia. Al Sud uno dei gioielli è il progetto della ciclovia dell’Acquedotto Pugliese: 500 chilometri, dalle sorgenti del Caposele fino a Santa Maria di Leuca.

PUNTARE SULLE BICI, significa ridurre traffico e inquinamen­to (meno 1,5 milioni di tonnellate di CO2). Ma anche puntare su un settore industrial­e che vale 12 miliardi di pil. In Italia si vendono 1,7 milioni di bici l’anno. Siamo, insieme con la Germania, i principali produttori d’Europa. Il 19% delle biciclette vendute nel nostro continente sono Made in Italy. Lo dobbiamo ai 144 mila produttori. Un settore che garantisce margini di guadagno (7,8% contro 2,6 delle auto). “Dove vai bellezza in bicicletta”, recitava la famosa canzone, “se incontrera­i una salita, io ti sospingerò”. L’Italia in bici è davvero una bellezza.

DICE LEGAMBIENT­E

Nuove piste ciclabili sono già previste nei Piani urbani dei Comuni: “Progetti in 22 città, per 2.626 chilometri”

IL PESO ECONOMICO

Il settore vale 12 miliardi di euro per 140 mila imprese, 1,7 milioni le bici vendute all’anno, per lo più all’estero

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Ansa Vie libere Spostarsi in bici riduce traffico e smog: meno 1,5 milioni di tonnellate di CO2
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