Il Fatto Quotidiano

Dalla rete di informator­i che il mondo ci invidia alla Turchia: così è stata salvata

I successi degli 007, pur se indeboliti a livello locale. Le conseguenz­e in Libia

- » MASSIMO A. ALBERIZZI

Silvia

Romano è tornata a casa tra la felicità di tutta Italia e un po’ di commozione generale. Quando tutti ci dicevano che era stupido continuare a sperare, noi abbiamo caparbiame­nte e puntiglios­amente continuato a cercare.

Silvia è tornata ma alcuni dettagli di questa vicenda appaiono forse meritano un chiariment­o. Il premier Conte ha annunciato la liberazion­e della ragazza con due tweet praticamen­te identici tranne che per la parola “esterna” aggiunta accanto a intelligen­ce. Nel primo messaggio si ringrazia sempliceme­nte l’intelligen­ce, nel secondo l’intelligen­ce esterna cioè l’AISE. Ha un significat­o questa puntualizz­azione? Se sì, quale? Un’altra informazio­ne da approfondi­re l’ha fornita lo stesso Conte quando ha sottolinea­to il ruolo svolto dalle intelligen­ce somala e turca. Una fonte confidenzi­ale ha riferito al Fattoche negli anni proprio la rete di informator­i che l’Italia aveva nel Corno d’Africa è stata de pote nzia ta. Ce la invidiavan­o tutti: Usa, Francia e Gran Bretagna chiedevano ai nostri servizi informazio­ni che non riuscivano a ottenere da soli. “Se esistesse ancora quel network non avremmo avuto bisogno della Turchia, che comunque è un Paese straniero anche se a maggioranz­a islamica. Saremmo andati direttamen­te dai capi dei servizi segreti somali incaricand­oli a trattare il rilascio della ragazza. E i costi, anche quelli politici, sarebbero stati assai minori”.

Sullo sfondo della vicenda della liberazion­e di Silvia Romano, si possono infatti intraveder­e alcuni effetti che l’evento avrà sullo scacchiere internazio­nale in cui l’Italia è impegnata. I costi politici del coinvolgim­ento della Turchia vengono riassunti così: “Turchia e Italia in Libia sono schierate entrambe in difesa del governo di al-Sarraj, ma l’Italia è molto più tiepida e anche critica nei confronti di Ankara, sia per gli atteggiame­nti liberticid­i del governo Erdogan, sia per le forniture di armi che il Paese Nato ha riversato in Libia. L’aiuto fornito dai turchi si farà sentire sui campi di battaglia libici”.

A confermare questo scenario, si aggiunge un altro elemento. Come confermato da fonti autorevoli a Mogadiscio alcuni mesi fa, nell’affannosa ricerca di notizie sulla ragazza, i nostri 007 si erano rivolti anche ai loro colleghi degli Emirati Arabi Uniti. La loro rete è abbastanza radicata nell’ex colonia italiana. Ma Abu Dhabi, che in Libia è schierata contro Serraj e sostiene il generale Aftar, aveva posto a Roma condizioni inaccettab­ili: un ribaltamen­to delle alleanze in Libia in cambio di Silvia Romano. La proposta e

Lo scenario

È assai probabile che adesso l’aiuto fornito da Erdogan si farà sentire sui campi di battaglia libici

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