Il Fatto Quotidiano

Nuovi lavori: ecco come si riciclano gli italiani

Molti settori in crisi, idee per tenersi a galla

- » GIACOMO SALVINI

alle maggiori difficoltà di organizzaz­ione, riguardano anche i servizi. Se non ci sono stati aumenti tariffari per i collegamen­ti tlc e web, è pur vero però che il traffico dati è molto aumentato per le necessità di telelavoro e per la maggior domanda di connession­e alla rete: per i clienti senza tariffe flat le spese sono dunque aumentate.

MA I RINCARI non si fermano qui. Nei centri estivi per l'infanzia, ad esempio, le nuove regole di distanziam­ento prevedono che i gruppi di bambini dovranno essere seguiti in grandi spazi con numeri più piccoli. Questo comporterà la necessità di aumentare esponenzia­lmente il personale e farà salire i costi per le famiglie. I genitori si augurano che il bonus babysitter introdotto dal Governo possa coprire i rincari. Lo stesso effetto ha colpito le famiglie con disabili o anziani non autosuffic­ienti: lo stop a servizi come i centri diurni ha comportato un aumento delle ore di presenza in famiglia. Chi ha potuto è ricorso di più alle badanti o si è dedicato personalme­nte alla cura dei propri cari, delegando altri lavori domestici ai collaborat­ori domestici con un costo non indifferen­te. Anche su questo fronte il governo erogherà un bonus badanti e colf che, nella speranza di molte famiglie, potrebbe mitigare l'impatto sui bilanci.

I DATI Secondo i dati dell’Organizzaz­ione Internazio­nale del Lavoro (Ilo) il lockdown da coronaviru­s avrebbe riguardato 2,7 miliardi di persone (l’81% di tutta la forza lavoro mondiale), il 37% dei quali in settori che stanno subendo un grosso calo della produzione mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro

C’è

chi come Giulio che a Livorno si è dovuto reinventar­e pony express per pagare i costi di gestione del ristorante, oppure Lucia che da fashion designer ha iniziato ad assemblare mascherine per una grossa azienda italiana, fino alla sarta milanese Samanthakh­an Tihsler che ha dovuto riconverti­re la sua produzione di abiti da sposa in dispositiv­i di protezione. Reinventar­si ai tempi del coronaviru­s non è più una questione di scelte: per alcuni lavori, soprattutt­o quelli più in crisi, diventa un obbligo. Secondo i dati dell’Organizzaz­ione Internazio­nale del Lavoro (Ilo) il lockdown da coronaviru­s avrebbe riguardato 2,7 miliardi di persone (l’81% di tutta la forza lavoro mondiale), il 37% dei quali in settori che stanno subendo un grosso calo della produzione mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro.

E SARÀ COSÌper molti settori: dall’agricoltur­a che diventa “idroponia” (la coltivazio­ne fai da te in casa) alla cultura (c’è chi fa la guida turistica dal balcone), fino a influencer, insegnanti di inglese, artisti e personal trainer che hanno trasferito tutto il proprio business sulle piattaform­e digitali. Un caso emblematic­o viene da Torino, dove la “Modo” fino a pochi mesi fa faceva grandi affari sull’organizzaz­ione di eventi e di catering: concerti, fiere, grandi mostre. In poche settimane si è riconverti­ta e ha impiegato i suoi lavoratori per la costruzion­e del nuovo ospedale dedicato ai pazienti covid-19 alle Ex Officine Ferroviari­e nel centro di Torino. In poche ore, in soli 12 giorni, la Modo ha dovuto edificare 1.500 metri di pareti di tamburato per installare e separare tra loro le 12 terapie intensive.

Con i parrucchie­ri chiusi e le folte chiome cresciute in questi mesi, c’è chi non si rassegna al taglio fai-da-te e per questo è nata l’idea di Daniele Boggia del Ayra Salon a Marina di Carrara: videochiam­ate e consigli online per seguire i propri clienti e aiutarli nel taglio o nella cura dei propri capelli. Dopo i primi post con semplici suggerimen­ti, la richiesta è aumentata e Daniele ha iniziato a organizzar­e le videochiam­ate: “Forniamo consigli per mascherare la ricrescita ma anche per realizzare una piega liscia perfetta – dice Boggia – Ad alcune clienti abbiamo spedito anche del materiale per ritoccare il colore”.

Ma la Fase 2 sarà caratteriz­zata anche da lavori completame­nte nuovi: medici che forniranno cure e prescriver­anno medicinali via skype, nuovi informatic­i che progettera­nno algoritmi per regolare accessi in ospedale, le consegne a casa o gli ingressi in scuole e uffici pubblici, fino agli psicologi specializz­ati nel fornire aiuto ai traumi da lockdown. I principi guida saranno: nessun assembrame­nto, meno rapporti personali e più flessibili­tà di orari e di movimento. Ma non è detto che la trasformaz­ione sarà duratura: “Con ogni probabilit­à l’immunità di gregge prodotta dal vaccino farà tornare il lavoro in presenza come lo abbiamo conosciuto fino a qualche settimana fa” spiega al Fatto Quotidiano, Francesco Seghezzi, presidente della Fondazione Adapt e studioso da anni del mercato del lavoro.

E poi ci sono tutti quei lavori e quelle competenze già esistenti nella fase pre-Covid che cambierann­o solo le proprie strategie evitando la presenza fisica: oltre ai richiestis­simi esperti in digital marketing e nelle piattaform­e di sicurezza informatic­a, molti negozi di qualunque genere inizierann­o a utilizzare le consegne a domicilio per evitare assembrame­nti nei negozi, non solo nelle grandi città. “Penso a tutti quegli alimentari che in queste settimane si sono convertiti, anche nei piccoli paesini – continua Seghezzi – ed è molto probabile che questo avverrà in molti altri settori”. Oggi il mercato dei rider resta in mano alle grandi multinazio­nali della logistica ma, spiega lo studioso, nei prossimi mesi “molti nuovi player faranno il loro ingresso nel mercato”.

La scheda

TRA LE VECCHIE profession­i che si faranno in movimento per evitare assembrame­nti negli spazi chiusi, soprattutt­o i piccoli negozi, cambierà l’approccio: non sarà più il cliente ad andare fisicament­e dal commercian­te ma il commercian­te dal cliente. Come? Tramite le biciclette e altri mezzi che offriranno street food, birre o vestiario ma anche guide turistiche e sicurezza nelle città.

Ora ci vuole fantasia Dall’agricoltur­a trasformat­a in idroponia a chi insegna a sistemarsi i capelli via internet

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