Cattolico, ortodosso o protestante: il populismo cristiano senza fede
Un saggio sulla destra che fa un abuso di Dio: Trump, Bolsonaro, Putin e Orbán fino a Salvini e Meloni
Per dare l’idea, è utile rievocare il grido di Giorgia Meloni, nello scorso autunno in piazza del Popolo, e poi diventato persino una hit: “Io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono italiana, sono cristiana”. Cristiana, dunque. Non cattolica. Più identità che fede. “Esplicita il riferimento non tanto al cristianesimo, la religione dei seguaci di Gesù Cristo, ma alla cristianità, la civiltà costantiniana che ha governato grazie all’alleanza fra trono e altare. Essere cristiana è un marcatore identitario, non fede”.
E cristiani - cattolici, ortodossi o protestanti - si sono improvvisati anche gli altri leader della destra che sta plasmando il mito populista in questo inizio degli anni Venti: Trump,
Bolsonaro, Putin, Orbán, Salvini ovviamente. Poco importa che la loro vita privata sia disordinata secondo i canoni della fede (la stessa Meloni è madre ma non moglie), ciò che conta non è “la personalità del guerriero” ma il fatto che “vinca la guerra”.
S’INTITOLA provocatoriamente Dio? In fondo a destra. Perché i populismi sfruttano il cristianesimo l’acuto saggio del giornalista Iacopo Scaramuzzi pubblicato da Emi con la prefazione di Gad Lerner (143 pagine, 13 euro). Scaramuzzi ricostruisce e analizza l’avvento dei vari leader della destra nei loro Paesi con il filo comune dell’abuso dei simboli cristiani.
Un abuso che trova un’altra foto simbolo nel Salvini che ostenta crocifisso e rosario. E che lo studioso e teologo domenicano Timothy Radcliffe spiega anche così: “I partiti sono diventati più esperti di tecnica politica che portatori di un sogno del futuro. Per alcuni il populismo rappresenta il recupero dell’entusiasmo”. Un sogno nero, se non un incubo, in cui “il recupero dell’entusiasmo” è all’insegna del nazionalismo: odio per l’Islam, società chiusa, razzismo, omofobia. Dio, patria e famiglia, secondo una formula classica. Ovviamente Scaramuzzi non identifica tout court con una massa di ignoranti gli elettori di questa destra. La sua analisi scava fino alle radici di questo consenso. E si conclude con l’unico argine universale a questa marea inquietante. Un altro cristiano, ma decisamente diverso: papa Bergoglio.