E Bobo si mangiò Pardo e Caressa
Se è vero che il Covid-19 ha portato morte, rovina e disperazione in molte vite e in ogni settore delle attività umane, nell’orticello del calcio italico, dove lo sconquasso pende sul capo di tutti, dai club alle pay tv, dai calciatori ai giornali specializzati, un piccolo squarcio di luce il maledetto virus lo ha portato. Se nella vita quotidiana abbiamo imparato a fare a meno di cose che ritenevamo essenziali scoprendone la sostanziale inutilità, per non dire fatuità, gli appassionati di calcio hanno di colpo preso atto di un’inattesa e spiazzante verità: e cioè che in confronto alle fresche, spontanee e godibilissime videochiamate via web da calciatore a calciatore (o da ex a ex), ultima moda del pallone in streaming, i programmi tv che da anni vengono ammanniti al povero teleutente sembrano la Corazzata Potemkin: una cagata pazzesca, per dirla col rag. Fantozzi.
CON TUTTO IL RISPETTO per i Caressa, i Pardo e le D’Amico, scegliere tra il loro caravanserraglio di Mughini-Cruciani-Zampini / Marocchi-Marchegiani-Bergomi e i tête-à-tête tra Bobo Vieri e Totti (o Inzaghi, o Del Piero, o Ronaldo, quello doc) o tra Cannavaro e Materazzi (o Lippi, o Gattuso, o Pirlo) è come scegliere tra un concerto di Povia e uno di Mick Jagger. Non c’è gara. L’astro nascente, non c’è dubbio, è Bobo Vieri; che normalmente è ospite di Pardo a Tiki Takama che sul web, da battitore libero, batte Pardo 3-0 e senza bisogno di nani e ballerine.
Bobo si avvale di una ricetta semplice: annuncia l’ospite un’ora prima del collegamento, raduna un pubblico di decine di migliaia di aficionados che gli suggeriscono, anche in diretta, le domande più stuzzicanti, dopodiché pigia il tasto chiamata e fa quello che faceva in campo: si scatena, e scatena. Andando a braccio, impertinente ma mai invadente, sempre sorridendo, sempre facendo leva sull’amicizia o la frequentazione maturate in campo. E così, a una domanda cui nessun calciatore risponderebbe mai se posta da un giornalista, non c’è ospite che davanti a Bobo si tiri indietro. E lo stesso succede se a chiamare è
Cannavaro o magari Luca Toni, quello che giorni fa fece dire a Totti: “Ogni volta che porto Christian agli allenamenti rimango fuori Trigoria, fuori dai cancelli. Ti giuro su Dio: non ho mai più messo un piede a Trigoria. Certe volte rimango in macchina e mi viene da piangere, ci credi?”.
A MARCELLO LIPPI, Cannavaro ha fatto raccontare come scelse i 5 rigoristi della finale mondiale facendogli dire (noi lo scrivemmo al tempo) come l’unico a creargli problemi fosse stato Del Piero. “Io sono sempre stato convinto che i più bravi devono tirare i primi. Alessandro invece venne da me e mi disse: mister, io batto l’ultimo. Come l’ultimo? Sì, mi disse, come ho fatto nella finale di Champions; che non aveva nemmeno tirato perché la Champions la vincemmo col quarto di Jugovic. E perciò: Pirlo, Materazzi che è un ottimo rigorista e poi volevo che Del Piero tirasse il terzo; lui invece mi disse no, guarda che io… c’era lì De Rossi e disse: il terzo lo tiro io. E tu tirerai il quarto, dissi a Del Piero”. I retroscena raccontati senza veli, i campioni che ti conducono dentro la loro reale esperienza. Andatevi a vedere Bobo che intervista Nesta, Inzaghi, Totti, Ronaldo il Fenomeno. Poi ripensate a Tiki Taka. E decidete di che morte volete morire.