Il Fatto Quotidiano

Covid farà bene all’auto Sale la paura dei mezzi pubblici

I risultati dell’indagine della società di consulenze Capgemini, pubblicati da Bloomberg Il virus scoraggia l’uso dei trasporti condivisi, i consumator­i vogliono la vettura privata

- » OMAR ABU EIDEH

Acausa del Covid-19, nel primo trimestre 2020 le auto vendute in Europa sono state poco più di tre milioni, il 26% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. Eppure, potrebbe essere proprio la pandemia a far ripartire il mercato dell’auto: infatti, la paura del contagio potrebbe spingere le persone, specie i giovani, ad abbandonar­e il trasporto pubblico e la mobilità condivisa, preferendo­gli l’acquisto del veicolo.

Lo dice un’indagine della società di consulenza Capgemini, pubblicata da Bloomberg e condotta nella prima settimana di aprile su un campione di 11 mila persone di 11 paesi, tra cui Cina, Germania, India, Regno Unito e Stati Uniti: mercati che rappresent­ano il 62% delle vendite globali. In pratica il desiderio di evitare bus, metro e car-sharing farà crescere la domanda per i veicoli privati, specie nella generazion­e dei nativi digitali. Anche se l’aumento dello smart w or ki ng potrebbe, al contempo, coincidere con una riduzione del pendolaris­mo casa-lavoro.

PREOCCUPAT­I di eventuali contagi, il 44% degli intervista­ti ha dichiarato che adopererà più spesso la propria auto nel 2020, mentre il 40% utilizzerà meno i servizi di trasporto pubblico e condiviso. Dati che, secondo la ricerca, sono destinati a consolidar­si ulteriorme­nte nel futuro prossimo. Tanto che il sondaggio ha rilevato che il 35% degli intervista­ti prevede di comprare un’auto nuova nel 2020, percentual­e che sale al 45% per gli under 35 anni. Tuttavia va chiarito che, in virtù dell’impatto economico della pandemia, la finalizzaz­ione della compravend­ita dipenderà da incentivi, formule di acquisto e modalità di interfacci­a con i concession­ari (non a caso è previsto un aumento delle vendite online).

In Europa il mercato ripartirà da dove si era fermato, ovvero dai suv ( sport utility vehicle ) di taglia compatta: un segmento che, negli ultimi anni, è cresciuto esponenzia­lmente grazie a modelli come Renault Captur, VW T-Roc, Dacia Duster, Nissan Juke e Peugeot 2008. Più recentemen­te si sono unite alla festa nuove sfidanti, come Hyundai Kona e Ford Puma.

Mentre fra qualche mese sarà la volta dell’ibrida Toyota Yaris Cross.

CON OLTRE 2 MILIONI di unità immatricol­ate, gli sport utility di piccole dimensioni rappresent­ano il terzo segmento in assoluto in Europa, a un’incollatur­a da quello delle berline compatte, come la VW Golf. La categoria delle auto piccole è rimasta in cima alla lista, con 2,68 milioni di unità immatricol­ate, ma la domanda è diminuita del 5,4%, con molti clienti che sono passati agli sport utility di taglia urbana. Quest’anno ci si attende una contrazion­e delle vendite di B-Suv a 1,75 milioni, ma già nel 2021 si tonerà ai 2 milioni, per poi salire a 2,5 nel 2022 e a 2,7 entro il 2025.

Europa Il mercato ripartirà dove s’era fermato: ovvero dai suv compatti, insieme a berline e auto piccole

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Il segmento è cresciuto fino ai 2 milioni di unità in Ue. Sopra, Ford Puma A sinistra, Toyota Yaris Cross
Il futuro ha 4 ruote Il segmento è cresciuto fino ai 2 milioni di unità in Ue. Sopra, Ford Puma A sinistra, Toyota Yaris Cross

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