Emergenza, la Fase 2 sarà “’a livella” per un’economia ormai globale
La pandemia porterà a ridefinire la produzione: i fornitori potrebbero perdere commesse per le debolezze del Paese
C’era una volta il mondo semplice degli anni ‘50 e ‘60. Le aziende, tendenzialmente espletavano quasi tutte le fasi della loro produzione di beni o macchinari. Negli anni ‘70 il ciclo di lavorazione iniziò a disaggregarsi. Le grandi aziende si accorsero che era più conveniente acquisire semilavorati e componenti da fornitori specializzati e quindi estremamente efficienti. Ricordate la Fiat che creava l’indotto dei padroncini? La parcellizzazione divenne un fiume in piena con la globalizzazione. Ad esempio molte componenti di un’auto passano il confine tra Messico e USA sette o otto volte prima di essere finalmente assemblate. Un sempliciotto alla Trump riterrebbe erroneamente americano il veicolo che le monta. Invece i concetti di importazione, esportazione o made in Italy sono le vestigia di un passato sepolto. Le industrie, il commercio e gli investimenti sono organizzati in catene del valore globali, geograficamente disperse.
PER LE IMPRESE posizionarsi nell’ambito di queste filiere costituisce l’essenza della propria attività. Entrarci è immensamente complesso: bisogna essere competitivi a livello globale, avere una logistica da orologio svizzero, assicurare un polmone finanziario al cliente, essere flessibili sui ritmi di produzione, investire ingenti risorse in ricerca, certificare la qualità secondo rigorosi standard internazionali. Acquisire commesse è una fatica improba che richiede anni di tribolazioni e, spesso, umiliazioni. Le aziende innovative con una storia illustre alle spalle e che sfornano il top di gamma, strappano commesse a lungo termine e assumono maestranze e tecnici a tempo indeterminato. Al contrario alla base della piramide ristagnano i terzisti con tecnologie obsolete, personale mal pagato e margini irrisori, tenuti in vita da commesse saltuarie.
La pandemia inevitabilmente porterà a ridefinire i perimetri delle filiere. I fornitori cinesi ad esempio dovranno prodursi in acrobazie per mantenere i contratti. Ma ciascuna azienda verrà scrutinata impietosamente per valutare se il sistema paese dove opera è affidabile nella nuova realtà. Ad esempio la Sanità è in grado di gestire senza isterie l’inevitabile ripresa dei focolai infettivi? Il sistema bancario è abbastanza solido da sostenere l’accresciuto rischio di default? Il mercato del lavoro è efficiente? Le frontiere resteranno aperte al commercio? Il governo ha impostato una strategia di contenimento del danno?
CHI NON SUPERA l’esame o non si adatta alla nuova normalità verrà scalzato dai concorrenti nonostante abbia impiegato anni a costruire la rete di relazioni. Per questo la Fase 2 a livello globale non sarà un tranquillo ritorno al tran tran. Sarà, ‘a Livella, come nella poesia di Totò. Di blasoni lucidati, posizioni acquisite o meriti ereditati, non si potrà far sfoggio.