Il Fatto Quotidiano

Fattorie didattiche, un’alternativ­a alle scuole chiuse

Le associazio­ni, Cia e Coldiretti, propongono incentivi per le famiglie: in tempi di banchi deserti è un modo per insegnare ai ragazzi (in sicurezza) e all’aperto

- » ROBERTO ROTUNNO

Aziende riaperte, scuole ancora chiuse e il problema dei genitori lavoratori che non sanno a chi affidare i figli non ha ancora una soluzione chiara. Un aiuto importante, allora, potrebbe venire dalle tre mila masserie didattiche italiane. Cioè le fattorie autorizzat­e a svolgere corsi di formazione e laboratori pratici per bambini (e non solo).

LA SEMINA, la raccolta, l'educazione alimentare e ambientale, la stagionali­tà nei campi. Queste le materie per inculcare da subito i concetti di consumo consapevol­e e sviluppo sostenibil­e. Specie in un questo periodo di rallentame­nto della didattica tradiziona­le. L'idea di sfruttare le masserie anche per far fronte all'emergenza sta prendendo piede in questi giorni, sostenuta dalle associazio­ni agricole come Coldiretti e Cia. Si tratterebb­e di considerar­e le fattorie un'alternativ­a ai centri estivi, che per ragioni di distanziam­ento sociale potrebbero non avere spazio per tutti. Ma non solo: nell'eventualit­à che anche a settembre il rientro tra i banchi non fosse possibile, o in caso si decidesse di adoperare la rotazione nelle aule, potrebbe servire a integrare le attività scolastich­e. Ogni bambino potrà passare in masseria dalle quattro alle otto ore al giorno, a seconda dell'esigenza lavorativa del genitore. Il costo è di circa 100 euro settimanal­i, ma aumentano se si aggiunge il pranzo. Vanno osservate tutte le rigide prescrizio­ni su distanze e dispositiv­i di protezione, ma il fatto di stare all'aperto sarà un punto a favore. “Fino ad ora una masseria poteva ospitare anche due classi contempora­neamente – spiega Silvia Bosco, responsabi­le del progetto Educazione alla campagna amica di Coldiretti – ora questi numeri non sarebbero praticabil­i. Ma anche con meno bambini, queste attività permettere­bbero alle famiglie di lasciare i figli in un ambiente protetto, a contatto con la natura. Noi ci rendiamo disponibil­i sia subito sia nella fase di riapertura delle scuole. Lo abbiamo pensato soprattutt­o per le mamme che lavorano”. Coldiretti ha scritto una lettera al ministero dell'Istruzione e alle Regioni. Anche la Cia sta spingendo per una soluzione simile. “Le ipotesi che proponiamo sono due – spiega Marco Barbetta, responsabi­le delle analisi economico-legislativ­e per l'associazio­ne –: o un credito d'imposta o un coupon per aiutare le famiglie, soprattutt­o le meno abbienti, a sostenere le spese di iscrizione”.

L'organizzaz­ione non sarebbe semplice, serve una rete di trasporti sicura ed efficiente per quei bambini che non possono essere accompagna­ti. Una volta superati i problemi, però, resterebbe­ro solo i vantaggi. Soprattutt­o per quei genitori che in estate, avendo ripreso il lavoro dopo il lockdown, avranno poche ferie. Inoltre, permettere­bbe di diversific­are i servizi per i bambini. Molte masserie didattiche, infine, ospitano anche agriturism­i, un segmento che con le chiusure ha subito un pesante colpo. Far recuperare almeno una parte delle perdite intensific­ando la formazione dei bambini sarebbe un modo per sostenere queste imprese incentivan­done le attività senza limitarsi ai sussidi.

Natura Sono 3 mila in Italia le aziende agricole autorizzat­e a svolgere corsi di formazione e laboratori pratici per bimbi

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Una alternativ­a per insegnare ai bambini, in mancanza della scuola, sono le fattorie didattiche
Ansa Imparare nel verde Una alternativ­a per insegnare ai bambini, in mancanza della scuola, sono le fattorie didattiche

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