Nelo Risi, poeta per dovere che mette il cinema in versi
La raccolta postuma dello scrittore e regista è “il suo film mai girato”
Una poesia può essere una parola, una riga, il sovrapporsi di pochi versi, un poema. Capisci subito che è inevitabile (un poeta non ordina, riceve): per ragioni che non conosciamo, la poesia si presenta al lettore persino se l’autore non lo ha deciso. Nella vita di certi autori sgorga poesia. Detta così la frase è bella, ma suona celebrazione, e non spiega. La poesia di Nelo Risi è un fatto, prima di essere un dono, un complimento o un tributo. La poesia è il suo modo di andare, accurato e trasandato, è il suo dovere con la vita. Perchè dovrebbe dirci altre cose, oltre quelle che vede, che sa e che intende comunicarci non per uso felice del tempo libero, ma per necessità?
MOLTI LIBRI DI POESIA sono come mostre d’arte. Il poeta ha disposto su pareti ideali di mondo interiore le sue opere e ti accompagna nella visita. Nelo Risi è un ufficiale in servizio, consegna il dovuto e si ritira. Senti subito che c’è una distanza fra la sua vita e la sua voce; e che la sua voce è comandata da quell’obbligo di servizio poetico di cui abbiamo parlato. Non c’è il minimo spunto di vanità o di compiacimento, neppure quando il formarsi della poesia-racconto ti aggancia come un thriller, non quando ti dà (non sempre) la parola finale di una sua spiegazione. Nello scrivere di Nelo Risi, parole consuete fanno luce su altro e spostano luogo e tempo. Il suono della sua voce lo conosciamo. Ma le sequenze di parole che creano poesia sono come i tasti di un pianoforte. Aspettano di essere toccati per comporre altra musica.
In questo modo Nelo Risi comunica. Ora Mondadori ha pubblicato Nelo Risi, tutte le Poesie. Non è una galleria d’arte con la sue opere in ordine e secondo un criterio critico, ma un camminare allo stesso tempo dimesso e orgoglioso; incontro completo e ravvicinato, racconto di un vita quotidiana, uguale alla nostra (a volte stesse parole, linguaggio comune, ma spostate in una sua visione diversa del senso e del tempo). Molti aspettavano che questo libro finale (così l’autore stesso sembrava interpretare il compiersi del tempo) incoronasse se stesso, lui, “poeta minore” con quella dote strana di far diventare poesia il linguaggio comune, nella dimensione che gli spetta.
MA QUESTA RACCOLTA postuma e finale è il grande film che il regista, figlio e fratello di registi, nel suo clan, ha sempre saputo e visto e osservato fino ai dettagli, ma non ha mai girato. È una scena che appare improvvisa e istantanea, la poesia di Nelo. Proprio perché conosce così bene il cinema, il suo scrivere è soliloquio, con voce sommessa e fermissima. Ma ogni verso taglia esattamente, come una lama, l’immagine, la scena, il suono, il senso, e si ferma accanto al lettore come un atleta che ha compiuto il salto perfetto. Tutto avviene dentro una sua visione molto più grande, che non rivelerà.