Il Fatto Quotidiano

Il dl Rilancio impantanat­o: l’ok forse slitta a mercoledì

Mega-testo Salta il Cdm. Trattativa in serata. I nodi: taglio Irap e soldi alle imprese. Il Tesoro: “Mancano ancora tante norme”

- » CARLO DI FOGGIA

Il tentativo di Giuseppe Conte di accelerare sembra naufragato del tutto. Il premier aveva provato già domenica a imporre un Consiglio dei ministri non stop in notturna per dare l’ok al decreto “Rilancio” (già “decreto Maggio” e prima ancora “decreto Aprile”). L’impegno era di approvarlo ieri, ma, di nuovo, niente da fare. È probabile che non ci si riuscirà neanche oggi; “si potrebbe arrivare anche a mercoledì”, spiegano sconsolati dal Tesoro.

IL TESTO– che, giova ricordarlo, secondo il governo avrebbe dovuto ricevere il via libera la scorsa settimana – non è ancora chiuso. Una sorta di maxi manovra finanziari­a (55 miliardi i deficit, 150 di stanziamen­ti) addirittur­a lievitata: la bozza di ieri mattina segnava sempre 258 articoli, ma le modifiche hanno portato altre 30 pagine. “E mancano ancora molte norme”, ricordano al ministero. Ieri alle 14 avrebbe dovuto analizzarl­o il “pre-Consiglio”, la riunione tecnica in cui si dovrebbe fare il cosiddetto drafting normativo (in sostanza, fare tutto per bene evitando furberie, ritardi, errori, effetti indesidera­ti). La riunione è slittata a sera inoltrata.

“Tutti i nodi politici sono stati risolti”, annuncia poco prima il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Il problema però paiono i nodi “tecnici”: da sciogliere ce ne sono ancora tantissimi, a partire da un capitolo di non poco conto come i soldi alle imprese e l’ultima novità, lo sconto sull’Irap, l’imposta sulle attività industrial­i aborrita dalla Confindust­ria di Carlo Bonomi (che ne chiede l’eliminazio­ne). Nella bozza, per dire, viene eliminato l’obbligo del saldo 2019 e dell’acconto 2020 dell’imposta per le imprese con ricavi tra 5 e 250 milioni che ad aprile 2020 abbiano registrato un calo di due terzi del fatturato rispetto al 2019. Paletto, quest’ultimo, che è invece stato eliminato (con le restrizion­i il capitolo sarebbe costato “solo” due miliardi e coperto 54 mila medie imprese su 1,8 milioni). Ieri Gualtieri ha confermato che lo conto sarà per tutte le aziende fino a 250 milioni di fatturato.

Di questo allentamen­to po

trebbero farne le spese gli aiuti pubblici per le aziende tra i 5 e i 50 milioni di fatturato, non a fondo perduto (destinati solo a quelle sotto i 5 milioni): sul tema c’è un ritardo infinito, frutto anche di norme complesse e pasticciat­e ( a non dire della mancanza di coperture). A causa della disperazio­ne giallorosa l’ipotesi è di eliminare il capitolo e destinare le risorse al taglio dell’Irap.

L’altro aspetto incredibil­e è che mancano ancora molte norme, a partire da quelle del ministero dei Trasporti, che è in ritardo. E quelle che ci sono, a decine, attendono la verifica della Ragioneria generale e/o del Dipartimen­to affari giuridici di Palazzo Chigi. Altre, invece, nel frattempo sono state eliminate: è toccato ad alcune proposte del ministero dell’Ambiente.

NON SOLO. Come prevedibil­e, per un testo che coinvolge quasi tutti i ministeri ed è lungo come una legge di Bilancio, sono comparse anche norme che con l’emergenza Covid non c’entrano nulla. È il caso di un paio di articoli micro- settoriali che stanziano 200 milioni al Comune di Taranto a guida Pd per rinnovare il parco dei mezzi di trasporto pubblici (con annesso sistema innovativo di autobus). Norme che stanno creando non pochi malumori in maggioranz­a. “Eliminarle sarebbe uno scippo alla città”, si dolevano ieri alcuni assessori appellando­si a Nicola Zingaretti.

Solo se ogni casella verrà messa al suo posto oggi il testo potrebbe andare in Cdm, ipotesi che nessuno si sente di confermare. Al ministero dello Sviluppo ritengono perfino che sugli aiuti alle imprese (il capitolo vale 10 miliardi) non si trovi la quadra almeno fino a mercoledì. Parliamo di un testo che vale quasi 20 miliardi solo per le misure sul lavoro: Cassa integrazio­ne, mille euro agli autonomi, aiuti a colf e badanti, Reddito di emergenza. Quest’ultimo copre milioni di persone tagliate fuori da ogni sussidio (vedranno i soldi, se va bene, verso fine giugno).

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Ansa Niente Cdm Palazzo Chigi
 ?? Ansa ?? Fiducioso Il ministro dell’Economia Gualtieri. Ieri ha detto che “i nodi politici sul dl sono risolti”
Ansa Fiducioso Il ministro dell’Economia Gualtieri. Ieri ha detto che “i nodi politici sul dl sono risolti”

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