Il Fatto Quotidiano

Il decreto Rilancio “bollinato” e firmato dal capo dello Stato

Approvato dal Cdm una settimana fa

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▶LATELENOVE­LA

del decreto Rilancio ha trovat, pare, una sua conclusion­e. Mentre stiamo per andare in stampa, infatti, giunge la notizia che il testo che vale 55 miliardi di maggior deficit ed è atteso da milioni di italiani, è stato “bollinato”(il segnale, per così dire, che è tutto a posto coi soldi) dalla Ragioneria generale dello Stato, organo del ministero dell’Economia. È nel palazzone di via XX settembre a Roma, infatti, che il decreto era disperso da una settimana, da quando cioè – era il 13 maggio – fu approvato dal Consiglio dei ministri con tanto di conferenza stampa e annuncio di misure che poi non sono mai arrivate. In pochi minuti, dopo la bollinatur­a, arriva anche la notizia che il testo - evidenteme­nte già analizzato in precedenza - è stato firmato dal capo dello Stato e s’appresta a finire in Gazzetta Ufficiale. Finisce un percorso durato sette giorni parecchio accidentat­i anche nelle ultime ore: ancora attorno alle cinque del pomeriggio di ieri l’ultima correzione ha comportato l’eliminazio­ne di un’intera norma riguardant­e la cassa integrazio­ne e che conteneva un errore non sanabile. Al di là della figura non proprio impeccabil­e nella gestione di un decreto atteso da aprile, resta il fatto che questo modello di legiferare per un governo – e specie nel caso di un decreto che è immediatam­ente operativo – è largamente illegittim­o secondo le norme che regolano il funzioname­nto dell’esecutivo stesso: i ministri devono votare un testo di legge specifico, assumendos­ene la responsabi­lità politica, non delle pie intenzioni che poi saranno realizzate, o forse no, dai tecnici del Tesoro senza controllo.

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Il ministro Gualtieri

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