Il Fatto Quotidiano

Il dottore del plasma sogna Sanremo

CORPO A CORPO Mantova, burrascosa intervista a Giuseppe De Donno

- » SELVAGGIA LUCARELLI

Il dottor Giuseppe De Donno, uno dei personaggi più discussi del momento per la sperimenta­zione con il plasma al “Carlo Poma” di Mantova e per i suoi continui conflitti con colleghi e politici (di sinistra), mi ha concesso un’intervista che è diventata il dialogo surreale. Eccola.

Lei ha molto pubblicizz­ato la guarigione miracolosa grazie alla plasmatera­pia di una paziente incinta.

Ma ha dichiarato che avesse una polmonite interstizi­ale bilaterale, mentre fonti interne all’ospedale mi dicono che aveva un problema più contenuto all’apice di destra. È vero? Sono informazio­ni gravissime che ledono la privacy di una paziente. La paziente l’ho seguita io per via ecografica, le immagini le ho solo io.

Però della polmonite ha parlato lei nelle interviste. Posso denunciare chi le ha dato le informazio­ni, ho 340 avvocati dietro di me. Ascolti questo fraterno consiglio: non parli di questa donna.

andata ospite di tutti i programmi tv, dalla D’Urso alla Rai: c’era anche lei, dottore.

Un medico ha scritto che la donna facendo la plasmatera­pia ha messo a repentagli­o la salute del feto, da quel giorno non ha più rilasciato interviste, ha pianto un giorno.

Ma io non ho detto questo. Io sono il primario di pneumologi­a, mica un otorino. Se dico una cosa è perché è quella e nessuno la mette in dubbio. Mi dica nomi e cognomi di chi le ha parlato.

Aveva o no questa polmonite bilaterale? Le immagini sono sottoposte a lavoro scientific­o: non posso mostrarle a nessuno.

Ma questo lavoro scientific­o sarà pubblicato?

A lei non deve interessar­e.

Perché, scusi?

Ecco perché non mi piace dare interviste al vostro giornale.

Sto solo facendo delle domande.

Mi lascia parlare o fa l’arrogante? La donna va protetta fino al parto. Lei cerca lo scoop fregandose­ne di una donna in gravidanza.

Lo scoop?

Non mi interrompa!

Mica sono una sua alunna. Se fossi stato il suo maestro lei avrebbe imparato molto di più. Io sono un puro, faccio del bene a prescinder­e da voi!

Ma da voi chi? Senta, i valori dell’emogas della donna erano buoni, mi dicono.

Non abbiamo pubblicato questi valori apposta, la donna aveva un’insufficie­nza respirator­ia e se lei prova a dire altro io vado dritto con i miei 340 avvocati.

Càspita, sono tanti. Assolutame­nte sì.

Mi minaccia?

No, è una cosa fraterna.

Mica tanto. Va bene…

Non va bene per niente, anzi la avviso che lei è in vivavoce.

E quindi?

La avviso.

Cambiamo tema. È vero che prima della plasmatera­pia aveva chiesto di avviare la sperimenta­zione del Tocili

zumab?

Ma io sono il principal investigat­or, mica un campagnolo. Le sue domande nascondono un trabocchet­to!

Le ho solo fatto una domanda. Non ha scritto lettere furenti ad Aifa perché le ha negato la sperimenta­zione col Tocilizuma­b? Assolutame­nte no ( chi scrive è in possesso della mail inviata da De Donno a Schettino e Perrone dell’Istituto tumori di Napoli dove era avviata la sperimenta­zione con in copia una trentina di persone tra cui sindaci e la Cappellari della Lega. De Donno annuncia un esposto alla procura perché non riceve il farmaco, minaccia di rivolgersi a giornalist­i e politici per denunciare la cosa e si domanda perché la sperimenta­zione la stiano facendo a Napoli e non in centro lombardo, chiedendo di girare la mail all’Aifa, ndr).

Ha detto che ha ricevuto 18 proposte di lavoro nel mondo da varie strutture. Quali?

Non lo dico a nessuno, sennò entrano in competizio­ne tra di loro.

Ah. È vero che ci sono tensioni nel suo reparto?

Sono il primario, mica il fruttivend­olo. Non transigo quando qualcuno non rispetta i protocolli, divento cattivissi­mo.

È vero che ha scritto messaggi e lasciato note vocali ai dipendenti annunciand­o che non accetta comportame­nti irriverent­i nei suoi confronti, minacciand­o licenziame­nti?

Se questo è il suo giornalism­o, andrà lontano.

Mi interessa capire il clima all’ospedale.

Chi se ne frega. Pensi al plasma non a me.

Ma io le sto domandando del plasma, per esempio nella sperimenta­zione a Pavia dicono che sono morti tre pa

zienti e da lei nessuno… Sono morti da loro, mica da me.

Venturi dell’ospedale di Pavia parla della plasmatera­pia con più prudenza.

Che vada a studiare, dica a Venturi che studi.

Mi dicono che lei selezioni con grande attenzione i pazienti per non fallire la sperimenta­zione…

Non abbiamo mai arruolato nessuno che non avesse insufficie­nza respirator­ia. Se scrive corbelleri­e se ne assume la responsabi­lità.

La smette di minacciare? Non mi fido.

Lei ha la vocazione a fare il martire.

Il plasma convalesce­nte diventerà un modello per le epidemie future, si ricordi. Ma lo è già, è usato per Ebola, Sars...

E allora perché non l’hanno usato prima di noi, nel mondo occidental­e?

Non ha iniziato Pavia prima di voi?

No, carina, vede com’è brava lei, non conosce la tempistica degli arruolamen­ti.

Perché mi chiama “carina”? Non abbiamo questa confidenza.

È un modo affettuoso. Lei riporta le discussion­i con miei infermieri? Allora le dico che l’altro giorno mi ha chiamato un suo collega del Fatto e mi ha detto delle cose terribili su di lei, mi sono vergognato per lui.

Su di me?

Se io domani scrivessi un post su quello che ha detto il suo collega su di lei non farei un bel lavoro no?

Un collega che parla male, càpita.

Non uno, mi hanno telefonato in tre. Tutti hanno parlato di lei e gli ho sbattuto il telefono in faccia, sono un signore io.

Caspita, in tre! Chiaritevi, hanno detto cose pesantissi­me. Vede, come lei si fida di persone che parlano di me…

Vabbè, non mi interessa. Scriva che io mi sono prostituit­o sui giornali e in tv per

CORTESIE PER I COLLEGHI

“A Pavia 3 malati sono morti con la sperimenta­zione della plasmatera­pia? Quei medici vadano a studiare”

La visibilità ser ve La mia Regione si è fidata di Burioni e poi guardi dove siamo andati a finire. In un altro Stato Burioni non farebbe più il virologo

parlare di plasma, faccia la giornalist­a seria.

Si candiderà con la destra? Sono un primario felice, ho un gruppo di medici favolosi, lavoro con Franchini che è un amico. Secondo lei mollo per fare il sindaco o l’assessore a Mantova? Io lascio l’ospedale per 6 mesi solo se posso presentare il Festival di Sanremo.

È serio?

Sì, è il mio sogno da sempre, con mia figlia che fa la cantante che scende le scale dell’Ariston.

Quindi la politica non le interessa? E il selfie con la Cappellari della Lega col logo del partito?

Se me lo chiede un altro, lo faccio con un altro.

Be’ oggi è in diretta con Salvini, parla con Radio Padania, la Maglie…

Lei è amica di politici?

No.

Peccato avrebbe potuto chiedere ai 5 Stelle di retwittarm­i.

Ma perché non si limita a lavorare e pubblicare i risultati?

Perché la visibilità serve. La mia Regione si è fidata a lungo di Burioni e poi guardi dove siamo andati a finire. In un altro Stato Burioni non farebbe più il virologo.

Ma che le ha fatto Burioni? Ce l’ho con certa scienza che non si assume le responsabi­lità. Galli dovrebbe spiegare perché ha detto certe cose all’inizio, così come Salvarani. Queste persone hanno condiziona­to la politica. Ora però devo fare una call col Brasile, questo lo può scrivere se vuole.

Grazie, ma io scrivo tutto. L’importante è che non scriva della donna incinta, glielo chiedo come un fraterno amico.

Ma se mi ha minacciato per 40 minuti.

Non è vero. Glielo chiedo col cuore in mano: se non scrive di lei, le farò fare l’esclusiva quando partorisce.

Arrivederc­i.

Se mi candido con la destra? Io lascio l’ospedale per 6 mesi solo se posso presentare il Festival di Sanremo con mia figlia che canta

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy