Il Fatto Quotidiano

Concerti addio? “No, i big ci aiutino a ripartire presto”

Dai piccoli imprendito­ri ai promoter: così vogliamo salvare l’estate 2020

- » STEFANO MANNUCCI

Il Covid stacca la spina alla musica? Sì, no, forse. Le piccole imprese che ruotano attorno ai live non si arrendono, mentre manager e promoter di grido si rimboccano le maniche. Tutti giudicano perfettibi­le il decreto della presidenza del Consiglio, con quei paletti che paiono mine sul campo dei concerti.

Dal 15 giugno mille posti distanziat­i per gli show all’aperto e 200 al chiuso, ma con mascherine, igienizzaz­ione dei servizi igienici, sbiglietta­mento ai botteghini azzerato, aerazione, divieti per cibo e bevande, nessun contatto tra i musicisti. A chi conviene? I grandi agenti e impresari dei raduni da stadio e da festival si sono chiamati fuori con una nota di Assomusica, al cui interno pesano in modo decisivo i terminali italiani di multinazio­nali come Eventim e Live Nation. Ci si risente nel 2021, e se il concerto è solo (per ora) rinviato potete tenervi i biglietti; in caso di annullamen­to il Dpcm, all’art.88, prevede un “voucher” che offre la possibilit­à di assistere alla performanc­e di altri musicisti, ma non di quello per cui avevate speso i soldi. Avete tempo 18 mesi con tuttele insidie immaginabi­li.

LA TROVATA dei voucher “di governo” ha generato polemiche a non finire, mentre il Codacons minaccia un’az i on e collettiva per i rimborsi, anche attraverso le leve Ue. Così, dal de profundis della musica 2020, si è passati al “che fare”. Un’agenzia come Otr (nel carnet Diodato, Silvestri, Consoli, Gazzè) vuole tentare i concerti da mille posti. “Meglio che chiudere a lungo: vedremo quali dei nostri saranno pronti per questi tour”, annuncia Francesco Barbaro, patron di Otr. Ma sono i “piccoli” ad alzare il tiro: gli Stati Generali della Musica Indipenden­te ed Emergente, che riuniscono diecimila imprese e 50mila addetti ai lavori, chiedono un incontro urgente al Mibact per rivedere il decreto: ad esempio consentend­o la ristorazio­ne per i live “leggeri” dentro o fuori pub e locali, nelle piazze, perfino in eventi “a domicilio” con gli spettatori in ascolto dai balconi; e autorizzan­do band, cantautori, dj e busker a esibirsi con soluzioni anti assembrame­nto. Ma le istituzion­i dovrebbero concentrar­si sullo snelliment­o della burocrazia, sul credito d’imposta per i gestori, la scontistic­a sui diritti d’autore (è chiamata in causa la Siae) e la concession­e del suolo a titolo gratuito. L’Emilia Romagna si sta muovendo, con un primo tavolo il 28 maggio. “Noi, indotto compreso, facciamo circolare lavoro per 300mila persone, con un volume d’affari da 500 milioni di euro”, precisa Giordano Sangiorgi, figura chiave del mondo della musica indipenden­te.

“Quasi il 90 per cento degli eventi musicali riguarda le piccole imprese, ma è l’ora di lanciare un appello ai grandi nomi: aderiscano, pur simbolicam­ente, alle nostre iniziative per la salvezza di tutto il settore”.

Claudio Trotta, patron della Barley Arts e presidente di Slow Music (organizzat­ore italiano di Springstee­n e del musical We will rock you) ha idee chiare: “Il decreto è formulato male: prematuro indicare la riapertura al 15 giugno. Sulla capienza, è insensato che il Dpcm non entri nello specifico degli assetti. Noi abbiamo elaborato un Protocollo con la collaboraz­ione di profession­isti e medici: a giorni mostreremo nel dettaglio come, da agosto, i concerti siano realizzabi­li in sicurezza anche per migliaia di persone, e consentend­o la ristorazio­ne. Lo sperimente­remo in tutta Italia: stiamo individuan­do le location e i partner adeguati. È sbagliato pensare che questa estate non ci sarà musica, è passata l’idea che senza big del rock e pop da stadio tutto taccia: invece si possono far riprendere anche teatro, danza,

L’ALLARME Secondo i protagonis­ti del settore c’è il rischio di crollo per tutto il comparto E cercano di coinvolger­e i big: “Dateci una mano”

cinema. Quanto al voucher”, conclude Trotta, “è fondamenta­le per sostenere la filiera, a patto che i privati che lamentano di aver venduto tre milioni di biglietti rimasti in sospeso non chiedano pure aiuti di Stato”.

Sconsolato Mimmo D’Alessandro, che con la D’Alessandro e Galli organizza da 23 anni il Lucca Festival: “McCartney non potrà venire in Italia, ma non abbiamo voluto noi la pandemia. E chi ha detto che Paul non ci sarà nel 2021? Nel caso, il cliente potrà usare questo credito per godersi altre leggende internazio­nali, non dilettanti. Questo voucher l’ha introdotto il legislator­e, nessuno l’ha chiesto. Io, di tasca mia, ho pagato anticipi per alberghi, aerei, allestimen­ti. E sostengo i miei dipendenti lasciati senza risorse dallo Stato”.

 ?? Ansa ?? Tra palco e realtà Luciano Ligabue durante un concerto: mentre i “big” rimanderan­no i live al 2021, le piccole imprese vogliono ripartire prima
Ansa Tra palco e realtà Luciano Ligabue durante un concerto: mentre i “big” rimanderan­no i live al 2021, le piccole imprese vogliono ripartire prima

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