Di Matteo frena il rientro di Baldi in Cassazione dal ministero
Al plenum del Csm approdano chat e intercettazioni di magistrati che parlavano con l’ex consigliere Luca Pala mara, indagato a Perugia per corruzione: quelle dell’ex capo di Gabinetto al ministero della Giustizia, Fulvio Baldi e quelle del pm della Dna Cesare Sirignano. In apertura parla Nino Di Matteo e, a sorpresa, blocca il ritorno in Cassazione di Baldi, costretto a dimettersi su input del ministro Bonafede per le chat pubblicate dal Fatto (“Se no che cazzo ce li mettiamo a fare i nostri? dice a Palamara, che chiede di piazzare al ministero una pm). La Terza commissione, all’unanimità aveva votato per il rientro in ruolo di Baldi, ma Di Matteo pone un problema di opportunità: "Abbiamo appreso da conversazioni del dott. Fulvio Baldi, nelle quali si fa riferimento alla scelta di dirigenti da collocare fuori ruolo, che venivano seguiti criteri derivanti dall’ appartenenza correntizia". Quindi, bisogna riflettere "sulle conseguenze di un suo ricollocamento proprio presso la Procura generale della Cassazione, titolare dell’azione disciplinare". Rinvio accordato per regolamento. Aggiornato a oggi pure il dibattito su Sirignano e le sue conversazioni con Palamara sull’assetto della Dna e sulla nomina del procuratore di Perugia. Il plenum deve votare su una richiesta di trasferimento per incompatibilità ambientale, proposta, a maggioranza, dalla Prima commissione mentre quella di minoranza, di Unicost, corrente del pm e di Palamara, chiede l’archiviazione. Ieri Sirignano ha parlato per quasi tre ore, sostenendo che non si è potuto difendere e che la richiesta di trasferimento è infondata: “La mia vita professionale viene bruciata per 7 minuti di conversazione a dispetto di 26 anni di lavoro”. Scrive il relatore di maggioranza, il togato Zaccaro: “Sirignano non si è limitato a condividere con Palamara critiche aspre” verso colleghi del suo ufficio, ma le ha inserite “in un disegno volto a mettere le pedine nei posti giusti”.