Dai 5S no alla garanzia statale ad Atlantia Ma il Tesoro inizia a trattare coi Benetton
Prestiti garantiti La holding vuole 2 miliardi coperti dallo Stato: 1,2 per Autostrade
Capita che nel governo si ci siano line divergenti. E che, come spesso capita con i giallorosa, ognuno vada per sé. È per questo che la richiesta di Atlantia - la holding controllata dai Benetton, che a sua volta controlla Autostrade per l’Italia (Aspi) - di poter usufruire della garanzia pubblica su un prestito di 2 miliardi rischia di terremotare la maggioranza, ben più dei malumori per il prestito garantito a Fiat Chrysler. “Domandare è lecito, rispondere è cortesia: No grazie”, ha detto ieri il viceministro allo Sviluppo Economico, Stefano Buffagni. Eppure qualcosa si muove . Al Fatto risulta che - al netto dei malumori dei 5Stelle - oggi al Tesoro la partita entrerà nel vivo con gli uomini di Atlantia. Ai primi di maggio la società ha deciso di chiedere 1,2 miliardi di prestiti garantiti dallo Stato tramite la Sace per la sola Autostrade, cifra che sale a quasi 2 se si considerano le controllate Aeroporti di Roma, Telepass e Pavimental. Come prevede il decreto liquidità, per queste operazioni la garanzia pubblica va autorizzata con decreto del ministero dell’Economia, al termine di un procedimento che coinvolge le banche prestatrici, la società coinvolta e i tecnici ministeriali, compresi quelli dello Sviluppo. La garanzia permetterà ad Autostrade di risparmiare molto sui costi di finanziamento, tenendo conto che ha un rating peggiore di quello dello Stato italiano. La scelta però è politicamente esplosiva. Da due anni il governo minaccia di togliere la generosissima concessione ad Autostrade, considerata responsabile del disastro del Ponte Morandi di Genova (43 morti). A marzo Aspi ha presentato un’offerta complessiva per chiudere la partita giudicata offensiva dal governo.
ATLANTIA motiva la sua richiesta con il fatto che il contenzioso ha portato Autostrade a non potersi più finanziare sul mercato. Eppure, grazie a una concessione di assoluto favore, negli ultimi 10 anni ha girato alla holding controllata dai Benetton otto miliardi di dividendi. Con un simile bancomat a disposizione, Atlantia ha lasciato che Aspi si appesantisse di debiti (oggi ne ha per 10 miliardi), dei quali garantisce oltre un terzo. Ora ha messo a disposizione una linea di credito di 900 milioni, ma usabile solo se non scatterà l’operazione con Sace.
Se questo avverrà, sarà la conferma che il governo ha deposto le armi con Autostrade. E la revoca della concessione, il cui procedimento non è mai stato davvero avviato, sparirà dal tavolo. Visto che porterebbe lo Stato a saldare i debiti dei Benetton.