CANTONE E MILANO, BACIO CON LA LINGUA
CHEMERAVIGLIOSA dichiarazione d’amore di Raffaele Cantone per Milano. E già che c’era, pure per l’amico Attilio Fontana, il governatore della disastrata Lombardia. Un’intervista coi controfiocchi pubblicata – e dove sennò? – sul Giornaledi Sallusti. L’ex mister Anac, che già ai tempi si fece notare definendo Milano “la capitale morale”, rivendica tutto e non rinnega nulla. Si potrà criticare il governo della Regione che ha scatenato l’epidemia in Italia? Macché: “Io ci andrei cauto”. Anzi: “Penso che ci sia un sentimento anti lombardo e che la sciagura che ha colpito la Lombardia sia stata vissuta, da alcuni, quasi come una rivincita”. Come no, non avete sentito il rumore dei trenini solitari della gente chiusa in casa per mesi? “La Lombardia – insiste Cantone, napoletano atipico – resta la regione che corre più delle altre tanto da generare risentimento. È un pensiero ignobile, becero. L’invidia porta sempre alla cattiveria”. Gufi, gufi ovunque. Qualche osservazione sul disastro di Attilio Fontana? Per carità: “Con lui ho collaborato quando ero all’Anac e posso dire che mi sembra una persona corretta”. E lo scempio del Pio Albergo Trivulzio? “Quel luogo è purtroppo un luogo sfortunato che si è caricato di simboli”. Maledetta sfortuna. “Ma ho trovato eccezionale l’istituzione di una commissione d’indagine per far luce”. Eccezzziunale veramente.