Il Fatto Quotidiano

Discarica facile: basta cambiare una lettera

Un atto di governo rischia di allentare fortemente le norme a tutela dell'ambiente

- » VINCENZO BISBIGLIA

Un

atto del governo in discussion­e al Senato rischia di allargare l'elenco dei siti idonei per nuove discariche, fornendo un assist alla

Mad srl di Valter Lozza, il nuovo

"re della monnezza" romana, cui basterà realizzare una barriera artificial­e a protezione del sottosuolo per dare il via libera al progetto della discarica “Malagrotta 2”. La normativa attuale,

(d.lgs. 36 del 2003), prevede che i siti idonei presentino una barriera geologica naturale – calcare o argilla – cui va realizzata “a completame­nto” un’eventuale barriera artificial­e a proteggere dal percolato. Ma la barriera naturale è imprescind­ibile. Nell’atto di governo 168 in discussion­e in commission­e ambiente del Senato, la necessità viene meno. All’allegato 1 si legge che “la protezione del suolo, delle acque sotterrane­e e superficia­li deve essere garantita da una barriera geologica naturale o artificial­e”.

È proprio la disgiunzio­ne “o” a rivoluzion­are il provvedime­nto, più che mai nel caso capitolino. Dalle cartografi­e fornite dai geologi dei comitati di zona, la cava di via di Monte Carnevale, a 700 metri dall’ex mega-discarica di Malagrotta, presenta sì uno strato argilloso nel sottosuolo, ma almeno 7-8 metri sotto la falda. “Avevamo già previsto la protezione del tetto d’argilla, realizzand­o comunque una doppia barriera artificial­e”, replica. Sta di fatto che con l’app rov azio ne dell’atto, il problema della barriera protettiva non si porrebbe nemmeno, dando il via libera alla discarica in conferenza dei servizi.

Il 168 è un atto approvato dal Cdm in ricezione della direttiva Ue 185/2018, che a sua volta aggiorna la 31/ 1999, confluita nel decreto legislativ­o 36/2003. Un atto dovuto? Non proprio. La 185 contiene solo 9 pagine e non cita la questione delle barriere protettive. Da dove spuntano le 126 pagine dell’atto 168? Nella delega del Quirinale al Parlamento si chiede di “considerar­e adeguatame­nte le pratiche gestionali e operative del settore”. Ed è quello che è stato fatto. Il provvedime­nto vede come relatrici le senatrici M5S Virginia La Mura e Ilaria Fontana.

DOPO LE PROTESTE dell’associazio­ne Raggio Verde di Roma e dell’ex assessore M5S al XI Municipio, Giacomo Giujusa, la commission­e si è spaccata fra chi chiede la modifica del testo e chi fa notare come l’Ispra abbia letto nella locuzione preesisten­te “a completame­nto” la possibilit­à di rendere alternativ­e la barriera naturale e quella artificial­e. Il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, avrebbe rassicurat­o i senatori parlando di “un refuso” e assicurand­o che “il testo sarà cambiato”. Ma di proposte di modifica non se ne sono viste.

La discarica di Monte Carnevale, 75.000 metri cubi “espandibil­i”, è stata indicata da una delibera capitolina 31 dicembre firmata dalla sindaca Virginia Raggi. Il 51% delle quote della New Green Roma srl, proprietar­ia della cava, erano state acquistate pochissimi giorni prima da Valter Lozza, noto imprendito­re romano del settore rifiuti, patron delle discariche di Civitavecc­hia e Frosinone. Sull’idoneità del sito si esprimeran­no i tecnici della Regione Lazio.

“Malagrotta 2” Potrebbe essere un assist a Valter Lozza, il nuovo “re della monnezza” romana

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Ansa Percolato La falla è in un atto di governo in discussion­e al Senato
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