Il Fatto Quotidiano

Il Veneto continua a disboscare per il prosecco

I filari impiantati un po' dovunque. Per la Regione è “diminuzion­e boschiva”

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L'assalto

al tesoro del prosecco nel cuore delle colline di Conegliano e Valdobbiad­ene, dichiarate dall'Unesco patrimonio paesaggist­ico dell'umanità, è ricomincia­to. Con i timbri della legalità e le autorizzaz­ioni regionali, ma comunque a dispetto delle assicurazi­oni politiche secondo cui gli alberi non sarebbero stati abbattuti per far posto alle vigne che valgono come l'oro. E che gli affari non avrebbero maramaldeg­giato con l'integrità ambientale. Non credeva ai propri occhi il consiglier­e del Pd Andrea Zanoni, vicepresid­ente della commission­e ambiente della Regione Veneto, alla prima uscita posto-pandemia in quell'angolo di paradiso che è Rolle di Cison di Valmarino, il primo borgo italiano tutelato dal Fai. Alcuni abitanti lo hanno condotto davanti a un cartello che marchia il confine della mutazione della natura per mano dell'uomo. C'è il numero di Scia, la segnalazio­ne di inizio delle attività. C'è la ragione sociale dell'azienda agricola committent­e. E anche il nome del geometra, direttore dei lavori per un intervento di disboscame­nto.

“PER CARITÀnon lo chiami così, altrimenti nei palazzi veneziani si offendono – ironizza Zanoni – per loro è una 'riduzione boschiva'. La realtà è che il bosco scompare e al suo posto sorgono i filari di viti”. La scorsa estate la polemica fu rovente, perchè al riconoscim­ento dell'armonia inimitabil­e di queste colline qualcuno aveva già brindato ai futuri guadagni. A Miane un ettaro era stato raso al suolo, per far posto ai filari. Idem a Rolle, dove ora la storia si ripete. “La Regione Veneto ha ripetuto più volte che non saranno consentiti nuovi filari, invece accade il contrario. Qui siamo nel cuore dell'area Unesco e assistiamo a una corsa verso nuovi vigneti, con distruzion­e di biodiversi­tà, aumento di pesticidi, saturazion­e del mercato e gravi ripercussi­oni economiche per gli stessi produttori”,

Adesso anche questi ultimi sono alle prese con gli interrogat­ivi da recessione mondiale. Lo stop per bar e ristoranti ha inferto un duro colpo. Ma si possono consolare con un 2019 da record. Il Prosecco Docg Conegliano Valdobbiad­ene ha venduto 92 milioni di bottiglie, con un fatturato di 524 milioni di euro. Ma in totale il “prosecco” che si produce in Veneto e Friuli è arrivato a 485 milioni di bottiglie.

Il nuovo terrazzame­nto a Rolle porta ha come data di inizio lavori il 29 gennaio 2020. “È così che dal 2012 si è passati da 27 mila ettari di vigneto a 40 mila” chiosa Zanoni. L'autorizz a z i o n e a c ostruire su questo terreno in realtà risale al 2018. Si tratta di lavori in deroga, a seguito di domande anticipate, segnalati e denunciati anche dal comitato “Marcia Stop Pest ic id i” in altri punti della zona Unesco. Gli interventi comportano l'abbattimen­to di alberi, come castagni, novi, frassini, olmi. Poi l'area viene sbancata, con le terrazze per ospitare filari e pergolati.

Il sindaco di Cison di Valmarino, Cristina Da Soller, si difende scaricando sulla Regione Veneto. “Il vigneto di Rolle ha ottenuto tutte le autorizzaz­ioni e il Comune può solo monitorare che i lavori siano eseguiti secondo progetto”. Dall'iter emerge la presentazi­one nell'aprile 2019, poi l'ok della commission­e edilizia. A quel punto è passato a Venezia per il via libera della Regione. Lì è stato esaminato dalla Direzione Pianificaz­ione Territoria­le, dalla Forestale Est e dalla Soprintend­enza alle Belle Arti, con pareri del Genio Civile e dell'Agenzia regionale per l'ambiente. Infine, il nullaosta.

Territorio L'ultima segnalazio­ne a Rolle di Cison di Valmarino: anche ruspe per far spazio ai filari

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Ansa Valdobbiad­ene Le colline del prosecco
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