Il Fatto Quotidiano

Voglio tornare giovane come il Turritopsi­s

Caromaiale I focolai di Covid nelle fabbriche della carne fanno riemergere i problemi della filiera: dipendenti dell’Est sottopagat­i e stipati in piccole case per abbattere i costi

- » MASSIMO FINI

C’è un simpatico e affascinan­te animaletto chiamato T urrito psis Dohrnii. È una medusa di piccolissi­me dimensioni, 3,2 mm di diametro per l’individuo adulto. A scoprire la straordina­ria e affascinan­te particolar­ità della Turritopsi­s fu un biologo tedesco, Christian Sommer, che alla fine degli anni 80 stava facendo delle ricerche nel mar di Rapallo, anche se questa medusa è originaria del Pacifico.

C’è puzza di bruciato nell’industria della carne tedesca. E non è odore di grigliata. La diffusione del Covid-19 nella filiera in Germania ha fatto emergere questioni mai risolte sullo sfruttamen­to del lavoro di cittadini comunitari dell’Europa dell’Est. Nel Paese che si vanta a buon titolo di garantire un salario minimo di 9,35 euro l’ora, i lavoratori rumeni e bulgari degli stabilimen­ti dove si tratta la carne arrivano a essere pagati anche un ottavo rispetto al minimo, in virtù di regolari contratti di subappalto.

Una scelta funzionale al fatto che nei supermerca­ti tedeschi sia possibile comprare carne a prezzi eccezional­mente bassi. Un chilo di maiale viene venduto all’ingrosso per 1,92 euro, riferiva l’a ltroieri Bild. aggiungend­o che, in media, ogni tedesco nel 2019 ha mangiato 59,5 chili di carne, in massima parte di maiale. “La cotoletta” deve restare economicam­ente “accessibil­e”, ha detto martedì l’esponente della Linke, Dietmar Bartsch in polemica con il leader dei Verdi, Robert Habeck, che invece rivendica un prezzo minimo per la carne: “Se chiediamo agli agricoltor­i un buon lavoro, il benessere degli animali e la protezione del clima, allora dobbiamo pagarli”.

INTANTO QUELLO CHE arriva dagli stabilimen­ti di macellazio­ne è un bollettino di guerra: a Coesfeld, in Nordreno-Westfalia, gli infettati per coronaviru­s sono 260; a Bad Bramstedt in Schleswig-Holstein 264; nella fabbrica di Dissen vicino Osnabruck in Bassa Sassonia sono 92, e a Birkenfeld nel Baden- Wuerttembe­rg sono arrivati a 400. Nel mirino delle polemiche ci sono le carenti misure sanitarie nelle fabbriche, le precarie condizioni in cui vivono i lavoratori, stipati in mini-appartamen­ti per risparmiar­e sull’affitto, orari di lavoro extra-large e stipendi “a volte anche di 1,70 euro l’o ra ”, racconta Andrea Fink- Kessle, presidente dell’Associazio­ne degli agricoltor­i per la lavorazion­e artigianal­e della carne, a Deutschlan­dfunk. Tutti problemi che fanno capo a un’u n ic a grande questione: i contratti di subappalto nella filiera. Funziona così: dalla Danimarca arrivano in Germania i maiali pronti per la macellazio­ne, spiega Fink-Kessle, perchè il costo orario oltreconfi­ne è minore. Lì la ditta appaltatri­ce incassa il prezzo pieno, 13-15 euro all’ora, ma invece di svolgere il lavoro, lo subappalta per 10 euro, con un regolare contratto. Il subappalta­tore fa altrettant­o finché il salario orario si riduce a cifre minime. “Questo permette ai macelli di eludere completame­nte la loro responsabi­lità per le condizioni di lavoro”, dice Johannes Jakob della Confederaz­ione tedesca dei sindacati (Dgb). “L’azienda subappalta­trice – continua Jakob – non ha un contratto collettivo e un consiglio di fabbrica e quindi paga meno e lascia lavorare i dipendenti più a lungo”. Il problema è noto da anni. Nessuno politico di vecchia data “può fare finta di non sapere che nell’industria della carne spesso abbiamo a che fare con condizioni precarie nella situazione lavorativa e abitativa dei lavoratori a contratto dell’Europa dell’Est”, ha detto il ministro della Salute del Nordreno-Westfalia Karl-Josef Laumann. Sotto la pressione mediatica il governo tedesco è corso ai ripari e ha approvato in consiglio dei ministri il “programma di salute e sicurezza del lavoro nell’industria della carne” per limitare i contratti di subappalto e raddoppiar­e le multe da 15.000 a 30.000 euro. Già, ma come sono avvenuti finora i controlli?

“LE VERIFICHE SI FANNO, tranne eccezioni, a voce a distanza o in forma scritta”, ha detto la ministra della Salute della Bassa Sassonia, Carola Reimann, in risposta a un’interrogaz­ione dei Verdi, riporta Taz. Tradotto: i controlli si sono fatti via telefono o via email. L’agroalimen­tare è tra i primi 5 settori industrial­i in Germania, con oltre 620mila lavoratori, un giro di affari da circa 179,6 miliardi e un export da 60,1 miliardi di euro, secondo il Bve. Oltre tre quarti dell’export del settore alimentare finisce in Olanda, Francia e Italia, secondo dati del ministero dell’Economia. Basta questo per capire che la lobby dell’alimentare è molto influente nel paese. Clemens Toennies, il discusso imprendito­re del maggiore gruppo della carne in Germania e patron della squadra di calcio Schalke 04, respinge la condanna generalizz­ata alla filiera. “Otto settimane fa ci è stato chiesto di continuare a lavorare durante la chiusura, proprio come gli ospedali, le case di cura e i fornitori di energia”, ha detto il portavoce dell’azienda. “Il rischio” era nella cose. È venuto il momento di ricambiare.

Soluzioni tampone Dopo le critiche, Merkel ha inasprito le multe alle ditte che non rispettano l’igiene

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Ansa Dieta equilibrat­a Ogni tedesco nel 2019 ha mangiato 59,5 chili di carne. A destra, immigrati rumeni. In basso, la cancellier­a Merkel
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