Il Fatto Quotidiano

Conte sui banchieri: “Devono fare di più” Inps vs. P. Civile: “Mancano 20mila morti”

Il premier continua con i “segnali” a Iv e attacca gli istituti di credito (“Facciano di più”) In aula alla Camera si sfiora la rissa tra Carroccio e M5S

- PASCIUTI E RODANO

Giuseppe Conte pronuncia la parola “crisi” sette volte, si concede un passaggio tutt’altro che morbido sulle banche (“Possono e devono fare di più”), ma alla fine, tra le righe dei suoi discorsi di ieri in Parlamento, si fanno notare soprattutt­o gli zuccherini per Matteo Renzi. Il segnale, se non di una pace, almeno di un armistizio politico tra il presidente del Consiglio e il capo del più piccolo dei partiti di maggioranz­a (ma con una truppa di senatori che può mandare a casa il governo anche domattina).

Il giorno dopo il salvataggi­o del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, Conte nelle sue informativ­e è prodigo di quei “s egn ali ” c he Renzi e Italia Viva gli avevano chiesto per andare avanti insieme. Il più plateale è il passaggio sullo “sblocca cantieri”:“Stiamo lavorando – ha detto il premier a Montecitor­io – a un nuovo decreto legge sulla semplifica­zione burocratic­a, per dare all’Italia uno choc economico senza precedenti, in particolar­e sulle infrastrut­ture”. Conte ci tiene a sottolinea­re che l’impulso è renziano: “Secondo tutte le forze di maggioranz­a occorre attivare le opere pubbliche e alcune hanno già enunciato alcuni articolati che troveranno spazio nel decreto legge”. Dice “alcune”, parla di Italia Viva. Un’altra carezza è per la ministra renziana Bellanova, il cui lavoro viene adeguatame­nte sottolinea­to quando Conte parla della regolarizz­azione dei migranti. Un passaggio che fa imbufalire la Lega e apre un crescendo di ostilità che pochi minuti più tardi si trasforma in rissa.

ACC A DE quando il grillino Riccardo Ricciardi prende la parola e attacca a testa bassa la Regione Lombardia del salviniano Attilio Fontana. Ironizza sulla gestione della crisi, prende in giro Giancarlo Giorgetti e la sua uscita sui medici di famiglia, poi stuzzica il governo lombardo: “Lei, signor presidente del Consiglio, doveva fare come Gallera (assessore di Fontana alla Sanità, ndr), che in conferenza stampa si presentava puntuale e annunciava un ospedale per il quale hanno speso 21 milioni per 25 pazienti”.

I deputati della Lega schiumano, letteralme­nte. Uno distrugge il microfono davanti al suo seggio con un pugno. Scendono in massa verso il centro dell’emiciclo, dove sta parlando Ricciardi. È un assembrame­nto a tutti gli effetti (alla faccia dell’aula allargata fino al Transatlan­tico per mantenere le distanze di sicurezza), potrebbe diventare qualcosa di più e di peggio, ma alla fine si riesce a evitare il contatto fisico.

Il nervosismo tracima dall’aula (Giorgetti in Transatlan­tico si sfoga con Roberto Speranza) e il clima di conflitto è ben palpabile pure nel pomeriggio al Senato. Qui sugli scudi è Matteo Salvini, che perde le staffe durante il suo intervento, quando alcuni colleghi di maggioranz­a gli ridono in faccia per i suoi eccessi retorici: “Ma cosa c’ha da ridere? Non rida, porti rispetto per chi a casa non ha una lira, non è pagato per ridere. Chiedo rispetto della maggioranz­a non per me ma per i 30mila morti e per chi non ha i soldi per vivere”. Se Conte aveva proposto un “patto con le opposizion­i in tre punti” (con un’intervista al Foglio), i primi segnali non sono incoraggia­nti.

TORNANDO al premier, l’uscita più forte della sua informativ­a è quella sulle banche. È a loro che attribuisc­e le difficoltà e i ritardi nell’accesso al credito garantito dalle misure anticrisi dello Stato: “Il sistema bancario, che pure sta offrendo la sua collaboraz­ione, può e deve fare di più”. Poi Conte è ancora più diretto: “È essenziale che le banche riescano ad allinearsi alle pratiche più efficienti, assicurand­o la liquidità garantita nei tempi più rapidi. Non possiamo tollerare che le imprese possano sentirsi private del denaro necessario per garantire la continuità economica delle proprie attività”.

Gli altri messaggi sono per gli italiani. Prima la carota: “Se il peggio è alle spalle lo dobbiamo ai cittadini che hanno modificato i loro stili di vita”. Poi il bastone: “In questa fase più che mai resta fondamenta­le il rispetto delle distanze di sicurezza e ove necessario l’uso delle mascherine. Non è il tempo dei party, della movidae degli assembrame­nti”. La Fase 2, dice Conte, è quella del “r ischio calcolato”: “Si amo consapevol­i che potrebbe favorire, in alcune zone, l’aumento della curva del contag io ”, ma “è un rischio che dobbiamo accettare. Non possiamo fermarci in attesa di un vaccino”. E sulle vacanze estive ha una raccomanda­zione patriottic­o- paternalis­ta: “Fatele in Italia”.

Messaggio a Matteo “Lavoriamo per dare all’Italia uno choc economico, come chiedono alcuni alleati”

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Ansa Fase 2 Giuseppe Conte ieri dopo l’informativ­a che ha tenuto in Parlamento sulla Fase 2
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