Lotti: “Ermini dice bugie”. Ma è stato lui ad ammonirlo
ACCUSE L’ex ministro contesta il vicepresidente e questo giornale per la ricostruzione della “eterodirezione” del Consiglio Superiore
Un’accusa infamante. Non solo per me, ma per lo stesso vicepresidente del Csm, David Ermini”. Il deputato del Pd Luca Lotti, commentando il colloquio con il vicepresidente del Csm, David Ermini, pubblicato dal Fatto, ieri ha dichiarato: “Leggo un titolo su una presunta frase che avrebbe pronunciato il vicepresidente del Csm, nella quale si dice che io avrei voluto ‘comandare il Csm’. Si tratta di una gravissima accusa nei miei confronti, una falsità inaudita, totalmente infondata, che lede in modo inaccettabile la mia persona, il mio ruolo e la mia onorabilità. Qualora, come credo, quella frase non sia stata pronunciata” da Ermini “si tratta di un titolo infamante anche nei suoi confronti”. Mentre scriviamo, da Ermini, non è invece giunta alcuna richiesta di rettifica. Ma forse è il caso di ripartire dall’inizio.
Due giorni fa Ermini, in un’intervista al Corriere della Sera, facendo riferimento allo scandalo emerso con l’inchiesta su Luca Palamara, dichiara di “esse rsi sottratto alle richieste e ai desideri di chi voleva eterodirigere il Consiglio”. Nel corpo dell’intervista, però, non si spiega “chi” e “come” abbia tentato di eterodirigere il Csm. Essendo un’affermazione grave, ci ha pensato il Fatto a rivolgere queste domande a Ermini. Il Fatto ha riportato la sintesi di una lunga conversazione, durante la quale Ermini ha ricordato: “Lotti, in un incontro alla Camera, mi fece presente: ‘Guarda che quelli non son contenti di te. Criticano perché (Ermini, ndr) non è più alleato, perché segue Cascini e Davigo...”.
Obiettiamo che Lotti non rappresenta i magistrati. Ermini commenta: “Io immagino che Cosimo Ferri gli abbia detto: vedi che ci sono i miei colleghi che sono incazzati”. Quindi Lotti, esterno al Csm, sarebbe latore di un messaggio di Ferri, anch’egli esterno al Csm. Ermini, come abbiamo già scritto ieri, precisa che Lotti non gli ha fatto il nome di Ferri e Palamara. È il frutto di una sua personale ricostruzione. Ma che vuol dire “eterodirigere”.
ERMINI la spiega così: “Eterodirigere, perché Ferri e Palamara non facevano parte del Consiglio”. Si riferisce quindi a loro? “Certo”, risponde, “a chi mi devo riferire?” E in cosa sarebbe consistito questo tentativo di eterodirezione, per quanto soltanto percepito? Ermini avrebbe dovuto votare per le nomine, invece di astenersi. “La percezione – spiega Ermini – è che ci dovesse essere una maggioranza bloccata”.“Ho sempre avuto rispetto per il ruolo del vicepresidente del Csm – commenta Ferri – e non mi sarei mai permesso. Ermini, correttamente, non ha saputo indicare circostanze precise riferite alla mia persona, ma non può permettersi di attribuire sensazioni o pensieri ad altri soggetti. Se ha qualcosa di cui lamentarsi, lo dica chiaramente, per consentire a ciascuno il diritto di smentirlo.” Per quanto riguarda Lotti, infine, gli rammentiamo che il 9 maggio 2019, quando si fanno i conti per nominare Marcello Viola alla procura di Roma, è proprio lui a dire che Ermini “deve vota’ eh”. E, di fronte allo scetticismo di Palamara, sostiene che a Ermini va dato un “messaggio forte”. E ancora, sentito a Milano come persona informata su fatti, Lotti dice: “Mi ero fatto portavoce delle richieste fatte da Palamara, Ferri (...) i quali, in qualità di rappresentanti della correnti MI e Unicost, si lamentavano che Ermini non li seguiva sufficientemente. Ermini prese atto di questa richiesta e mi disse che ci avrebbe pensato lui, parlando con i capigruppo delle singole correnti”.
Nessuna smentita Cosimo Ferri: “Ermini non ha saputo indicare circostanze precise riferite alla mia persona”
Leggo sul Fatto che io avrei voluto ‘comandare il Csm’ Si tratta di una gravissima accusa di una falsità inaudita