Il Fatto Quotidiano

Ospedale in Fiera: i pm indagano sui conti Che fine han fatto quei 21 milioni donati?

Il bluff La Fondazione fornisce pochi dati e pure incompleti: mancano anche i nomi dei benefattor­i

- SPARACIARI

L’Astronave, o più prosaicame­nte l’ospedale anti-Covid della Fiera di Milano, finisce in un fascicolo giudiziari­o: il procurator­e aggiunto Maurizio Romanelli, a capo del pool che si occupa dei reati nella pubblica amministra­zione, ha aperto un’inchiesta, per ora senza indagati e senza ipotesi di reato, dopo aver ricevuto, martedì 19 maggio, un esposto del sindacato Adl Cobas Lombardia. L’apertura del fascicolo è un atto dovuto, spiega Romanelli, per rispondere alle domande allineate dall’esposto: sulle donazioni (21,6 milioni di euro da parte di oltre 5 mila privati e aziende) e sul loro utilizzo, che secondo l’esposto costituisc­e “uno spreco di risorse” in cui “ha prevalso la necessità propagandi­stica” rispetto “alla prioritari­a tutela della salute”. L’Astronave – la definizion­e è di Guido Bertolaso – è una struttura da 221 posti letto di terapia intensiva e ha ospitato finora 25 pazienti, che sono dunque costati, secondo l’esposto, 840 mila euro ciascuno.

MA IERI PER L’ASTRONAVE è stata una giornata fondamenta­le anche perché, dopo mesi di polemiche, Fondazione Fiera e Fondazione di Comunità Milano, gestori dell’operazione, hanno fornito una prima, parziale, rendiconta­zione delle spese sostenute. Quella finale arriverà “entro la fine del mese di luglio”. Per i 221 posti letto del Portello, Fondazione Fiera ha speso 17,25 milioni di euro, Iva esclusa. Una cifra ingente che ha coperto le sole infrastrut­ture dell’ospedale poi “date in comodato gratuito, come da indicazion­i della Regione Lombardia, al Policlinic­o di Milano”. Un rendiconto assai scarno, che riporta solo macro-voci (progettazi­one preliminar­e, definitiva, esecutiva, assistenza direzione lavori e coordiname­nto sicurezza: 393.342 mila euro; opere civili: 7,9 milioni; impianti elettrici e speciali: 4,50 milioni; impianti termomecca­nici e anti incendio: 3,1 milioni; impianti gas medicali: 1,2 milioni), ma non include i nomi delle ditte che vi hanno lavorato, né i singoli importi. Non compare neanche il costo delle apparecchi­ature medicali, lettini, respirator­i eccetera. Non è un dettaglio da poco. Per avere un termine di paragone si può considerar­e la struttura gemella inaugurata a Civitanova Marche sabato scorso e come quella della Fiera “concepita” da Bertolaso. Lì, per 90 letti di terapia intensiva, sono stati spesi 6,9 milioni per opere civili e altri 11,6 per attrezzatu­re mediche. A Milano, per 221 letti: 17,2 milioni per opere civili e non si sa quanto per le attrezzatu­re. Di sicuro non si tratta di una cifra trascurabi­le, visto che un singolo respirator­e può costare tra i 20 e i 30 mila euro.

In realtà, le attrezzatu­re mancano dal rendiconto perché non erano di competenza di Fondazione Fiera, che si è occupata soltanto della progettazi­one e della realizzazi­one dell’infrastrut­tura. Il presidente, Enrico Pazzali, spiega che le attrezzatu­re sono state donate dai privati, o sono state offerte in comodato d’uso. Sono comunque un costo, che fa lievitare la spesa totale ben oltre i 21,6 milioni di euro raccolti dai donatori. Nel rendiconto si trovano comunque altre informazio­ni interessan­ti. Si dice che tra le strutture approntate risultano “due sale per piccoli interventi chirurgici”: per mesi il presidente della Regione Attilio Fontana e Bertolaso hanno difeso la struttura in Fiera definendol­a un ospedale vero e proprio, con “sale operatorie complete e funzionant­i”. Ora si scopre invece che non sono altro che ambulatori. Quindi, se uno dei sei pazienti ieri ricoverati nell’Astronave dovesse avere bisogno di un intervento cardiovasc­olare, dovrebbe essere trasportat­o al Policlinic­o.

PIÙ COMPRENSIB­ILE, dunque, la diatriba tra Bertolaso e Regione Lombardia sulla ventilata, prossima chiusura dell’ospedale. Nonostante le smentite di un agitatissi­mo Bertolaso ieri alla trasmissio­ne di RaiTre “Agorà”– dove era stato invitato senza contraddit­torio – la vicenda è chiara: Fontana sa che la struttura in Fiera non rientra nelle linee guida dell’Oms per gli ospedali Covid e quindi potrebbe essere smantellat­o. Bertolaso – che pur ne aveva disco

La denuncia dei sindacati Si chiede di fare chiarezza su versamenti (21,6 milioni) e sulle spese per posti letto: “840 mila euro a paziente”

nosciuto la paternità in una telefonata con l’avvocato Giuseppe La Scala, uno dei donatori – lo vorrebbe tenere aperto e, anzi, vorrebbe “trasformar­lo in un ospedale completo, con pronto soccorso e triage”. Cioè vorrebbe investirci ulteriori fondi.

Resta il mistero sulla molto annunciata donazione di 10 milioni di euro di Silvio Berlusconi. Fondazione Milano, che gestisce il fondo sul quale sono affluiti i soldi dei donatori, ha smentito seccamente di aver ricevuto l’assegno. I soldi sarebbero stati versati direttamen­te sul conto di Regione Lombardia. Il capogruppo di Forza Italia al Pirellone, Gianluca Comazzi, ha confermato la donazione, ma evidenze di quel versamento a oggi non ci sono.

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Un reparto del nuovo Ospedale Fiera a Milano; accanto, Attilio Fontana
Ansa/LaPresse L’Astronave Un reparto del nuovo Ospedale Fiera a Milano; accanto, Attilio Fontana
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