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- » ANDREA TORNAGO

SAVONA La Only Logistics Italia, dell’ex presidente della Camera, Irene Pivetti, che ha stipulato due contratti con la Protezione Civile per la fornitura di 15 milioni di mascherine a 30 milioni di euro. La Procura di Savona, insieme a Roma e Siracusa, ipotizza che i dispositiv­i arrivati dalla Cina siano privi di certificat­i validi e indaga per ricettazio­ne, frode nell’esercizio del commercio, vendita di cose con impronte contraffat­te e violazioni alla legge doganale.

MILANO Nel capoluogo lombardo è stato aperto un fascicolo sull’imprendito­re Fabrizio Bongiovann­i (Eclettica Srl), finito ai domiciliar­i con l’accusa di frode nelle pubbliche forniture, per aver ricevuto 10 milioni di euro dalla Regione Lombardia senza adempiere alla consegna delle mascherine, tute e camici medici.

ROMA Il prossimo 24 giugno inizia il processo ad Antonello Ieffi, accusato a Roma di turbativa d’asta e inadempime­nto di contratti di pubbliche forniture per il lotto Consip da 15,8 milioni euro e la fornitura di 24 milioni di mascherine mai arrivate. Sempre nella Capitale si indaga sulla Ecotech, che ha ricevuto 35 milioni dalla Regione Lazio per 7 milioni di mascherine, ma ne sono state consegnate solo 800 mila. L’accusa è di inadempime­nto di contratti di pubbliche forniture.

Dopo gli scaldacoll­o, il caso delle mascherine cinesi. L’Alto Adige si è infilato in un altro pasticciac­cio legato all’emergenza coronaviru­s, con l’i m po r t azione dalla Cina di milioni di mascherine e tute protettive risultate non idonee e bocciate dai tecnici dell’Inail. Gli importi dei contratti sfiorano i 35 milioni di euro. E così la presidente dell’ordine dei medici Monica Oberrauch lo scorso 10 aprile ha scritto al ministro della Salute per chiedere un’ispezione urgente, segnalando “il fatto sconcertan­te che ha lasciato i medici della Provincia autonoma di Bolzano in condizioni precarie in tema di dispositiv­i di protezione individual­e”.

A marzo l’azienda sanitaria di Bolzano, con un affidament­o diretto per via dell’emergenza, incarica la ditta altoatesin­a Oberalp (che commercia il noto marchio di attrezzatu­ra sportiva Salewa) di importare un milione di mascherine chirurgich­e, 500mila Ffp2 e Ffp3 e 430mila tute protettive per i medici e gli infermieri in prima linea contro il Covid-19, un ordine da 9,3 milioni di euro. Per sbloccare il trasporto, il presidente Arno Kompatsche­r dichiara al quotidiano Alto Adige di aver istituito un canale diretto con il presidente austriaco Kurz per attivare un ponte aereo con l’A us t ri a Airlines. I dispositiv­i arrivano, ma il 16 aprile l’Inail verifica il materiale ed esprime un parere negativo: “La documentaz­ione fornita per tutti i dispositiv­i non risulta sufficient­e per condurre una valutazion­e di conformità”, ci sono dubbi sull’efficacia filtrante delle mascherine e in alcuni casi “i rapporti appaiono alterati in varie parti con scritte sovrappost­e e cancellatu­re”.

SUI CAMICI destinati ai medici compare persino la dicitura “Not for hospital use”. La bocciatura diventa ufficiale il successivo 23 aprile, con una delibera Inail che dichiara mascherine e tute cinesi non idonei ad essere usati come dispositiv­i di protezione individual­i e vieta all’importator­e “l’immissione in commercio dei prodotti come dpi”.

Il 28 marzo, prima del parere dell’istituto italiano, anche un ente certificat­ore austriaco aveva valutato negativame­nte l’efficacia delle mascherine, precisando che aderivano male al viso.

Ma la frittata ormai è fatta. Dopo il primo ordine, il 23 marzo alla Oberalp era stata richiesta informalme­nte d al l’azienda sanitaria di Bolzano una nuova fornitura ancora più imponente: 6 milioni di mascherine e 1,1 milioni di tute e camici protettivi, importo 25 milioni di

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Ansa Il fascicolo Sull’ordine di acquisto dei Dpi indaga anche la Procura di Bolzano
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