Il Fatto Quotidiano

Mosca manda i jet ad Haftar, la Turchia blinda Tripoli

- » VALERIO CATTANO

Tallonato dalle forze di Tripoli che ieri gli hanno strappato altre due località nell'ovest, scaricato anche dall'altro parlamento, quello di Tobruk che non lo riconosce più come suo condottier­o, il generale Haftar (nella foto) preme per tornare protagonis­ta della guerra civile, e la Russia non si sottrae. Ieri il governo di Tripoli - l'unico fino a ora riconosciu­to da buona parte dell'Occidente - ha denunciato che Mosca ha spedito al generale otto aerei da combattime­nto, spostandol­i da una base in Siria. La notizia è stata indirettam­ente confermata da Haftar che ringalluzz­ito ha annunciato una "offensiva aerea senza precedenti". Di mezzo c'è però la Turchia. Se Egitto, Emirati e Russia fanno ancora il tifo per l'ufficiale della Cirenaica – i primi due perchè gli affidano il contrasto alle milizie islamiche e ai Fratelli Musulmani, il Cremlino perchè vuole tornare ad avere un porto nel Mediterran­eo a un passo dalle forze Nato – Ankara sostiene al cento per cento Tripoli e non appena è stata divulgata la notizia dei jet russi, i turchi si sono fatti sentire: "In caso di attacchi contro i nostri interessi in Libia, le conseguenz­e sarebbero molto pesanti per le forze del golpista Haftar". Ed ancora: "Il suo obiettivo è di provocare una escalation nel conflitto". Di tutto si parla, dunque, tranne che di cessate il fuoco, con buona pace di chi, da Palermo a Berlino, dopo ogni conferenza si è sbracciato per annunciare che la tregua era vicina e la diplomazia stava vincendo sulle armi. Nulla di vero. Ieri nuovo colloquio fra il ministro degli Esteri Di Maio e il Segretario di Stato Usa, Pompeo. Entrambi concordi sul fatto che è necessario mettere una fine alle interferen­ze nel conflitto libico. Da come vanno le cose, l'intento appare poco concreto.

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