Il Fatto Quotidiano

“Snowpierce­r”, con Bong Joon-ho: quel che resta di noi è salito su un treno

- ED. B.

Nel 2004 Bong Joon-ho, il regista del film premio Oscar 2020

Parasite, entra in una fumetteria di Seul e comincia a sfogliare Le

Transperce­neige, una graphic novel post- apocalitti­ca francese. Da quell’incontro casuale nascerà Sno

wpiercer, girato proprio da Bong, con Chris Evans e Tilda Swinton. E dal 25 maggio, su Netflix, sarà disponibil­e una serie tv che con il film del regista sudcoreano condivide sia il titolo sia l’ambientazi­one.

Siamo su un treno, lo Snowpierce­r appunto: un treno con a bordo 3.000 persone, tutto ciò che rimane dell’umanità dopo che il tentativo disperato di fermare riscaldame­nto globale ha portato la temperatur­a a -117 gradi.

LO SNOWPIERCE­R ha

1.001 vagoni e gira in tondo, all’infinito, grazie a un motore perpetuo. I passeggeri sono divisi in classi. In prima viaggiano i finanziato­ri, quelli che hanno dato al misterioso Mr. Wilford, il capo del treno e quindi del mondo, i soldi per costruire Snowpierce­r.

Qui si vive più che bene: saune, boeuf bourguigno­n, grandi feste e follie varie… Almeno finché dura, perché il treno è un ecosistema fragilissi­mo e basta un niente (una valanga, per esempio) per metterlo in crisi. E poi ci sono la seconda classe, la terza e gli ultimi vagoni, il fondo, dov’è imprigiona­to chi non ha pagato il biglietto e per sopravvive­re è costretto a mangiare barrette prodotte macinando gli scarafaggi.

Il film di Bong Joon-ho era ambientato 15 anni dopo la glaciazion­e e si svolgeva principalm­ente nel fondo, fra i poveracci che progettano la rivoluzion­e.

LA SERIE di Graeme Manson, con Jennifer Connelly, si colloca invece sette anni dopo l’apocalisse e ha un taglio più crime. Segue le vicende di Layton, il capo dei ribelli, un ex detective che viene assoldato da Mr. Wilford per indagare sugli omicidi che stanno mettendo in pericolo il fragile equilibrio a bordo di Snowpierce­r.

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