Il Fatto Quotidiano

Caso Csm, se ne va il vertice dell’Anm

Le correnti Area e Unicost lasciano dopo le intercetta­zioni sulle nomine al Csm

- » ANTONELLA MASCALI

Magistratu­ra

in crisi profonda. Il governo dell’Anm, il sindacato delle toghe è a un passo dello scioglimen­to. Si sono dimessi il presidente Luca Poniz, di Area, la corrente dei progressis­ti, e il segretario Giuliano Caputo, di Unicost, la corrente centrista.

Il motivo è sotto gli occhi di tutti: la pubblicazi­one delle chat e delle intercetta­zioni di Luca Palamara, il pm romano sospeso e indagato a Perugia per corruzione. Fino a un anno fa era il dominus di Unicost e delle nomine al Csm. Parlava con decine di magistrati di tutta Italia e soprattutt­o vertici e attivisti delle correnti: Unicost, Magistratu­ra Indipenden­te, destra, la corrente di Cosimo Ferri, parlamenta­re renziano, da anni magistrato in aspettativ­a ma leader ombra di Mi, potente al Csm, e pure con toghe di Area, la corrente di sinistra. Conversazi­oni e messaggi che hanno confermato quanto denunciato in questi anni, da pochi e isolati, cioè il sistema delle nomine a pacchetto, in base all’a pp ar tenenza alle correnti e non al merito: “Uno a te uno a me”. Finora, dopo il materiale pubblicato in questi giorni dal Fatto e dalla Verità "regge" Autonomia e Indipenden­za, fondata da fuoriuscit­i di Mi, Piercamill­o Davigo, Sebastiano Ardita, Alessandro Pepe e Marcello Maddalena.

LE DIMISSIONI dei vertici dell’Anm sono arrivate dopo una riunione fiume, di oltre nove ore, del Cdc, il parlamenti­no dell’Anm, che dopo questo terremoto dentro la magistratu­ra è stato aggiornato a domani sera alle 19. Si vuole provare a trovare una nuova intesa.

In vista della riunione, i gruppi delle varie correnti, domani, si riuniranno ciascuno per conto proprio per capire come eventualme­nte proseguire, se c’è la possibilit­à di formare una Giunta transitori­a, in grado di portare l’Anm alle elezioni, già previste, di ottobre per il rinnovo dei vertici del sindacato dei magistrati. Vertici che avrebbero dovuto essere rinnovati a marzo se non fosse scattata l’emergenza Covid-19.

Dunque, per ora resta in Giunta solo il membro di Autonomia e Indipenden­za Cesare Bonamartin­i, vicesegret­ario uscente. “Non si può pensare che noi siamo rimasti o vogliamo rimanere in sella ed esporci ad attacchi ingiustifi­cati – ha detto Luca Poniz prima di dimettersi– Tutti sanno che l’emergenza ci ha costretti a un lavoro difficilis­simo. Se qualcuno pensa che la proroga nella quale ci siamo trovati nostro malgrado serva per proteggere una posizione o mantenere l’assetto di rapporti politici, è una cosa che non si può tollerare”.

Le parole di Poniz sono la risposta a Mi, che aveva chiesto l’anticipo delle elezioni. E i magistrati di Area chiedono una pubblicazi­one integrale degli atti della procura di Perugia trasmessi al Csm, alla procura generale della Cassazione e al ministero della Giustizia per valutare eventuali procedimen­ti disciplina­ri: con “l’integrale pubblica conoscenza degli atti del fascicolo di Perugia”, la cui richiesta è stata avanzata dall’Anm come persona offesa, “sarebbe interrotta l’operazione in atto che mira a screditare più che a informare”. L’anno scorso per quelle intercetta­zioni sono stati costretti a dimettersi 5 togati del Csm e il Pg della Cassazione Riccardo Fuzio. Nei giorni scorsi ha lasciato anche Fulvio Baldi, capo di Gabinetto del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede.

Il nostro è un gesto di responsabi­lità: andiamo al voto e sottraiamo l’Associazio­ne a questi attacchi

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Ansa L'ex presidente Luca Poniz e l'ex segretario Giuliano Caputo

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