Il flauto di Woody è come la mucca di Buster Keaton
QUESTIONI COMICHE Regole e mestieri
IL PERIODO D’ORO DEGLI ANALISTI
“Ai miei tempi, per cinque marchi ti curava Freud in persona. Per dieci marchi ti curava e ti stirava i pantaloni”
STEVEN WRIGHT E LA DISTRAZIONE “La mia ragazza ha comprato un elefante Poi l’ha perso. È da qualche parte nell’appartamento”
Ho perso la verginità a 26 anni. A 19 vaginalmente, ma a 26 nel modo che il mio ragazzo definisce “vero”.
– Sarah Silverman
LE PRATICHE DELLA COMICITÀhanno la forma della confusione, tramite la quale le unità vengono slegate dal tutto, e le cose possono tornare a respirare. “Questi analisti moderni! Fanno pagare così tanto. Ai miei tempi, per cinque marchi ti curava Freud in persona. Per dieci marchi, ti curava e ti stirava i pantaloni. Per quindici marchi, Freud lasciava che tu curassi lui, e questo includeva una scelta fra due contorni. E la durata della terapia! Due anni! Cinque anni! Se uno di noi non riusciva a curare un paziente in sei mesi gli rimborsavamo i soldi, lo portavamo a una qualsiasi rivista musicale e riceveva o una fruttiera di mogano o un completo di coltelli in acciaio inossidabile per l'arrosto. Ricordo che potevi sempre riconoscere con quali pazienti Jung aveva fallito, poiché lui gli regalava grossi panda impagliati”. (Woody Allen, Rivincite)
UNA TEORIA SEMPLICE E UTILE della prassi divertente va fondata sulla considerazione che ogni gag (sia fisica, come la scivolata su una buccia di banana, sia linguistica, come una battuta) non è che la versione parodistica di atti fisici e linguistici neutri. Un atto neutro è un atto pertinente al suo contesto: la versione parodistica lo traduce in un atto non pertinente (per esempio assurdo, offensivo, umiliante, spaventoso) rispetto al contesto rappresentato, in cui porta il caos. Un esempio assurdo è la celebre vignetta di Charles Addams ( in basso nella pagina ), che ha un corrispettivo linguistico in questo joke di Steven Wright: “La mia ragazza ha comprato un elefante. Poi l’ha perso. È da qualche parte nell’appartamento”. Don Rickles fu un maestro della battuta offensiva: “Orson Welles ha sposato un sacco di belle donne. Sono tutte piatte, adesso”. Un esempio umiliante:“Ho comprato un vocabolario. La prima cosa che ho fatto, ho cercato la parola ‘vocabolario’. C’era scritto: ‘Sei un idiota’”. (Demetri Martin). Gahan Wilson fu uno specialista di vignette horror ( una sua vignetta è in apertura di questa pagina), il cui corrispettivo linguistico è questo joke di Steve Martin: “Mi piace una donna con la testa sulle spalle. Odio i colli”.
TRIDIMENSIONALITÀ DELLA GAG. Le tattiche della traduzione non pertinente sono di tre specie: comica, spiritosa, umoristica. Ogni fenomeno divertente è, in misura maggiore o minore, comico e spiritoso e umoristico: più il suo spettro divertente è completo, maggiori sono l’effetto buffo e il senso di grandiosità della gag, poiché si potenzia il caos che, come negli antichi riti sacrificali, è indispensabile alla scena comica. Per esempio, la bellezza complessa della battuta di Buddy Hackett “Giocare a golf è più divertente che camminare nudi in un posto strano, ma non di molto” dipende da tale completezza: funziona a livello comico ( l’infantile), spiritoso (l’ostile) e umoristico (l’emotivo). E la comicità involontaria? Un fenomeno involontario è divertente solo se ricalca una tattica divertente. È il motivo per cui la natura non è buffa, finché Christo non la impacchetta, o Cattelan non la fissa su un muro con del nastro adesivo.
GLI ATTI DIVERTENTI (comportamentali, visivi, plastici, linguistici, sonori, ecc.) sono traducibili l’uno nell’altro, e negli atti divertenti di altre socioculture ( equivalenza pragmatic a). Una conseguenza è che, molto più spesso di quanto si immagini, gag apparentemente diverse sono in realtà la stessa gag ( isomorfismo). Per esempio, nel film Stardust memories,
Woody Allen riceve in regalo un flauto da Charlotte Rampling. Segue questo scambio:
WA: Grazie, è magnifico. E… suonerà il Concerto per flauto di Mozart?
CR: Devi farlo tu.
WA: Oh, io devo farlo… Vuoi dire che lui non…
Nel film Go west!, Buster Keaton s’accosta a una mucca per mungerla; siede su uno sgabello; infila il secchio sotto le mammelle; e aspetta. Ecco: quella battuta di Allen è isomorfa a questa gag di Keaton. È la stessa gag, tradotta in un altro tipo di atto.
IL MODELLO TEORICO pone una relazione fra atti e contesto poiché da essa dipende la determinazione completa del significato di un’azione, incluso il suo valore simbolico ( Bourdieu, 1982).
COMICITÀ E RISATA. La correlazione fra comicità e risata non è proporzionale, perché l’apprezzamento della comicità dipende da preferenze e percezioni individuali (la memoria, agendo sulla coscienza, modula l’effetto divertente). Così, paradossalmente, una stessa contingenza (socioculturale, ideologica, psicologica) può aumentare la risata o diminuirla. Anche per questo, una battuta sugli ebrei fa ridere se la dice Mel Brooks, ma non se la dice Goebbels (a meno che non siate nazisti: la risata dice innanzitutto chi siete).
RIDERE IN GRUPPO è un conforto psicologico e sociale, poiché il comportamento umano si fonda sull’emulazione, e cerca la conformità. La risata può anche suscitare sconcerto, qualora le dinamiche di gruppo ci inducano a ridere di gag che ideologicamente non condividiamo: questo può aiutare a vincere i propri pregiudizi, può rinforzarli, può spingere ad abbracciarne di nuovi; in tutti i casi, viene coinvolta l’identità sociale, che origina dall’appartenenza a un gruppo e alle sue regole, e implica l’esclusione di altri gruppi e di altre regole.
LA RISATA COME SINTOMO DI APPARTENENZA/ESCLUSIONE. Comicità e satira sono fenomeni sociali, come il diritto e il mito: non esistono al di fuori degli individui e delle società che le creano e le vivono (Bleger, 1967). La risata che accoglie l’ingresso di qualcuno in un gruppo è ben diversa da quella che festeggia la sua esclusione.
LE NORME SOCIALI non sono leggi: sono ciò che tendiamo a emulare degli altri; sono sia manifeste che implicite; tendono a imporsi, autoreferenziali, sul piano percettivo, affettivo, e cognitivo; e, più sono invisibili, più sono efficaci, in quanto i comportamenti che inducono sembrano così spontanei che non ci interroghiamo sul loro perché. Porsi domande è il peso da cui la norma sociale ci alleggerisce; per questo solo di rado (in coscienze molto critiche, o in casi eccezionali) il comportamento non è frutto di un condizionamento sociale. Stare in gregge è più facile (meno sforzo), più piacevole (asseconda il bisogno di essere accettati), più tranquillizzante (si sopravvaluta il giudizio del gruppo), e più vantaggioso (conformità e obbedienza possono favorire l’incremento di status). (5. Continua)