Il Fatto Quotidiano

ESULTA PERCHÉ “A BERGAMO È POSITIVO SOLO IL 58%”. E NON SA COS’È L’INDICE DI CONTAGIO: “CON LO 0,50 DEVO TROVARE DUE INFETTI INSIEME”

La giunta Fontana è in buone mani Online è ormai cult il suo monologo sull’indice Rt: “Se è a 0,50 per ammalarsi ci vogliono 2 persone”

- » SELVAGGIA LUCARELLI

Quella di Totti però era una gaffe e lui poverino voleva dire altro, mentre l’aggravante, nel caso di Gallera, è che Gallera di solito intende dire proprio quello che dice. E ne dice talmente tante che spesso, nei dibattiti televisivi, stordisce l’avversario a colpi di: “Non è vero, ho detto anche questo!”, e di solito è vero, perché ormai tra interviste, bollettini e conferenze stampa, ha detto più o meno tutto e il contrario di tutto, eccetto forse “Una volta ho visto il Big foot” e “Heil, Hitler!”. Tra l’altro, siccome adesso i temi sono più “tecnici”, Gallera è particolar­mente in difficoltà. È sempre lì, su Lombardia News con lo sguardo dritto e scaltro del gatto che guarda una sparatoria in tv, e il risultato è lo spassoso monologo di venerdì pomeriggio, quando accanto a un tizio tramortito dalle sue spiegazion­i, ha dato prova del fatto che l’epidemia passa, Gallera resta, e questo è ciò di cui bisogna avere davvero paura in Lombardia.

Dunque: il tema è questo. Gallera aveva dichiarato una settimana fa che i test sierologic­i sono inutili e inaffidabi­li e li sconsiglia­va. Aveva aggiunto che chi li fa se li paga e se è positivo si paga anche il tampone. Poi ci ha ripensato: se sei positivo ti paghi i test, ma il tampone te lo paga la Regione. Poi ci ha ri-ripensato: paga tutto la Regione - test e tamponi - e la Regione ha iniziato a diffidare alcuni privati dal fare i test. Insomma, sarebbe il caso di fare il tampone a Gallera e capire intanto se sta bene lui. Fatto sta che venerdì su fb inizia il suo monologo: “Da lunedì 11 maggio abbiamo introdotto una strada molto tempestiva della sorveglian­za della salute dei nostri cittadini. Adesso se hanno la febbre, vengono messi in isolamento i familiari. È un sistema che sta riscontran­do un buon favore. Per le persone che hanno avuto il Covid a domicilio e non sono state tamponate assieme ai loro contatti, abbiamo attivato il test sierologic­i della Regione Lombardia!”.

A parte quell’impavido utilizzo dell’aggettivo “tempestivo” parlando di un provvedime­nto che andava preso tre mesi fa, Gallera annuncia la novità dei test ammettendo in sostanza di aver lasciato a casa malate un sacco di persone. Bene, ho pensato. Era ora. Poi aggiunge beato: “Abbiamo già 42.681 concittadi­ni che hanno fatto il test, compresi i conviventi di queste persone. Cosa è emerso? Queste erano in teoria le persone che avevano fatto i Covid a domicilio o che erano i contatti stretti di una persona positiva. Quelli che “Sicur amente io l’ho fatto, ho bisogno di fare un test”. Bene è emerso che di questi 41.000, SOLO 14.530 sono risultati positivi. Quindi il 34%.Vuol dire che le altre persone che ritenevano di avere avuto il Covid o i contatti diretti, quelli che “Io sono stato in casa con un parente che ha avuto il Covid quindi sicurament­e ce l’ho avuto anche io”, non lo avevano avuto. Il dato non è così scontato! A Bergamo i positivi risultano essere il 58 per cento, ma ci si immaginava che tutti quelli che avevano manifestat­o sintomi o erano stati vicini potessero risultare positivi! A Bergamo invece solo il 58%, a Pavia il 41%, a Crema, Cremona e Mantova solo il 38%, a Brescia il 35%, a Milano il 18,4%. Quindi una realtà meno allarmante di quella che i cittadini pensavano di avere!”. Giuro, ha detto tutto questo, comprese le virgole ( sbagliate anche quelle, per giunta). In pratica, la Lombardia è piena di fessi che pensavano di avere avuto il Covid e invece SOLO il 58 % dei bergamasch­i sottoposti a test l’hanno avuto senza cure e tamponi! Il restante 42% ha disturbato inutilment­e la Regione, e che cazzo (a Gallera sfugge inoltre che se uno ha avuto il Covid tre mesi fa potrebbe non avere più un numero significat­ivo di anticorpi, ma vabbè). Ma non è finita qui, va avanti tipo il protagonis­ta del film dell’orrore a cui qualcuno dice “Non andare in quella casa che c’è l’anticristo e lui ci va lo stesso di notte col temporale”: “Su 81.000 sanitari solo il 13% ha gli anticorpi, a Bergamo il 29, a Brescia il 17, a Milano solo il 9! Questo dato inconfutab­ile indica che i grandi sforzi della Regione Lombardia hanno tutelato i nostri operatori sanitari!”. Quindi 10.000 sanitari contagiati sono un successo (ci sarebbero anche quelli morti, guariti o tamponati in precedenza, ma vabbè).

Infine, l’apice. Gallera deve spiegare l’rt , l’indice di contagio, ben contento che in Lombardia sia dello 0,51 ( in pratica, grazie alle misure di contenimen­to, ormai 1 persona infetta non ne infetta neanche una). Solo che lui non ha capito cosa sia l’indice di contagio e, soprattutt­o, la statistica, per cui spiega: “Con lo 0,50 oggi per infettarmi devo trovare due infetti allo stesso momento, e non è così semplice”. In pratica ritiene che l’indice di contagio abbia a che fare non con la statistica, ma con la prossimità: mezza persona contagiosa più mezza contagiosa fa un contagio certo, se incontro quelle due mezze persone. Insomma, qualcuno trovi un mezzo comunicato­re per Gallera. E che qualcuno tamponi se non lui, almeno le sue figuracce.

Successi

A Bergamo “solo” il 58 per cento di chi dichiarava sintomi alla fine è risultato essere positivo

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Ansa Teoria e pratica Giulio Gallera, assessore alla Sanità e al Welfare in Lombardia
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