Il Fatto Quotidiano

Controlli solo a metà dei calabresi rientrati I medici: “Molti aspettano ancora il risultato”

I laboratori della Calabria non ce la fanno: i campioni restano nei frigorifer­i

- » NATASCIA RONCHETTI

All

’ospedale di Crotone è arrivata la nuova macchina completame­nte automatizz­ata che dovrebbe permettere, in Calabria, di aumentare la capacità di processare tamponi: circa 200-250 in più al giorno (oggi, quotidiana­mente, ne vengono eseguiti una media di 1.100-1200). Ma parliamo di un centro sanitario spoke, privo di una struttura autonoma di microbiolo­gia e virologia. E la capacità massima potrà essere raggiunta solo a regime, con una operativit­à 24 ore su 24 e personale formato. Intanto sono ancora in itinere, in attesa delle autorizzaz­ioni, i tre laboratori (a Lamezia Terme, Locri e Vibo Valentia), che dovrebbero portare a nove le strutture preposte all’analisi dei campioni. Così per ora si registra il caos: perché sono tanti i calabresi rientrati dal Nord nelle loro case, a partire dal 4 maggio, quando è scattata la fase 2, che hanno terminato la quarantena ma ancora non hanno avuto l’esito del tamponi. Tamponi che la presidente Jole Santelli aveva promesso a tappeto su tutti i calabresi tornati nei loro paesi e città: ma li ha sospesi da oltre una settimana.

DELLE OLTRE DIECIMILA persone – tante sono quelle che si sono registrate sul portale della Regione dai primi di maggio – solo poco più di 5.100 sono state sottoposte al test dagli operatori dei laboratori mobili che nei primi giorni dell’esodo erano stati dislocati tra stazioni ferroviari­e, all’aeroporto di Lamezia e sull’autostrada A2. “Quanto a quelli sui quali sono stati eseguiti, molti sono ancora in attesa del risultato”, dice Filippo Larussa, segretario regionale del sindacato dei medici dirigenti Anaao. “Non è tanto la mancanza di reagenti a pesare – prosegue Larussa –, quanto le difficoltà nel processame­nto”. Difficoltà confermate, nei giorni scorsi (come riportato dal Fatto) dai 1.500 tamponi rimasti nei frigorifer­i senza essere analizzati, tra l’ospedale “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro, l’azienda sanitaria di Reggio Calabria e quella di

Cosenza. Dall’inizio dell’epidemia la Protezione civile ha inviato qui 147.600 tamponi. Ma ne sono stati effettuati fino ad ora nemmeno la metà: 58.588, in base all’ultimo bollettino diramato dalla Regione. Cosa che, secondo l’ultimo rapporto di Altems (la scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell’Università Cattolica di Milano) colloca la Calabria agli ultimi posti in Italia per numero di tamponi eseguiti, ogni mille abitanti, nella settimana compresa tra il 12 e il 19 maggio: 4,57 test contro una media nazionale di 7,14.

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Ansa Jole Santelli

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