Il Fatto Quotidiano

“Meglio la prova con ‘le crocette’ che una sanatoria”

- » LORENZO VENDEMIALE

Alessandro Fusacchia, ex capo di gabinetto del ministero dell’Istruzione con Stefania Giannini dal 2014 al 2016, oggi deputato (eletto con +Europa), continua a occuparsi di scuola in commission­e Cultura ed è decisament­e contrario alla cosiddetta “sanatoria”.

Tanto per cambiare si litiga sulle assunzioni della scuola.

Ci sono ragioni storiche profonde: stratifica­zioni di gruppi diversi di precariato, rivendicaz­ioni di ogni tipo. Colpa dei tagli all’istru zione, perché tutto dipende dall’abuso di supplenze che lo Stato ha fatto nel corso degli anni. E poi la scuola è un bacino di voti importante, a cui i partiti finiscono per ammiccare.

La ministra Azzolina insiste sulla prova selettiva, il Pd vuole cancellarl­a. Lei da che parte sta?

Non avrei mai pensato di sentirmi più vicino a una ministra dei 5 Stelle che a tanti colleghi del Pd... D’altra parte il Partito Democratic­o è tante cose diverse insieme.

Pure i sindacati sono sul piede di guerra.

Ha mai visto genitori e ragazzi protestare perché i loro docenti non sono selezionat­i adeguatame­nte? No, scioperano sindacati e docenti. E spesso il governo cede, dimentican­dosi degli studenti. Spero non succeda anche stavolta.

Ma è davvero così sbagliato semplifica­re la procedura in una fase delicata?

La procedura è già stata semplifica­ta. I concorsi dovevano essere due, questo straordina­rio per i precari e un altro ordinario aperto a tutti, e dovevano essere contestual­i. Il secondo è stato posticipat­o per l’emergenza e nessuno si è lamentato, ma adesso eliminare pure l’unica prova selettiva significa fare una sanatoria. Guai a pronunciar­e quella parola con i precari…

E come dovremmo chiamarla? Senza selezione non è più concorso. E non prendiamoc­i in giro con la storia dell’esame alla fine dell’anno di prova: quello è un pro forma.

Il test a crocette è il modo giusto per scegliere i nostri insegnanti? Sicurament­e no, ma è quello che abbiamo a disposizio­ne. E poi non serve per trovare i più bravi, solo per non far passare quelli non adatti, la soglia sarà bassa.

Parliamo di docenti che hanno già insegnato per almeno tre anni. Delle sacche di precariato esisterann­o sempre, bisogna uscire da questa logica. Quando facevo il capo di gabinetto, i precari storici avevano 10 anni e passa di servizio, si sta allargando pure il concetto di precariato.

Non meritano di essere stabilizza­ti?

È un credito che va riconosciu­to, infatti c’è un punteggio che vale ai fini della graduatori­a. Però la scuola non è una fila dove viene servito chi ha preso prima il numeretto: non esiste un motivo per cui un docente con anni di servizio alle spalle debba essere assunto prima di un giovane neolaureat­o. Nessuna categoria è migliore dell’altra a priori: per questo serve il concorso.

C’è anche una questione di tempi: lei conosce il ministero, pensa che le graduatori­e sarebbero pronte per settembre?

Parliamo di test al computer, correzione automatica, il giorno dopo ci saranno già i risultati. Il vero tema è la possibilit­à di far svolgere in questa fase prove con decine di migliaia di candidati, ma questo lo deve stabilire il Comitato tecnico-scientific­o, insieme agli uffici del Miur. Se c’è l’ok, non vedo perché rinunciare. Viceversa, la soluzione non è la sanatoria ma rimandare.

Come finirà?

Col solito compromess­o, spero non al ribasso per la scuola. Capisco le ragioni dei precari, ma anche gli studenti hanno diritto ad avere un bravo insegnante. Parte dei problemi che abbiamo avuto durante l’emergenza Coronaviru­s con la didattica a distanza è dipesa anche dal fatto che i docenti in passato non sono stati selezionat­i e formati adeguatame­nte.

La scuola non è una fila dove viene servito chi ha preso prima il numeretto: non c’è motivo per cui un docente con anni di servizio debba essere assunto prima di un giovane neolaureat­o

 ?? LaPresse ?? Alessandro Fusacchia Deputato eletto con +Europa, è stato capo di gabinetto al Miur tra 2014 e 2016
LaPresse Alessandro Fusacchia Deputato eletto con +Europa, è stato capo di gabinetto al Miur tra 2014 e 2016

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