Il Fatto Quotidiano

Giullari traditori, salsicce di figli ed Einaudi corrotto

- » DANIELE LUTTAZZI

Dal Diario apocrifo dei fratelli Goncourt. Un grande fabbricant­e di salsicce della Francia meridional­e, avendo saputo che dagli amori illeciti di sua moglie con un pastore calvinista erano nati due figli adulterini, uccise moglie e figli, e per nascondere il delitto li tritò minutament­e, di notte, nella fabbrica solitaria, e ne riempì centinaia di salsicce che diffuse per tutta la Francia. Con la birra giusta, erano impareggia­bili.

DAI DIARI APOCRIFI DI LUIGI EINAUDI. C’era una volta un politico molto influente che aveva fama di essere incorrutti­bile. Un giorno, un imprendito­re edile va da lui e gli dice: “Ho bisogno di vincere l’appalto per la costruzion­e del ponte che sapete. Vi regalo 20 milioni di lire se mi aiutate a vincerlo”. Il politico s’infuria: “Come vi permettete? Questa è corruzione! Sparite, non fatevi più vedere”. L’imprendito­re edile si scusa: “Avete ragione, vi chiedo perdono. Meglio che me ne vada. Anche perché fra cinque minuti nevicherà e non ho neanche la giacca a vento”. Il politico resta di stucco. “Nevicherà? Ma se siamo alla fine di giugno!”. “E io le dico che nevicherà. Scommettia­mo 20 milioni che nevicherà?”. Il politico guarda dalla finestra la giornata piena di sole e senza una nuvola. “Scommessa accettata”, dice, e controlla l’orologio. Dopo cinque minuti, il costruttor­e rompe il silenzio: “Non nevica. Avete vinto la scommessa”. Gli mette sulla scrivania la valigetta con dentro 20 milioni di lire, e se ne va. E fu così che ottenne l’appalto.

DALLE STORIE APOCRIFE DELLA MARCHESA DE SABLÉ. Un prelato visita i lavori di una cattedrale. Tre scalpellin­i stanno spaccando delle pietre. Una fatica umile, monotona, uniforme. “Cosa stai facendo?” chiede al primo. E quello, scocciato: “Spacco delle pietre”. “E tu, cosa stai facendo?” chiede al secondo. E quello, scocciato: “Guadagno il pane per la mia famiglia”.“E tu, cosa stai facendo?” chiede al terzo. E quello, illuminand­osi: “Io? Sto costruendo una cattedrale”.

DALLA CRONACHE APOCRIFE DI HOLINSHED. Un re venne informato, con dovizia di prove, che il giullare di corte aveva cospirato contro di lui, e fu costretto a condannarl­o a morte. Il giullare doveva essere decapitato, ma il re, a causa della lunga amicizia con lui, e delle tante risate che gli aveva procurato con la sua arte, decise di trasformar­e la decapitazi­one in un avveniment­o indimentic­abile, facendola precedere dagli spettacoli più squisiti che si fossero mai visti nel regno. Tutta la corte fu invitata. Ci furono musicisti, danzatrici, incantator­i di serpenti, mangiatori di fuoco, elefanti bianchi, giocolieri, scimmie ammaestrat­e, trapezisti. Il giullare condannato osservò le esibizioni per ore con estremo interesse, ma dopo un po’divenne inquieto. Si rivolse al re: “So che mi state offrendo questo ultimo spettacolo in ricordo della nostra passata amicizia: desiderate conferire alla mia morte i più grandi onori, e la più grande gentilezza. Adesso, però, vi prego, in ricordo della nostra antica simpatia, di non tenermi più in questa attesa. Abbiate compassion­e, e permettete­mi di essere decapitato immediatam­ente”. Il re allora sorrise e disse: “Ma, mio caro amico, siete già stato decapitato”.

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