Giullari traditori, salsicce di figli ed Einaudi corrotto
Dal Diario apocrifo dei fratelli Goncourt. Un grande fabbricante di salsicce della Francia meridionale, avendo saputo che dagli amori illeciti di sua moglie con un pastore calvinista erano nati due figli adulterini, uccise moglie e figli, e per nascondere il delitto li tritò minutamente, di notte, nella fabbrica solitaria, e ne riempì centinaia di salsicce che diffuse per tutta la Francia. Con la birra giusta, erano impareggiabili.
DAI DIARI APOCRIFI DI LUIGI EINAUDI. C’era una volta un politico molto influente che aveva fama di essere incorruttibile. Un giorno, un imprenditore edile va da lui e gli dice: “Ho bisogno di vincere l’appalto per la costruzione del ponte che sapete. Vi regalo 20 milioni di lire se mi aiutate a vincerlo”. Il politico s’infuria: “Come vi permettete? Questa è corruzione! Sparite, non fatevi più vedere”. L’imprenditore edile si scusa: “Avete ragione, vi chiedo perdono. Meglio che me ne vada. Anche perché fra cinque minuti nevicherà e non ho neanche la giacca a vento”. Il politico resta di stucco. “Nevicherà? Ma se siamo alla fine di giugno!”. “E io le dico che nevicherà. Scommettiamo 20 milioni che nevicherà?”. Il politico guarda dalla finestra la giornata piena di sole e senza una nuvola. “Scommessa accettata”, dice, e controlla l’orologio. Dopo cinque minuti, il costruttore rompe il silenzio: “Non nevica. Avete vinto la scommessa”. Gli mette sulla scrivania la valigetta con dentro 20 milioni di lire, e se ne va. E fu così che ottenne l’appalto.
DALLE STORIE APOCRIFE DELLA MARCHESA DE SABLÉ. Un prelato visita i lavori di una cattedrale. Tre scalpellini stanno spaccando delle pietre. Una fatica umile, monotona, uniforme. “Cosa stai facendo?” chiede al primo. E quello, scocciato: “Spacco delle pietre”. “E tu, cosa stai facendo?” chiede al secondo. E quello, scocciato: “Guadagno il pane per la mia famiglia”.“E tu, cosa stai facendo?” chiede al terzo. E quello, illuminandosi: “Io? Sto costruendo una cattedrale”.
DALLA CRONACHE APOCRIFE DI HOLINSHED. Un re venne informato, con dovizia di prove, che il giullare di corte aveva cospirato contro di lui, e fu costretto a condannarlo a morte. Il giullare doveva essere decapitato, ma il re, a causa della lunga amicizia con lui, e delle tante risate che gli aveva procurato con la sua arte, decise di trasformare la decapitazione in un avvenimento indimenticabile, facendola precedere dagli spettacoli più squisiti che si fossero mai visti nel regno. Tutta la corte fu invitata. Ci furono musicisti, danzatrici, incantatori di serpenti, mangiatori di fuoco, elefanti bianchi, giocolieri, scimmie ammaestrate, trapezisti. Il giullare condannato osservò le esibizioni per ore con estremo interesse, ma dopo un po’divenne inquieto. Si rivolse al re: “So che mi state offrendo questo ultimo spettacolo in ricordo della nostra passata amicizia: desiderate conferire alla mia morte i più grandi onori, e la più grande gentilezza. Adesso, però, vi prego, in ricordo della nostra antica simpatia, di non tenermi più in questa attesa. Abbiate compassione, e permettetemi di essere decapitato immediatamente”. Il re allora sorrise e disse: “Ma, mio caro amico, siete già stato decapitato”.