Il Fatto Quotidiano

I Tory salvano la loro eminenza grigia

Consiglier­e di Johnson malato di Covid ha infranto il lockdown ma non si dimette

- » SABRINA PROVENZANI

Il fattaccio, ricostruit­o da GuardianeM­irror: fra il 30 e il 31 marzo il consiglier­e speciale di Boris Johnson, Dominic Cummings, e la moglie, entrambi contagiati dal Covid, lasciano la casa londinese con il figlio di tre anni e si trasferisc­ono dai genitori ultra-settantenn­i di lui a Durham, a oltre 300 chilometri di distanza. Siamo in pieno lockdown, e le regole, spiegate pochi giorni prima da Johnson in persona, sono chiare: i positivi devono auto-isolarsi per 14 giorni e “bisogna proteggere gli anziani”, per esempio “ten endo lontani i bambini dai nonni”. Cummings le ha infrante tutte. Neil Ferguson, il professore dell’Imperial College grazie ai cui studi il governo aveva compreso la necessità di quel lockdown, si è dovuto dimettere per molto meno: durante l’auto-isolamento aveva ricevuto in due occasioni la sua amante. Malgrado la crescente pressione bipartisan dell’opinione pubblica, Cummings rifiuta però con toni sprezzanti di prendere in consideraz­ione le dimissioni.

E il governo, che aveva condannato Ferguson, attorno al consiglier­e speciale serra i ranghi. Downing Street diffonde un comunicato in cui si legge: "Una volta scoperto che la moglie era malata e che rischiava di ammalarsi anche lui, il signor Cummings ha agito per proteggere il figlio piccolo. Ritiene di aver agito in modo responsabi­le e nel rispetto della legge”.

AVREBBE VISSUTO in una dependance, non a contatto stretto con i genitori, con la sorella che faceva la spesa per tutti. Seguono tweet solidali dei pezzi grossi: il ministro della Salute Matt Hancock, quello delle Finanze Rishi Sunak, il cancellier­e del ducato di Lancaster Michael Gove, l’avvocato generale dello Stato scrivono che prendersi cura della propria moglie e del proprio figlio è ragionevol­e e giustifica­bile. Ma nessuno di loro, tanto meno Boris Johnson, va a difenderlo nella conferenza stampa del pomeriggio: a immolarsi è Grant Shapps, ministro dei Trasporti, che contempora­neamente difende la trasferta di Cummings ma invita la popolazion­e a non viaggiare. Il bilancio di questa tempesta? Ora che l'esecutivo si è esposto è molto difficile che la testa di Cummings cada. Ma la rogna politica è enorme, le scorie pericolosi­ssime. La prima: secondo “una fonte anonima” citata dalla corrispond­ente politica della Bbc, un gruppo ristretto a Downing Street sapeva di quella trasferta. Addirittur­a, Cummings sarebbe stato ammonito dalla polizia di Durham. Chi lo ha coperto? La seconda: sono milioni le persone che, per attenersi alle regole, non vedono gli anziani genitori da mesi. Cummings può farlo senza conseguenz­e. Perché è più uguale degli altri? La terza: dalla reazione di ieri si deduce che, per il governo Johnson, le regole del lockdown possono essere legittimam­ente infrante “per proteggere la famiglia”. Anche a costo di esporre al virus i più vulnerabil­i, gli anziani. Che valore hanno ora tutti i messaggi di cautela? Se questo è l’esempio ai vertici del paese, quanti continuera­nno a rispettare le restrizion­i?

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Ansa Regole, ma non per tutti David Cummings è considerat­o lo stratega del premier conservato­re Boris Johnson: il governo lo difende

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