Spagna, Vox si traveste da sinistra e sfila in auto contro il governo Sánchez
L’ultradestra di Abascal evoca gli indignados: “Via i politici delle menzogne e della miseria”
In un costante riferimento alla libertà, al popolo unito contro la dittatura, contro la miseria a cui lo destinano i governanti mangiasoldi e i giornali mantenuti dallo Stato, ieri l’ultradestra di Vox guidata dal leader Santiago Abascal ha manifestato in auto e moto nelle principali città spagnole. Slogan mutuati dalla sinistra e con essa confondibili quelli venuti fuori da finestrini e tettucci delle auto che hanno bloccato le arterie cittadine, rilanciati in rete da “Santi”. “Fase libertà, libertà per la Spagna”, “il popolo unito contro la disoccupazione”, “via il governo delle bugie e della miseria”, hanno urlato.
SE NON FOSSE STATO per le bandiere pre-costituzionali, le mascherine nere come i guanti tesi al saluto romano, qualche vessillo dei regimenti della Fanteria dell’Impero spagnolo del XVI e XVII secolo o la richiesta di dimissioni dell’e se cu ti vo “socialcomunista”, li si sarebbe potuti scambiare per
indignados di sinistra. “Anche la destra vuole il suo 15M”, titolava infatti la stampa di destra. Il leader nel suo discorso sotto il sole di mezzogiorno ci crede e chiama la folla a resistere alludendo agli accampati di Puerta del Sol contro il governo Zapatero del 2011: “La Spagna prevarrà e torneremo a recuperare la nostra normalità. Non una nuova, né quella vecchia, ma la normalità di sempre ( sic). Recupereremo il futuro per i nostri figli. Restate per strada – esorta i suoi – con tutte le misure di sicurezza sanitarie. Risuonino le cace
roladas. Il vostro dovere è proteggere la Spagna da chi la vuole povera e imprigionata. In macchina, in moto, in bicicletta o a piedi. Percorrete ogni angolo della nostra patria”. Abascal e i suoi hanno saputo sfruttare l’onda dell’indignazione delle classi medio-alte, soprattutto della capitale, quelle delle cacero
ladasdei quartieri ricchi, che solo ieri si è vista “liberare” dal governo che ha permesso anche a Madrid di passare alla fase 1 della desescalada, così come a Barcellona, alla Liga di giocare l’8 giugno e ai turisti di tornare da luglio. A incombere è la crisi della riforma del lavoro; i soldi della cassa integrazione non ancora arrivati e le 110 mila persone in coda alle mense sociali. La sfilata di Abascal rischia di essere solo l’inizio.