Le navi “nascoste” agli Usa
UNA ESPORTAZIONE che non appare e non apparirà mai nelle relazioni governative è quella di dieci fregate FFG(X) per la Marina statunitense. La gara è stata vinta da Fincantieri che le realizzerà attraverso la controllata statunitense Marinette Marine, nel Wisconsin. La ragione è semplice: benché l’azienda sia italiana dal punto di vista della proprietà, la sua sede fuori dai confini nazionali la sottrae alla legislazione nazionale e dunque al controllo del Parlamento.
POTREMMO DIRE lo stesso per il lavoro. L’assegnazione del contratto venne salutata come un grande successo dalla stampa nazionale (il valore iniziale è di circa 800 milioni, ma arriverà a oltre 5 miliardi se tutte le navi in programma saranno realizzate) ma non un dollaro andrà nelle tasche degli operai italiani. Una delle tante giustificazioni portate a sostegno dell’industria delle armi è che “produce lavoro”. È vero, e infiniti sono e sono stati i dibattiti specialmente all’interno dei sindacati, sulla accettabilità etica di questo lavoro. Ne sanno qualcosa ad esempio i dipendenti della sarda RWM le cui bombe comprate dai sauditi hanno ucciso centinaia di yemeniti. Nel caso delle navi per Fincantieri è un successo finanziario, ma non un dollaro andrà agli operai italiani. E non si capisce perché indignarsi per le armi italiane all’Arabia Saudita costruite da una fabbrica di proprietà tedesca, e non per le armi vendute ai sauditi da una fabbrica americana di proprietà italiana.