Riaprire non basta: il Genio del Panico e il difficile ritorno alla normalità
Dalla batosta economica ci si riprenderà quando la percezione del pericolo tornerà entro l’alveo della razionalità
Gli spin doctor di Palazzo Chigi hanno dato prova di inusitata sagacia denominando come “Decreto Rilancio” il terzo pacchetto di provvedimenti economici (atteso sin da aprile). Verso cosa ci si rilanci tuttavia rimane da stabilire. Probabilmente nel vuoto di un’ostica incertezza difficile da dissipare e impossibile da valutare con analisi meramente economiche. Con il passare delle settimane emerge nitidamente l’estensione dei danni economici provocati dall’epidemia e che nessuna misura emergenziale potrà cancellare o quantomeno riparare rapidamente.
UN CASO macroscopico sono i viaggi in aereo. Negli Usa non sono mai state imposte restrizioni ai voli interni (a differenza di quelli internazionali). Ciononostante dai dati sui passeggeri risulta che il traffico è crollato del 90%. Mettere piede su un velivolo è percepito come rischioso, quindi lo si evita se non spinti da necessità impellente o desiderio insopprimibile. Analogamente anche dopo le riaperture pochi frequenteranno assiduamente ristoranti, cinema, concerti, discoteche, e luoghi affollati in genere. Dalla batosta economica ci si riprenderà quando la percezione del pericolo e quindi il bilanciamento dei rischi tonerà entro l’alveo della razionalità. Fino ad allora le abitudini di spesa e di vita, specie delle persone più vulnerabili, rimarranno indelebilmente influenzate dalle immagini delle terapie intensive diffuse ossessivamente per mesi. In sostanza, mentre il dibattito (e lo scontro) politico in Italia (come nel mondo) enfatizza una semplicistica dicotomia "vite umane contro crescita economica", il sentiero di ritorno alla normalità passa per la consapevole internalizzazione psicologica del nuovo rischio. La riapertura completa non basta. L’economia moribonda si rivitalizzerà o quando arriverà il vaccino (ma passeranno molti mesi) o quando si accetterà di convivere col Covid-19. Esattamente come è successo con l’Aids. Quale lasso di tempo è lecito attenderci? L’Osservatorio Socio-Politico di Hokuto, che adotta modelli di machine learning e intelligenza artificiale, ha condotto ad aprile un sondaggio tra 1600 individui e 69 esperti (accademici, manager, imprenditori). Il sentimento prevalente è gramo.
LO SCENARIO ottimistico, ritenuto più probabile dal 73% del campione, prevede una riapertura graduale entro l’estate, e una ripresa effettiva delle attività produttive e delle città all’inizio del 2021 in linea con l’impatto decrescente dell’epidemia. Invece lo scenario pessimistico verso cui propende il 27% del campione prevede una riapertura problematica fino all’autunno con code fino all’estate del 2021, quindi con ripercussioni significative dell’epidemia per un altro anno. Dopo aver martellato l’opinione pubblica con messaggi parossistici il Genio del Panico faticherà a tornare beatamente nella lampada.